Morta travolta da una palma, i difensori incalzano il perito sulle cause del crollo: “Argomenti contraddittori”
- Postato il 21 novembre 2025
- Cronaca
- Di Genova24
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Genova. Quattro mesi di rinvio, per l’udienza davanti alla gip Carla Pastorini dell’incidente probatorio sulle cause del crollo della palma che il 12 marzo ha travolto e ucciso Francesca Testino in piazza Paolo Da Novi.
Per la sua morte sono indagate dalla procura di Genova 12 persone (di cui 11 dipendenti o ex dirigenti di Aster), tutte accusate di omicidio colposo. Questa mattina il perito della incaricato dalla giudice Fabrizio Cinelli è stato sentito in conttradditorio (oltre che da giudice e pm quindi anche dagli avvocati degli imputati e parti civili), mentre nella prossima udienza, fissata al 26 marzo 2026 saranno sentiti gli altri consulenti tecnici.
La perizia depositata da Cinelli ha individuato le cause del cedimento della palma quasi esclusivamente allo sviluppo progressivo di marciumi radicali provocati da funghi patogeni ma “quattro consulenti tecnici, tra cui l’autorevole professor Paolo Gonthier, hanno indicato come concausa principale le lavorazioni del suolo nell’aiuola, che avrebbero mutilato l’apparato radicale, compromettendo nel tempo l’ancoraggio della pianta” spiega Andrea Boselli, che difende alcuni degli indagati. Per il legale l’esame del perito avrebbe “messo in evidenza la debolezza, l’inadeguatezza e la contraddittorietà delle argomentazioni del perito, in contrasto con gli esiti degli esami di laboratorio sui tessuti radicali. Anche il direttore del laboratorio nelle sue conclusioni scritte allegate alla perizia si è mostrato molto più cauto, limitandosi a un’ipotesi solo possibilista sull’eziologia delle cause del crollo”.
Il perito questa mattina ha spiegato che a marcire a causa di funghi patogeni sarebbero state non le radici più profonde che di fatto tengono su la pianta, ma quelle che avevano il compito di trasferire i nutrimenti alla palma e che ne hanno provocato la progressiva inclinazione. Secondo lui i lavori sull’aiuola non avrebbero inciso perché non sarebbero stati mai utilizzati mezzi meccanici che avrebbero potuto tranciare parte delle radici, ma questa sua conclusione anche stamani è stata messa in crisi dai difensori (Andrea Boselli, Massimo Boggio, Pietro Bogliolo, Raffaele Caruso, Graziella Delfino) secondo i quali invece un mezzo meccanico sarebbe stato impiegato.
Per il perito “la caduta della palma non era prevedibile (nessuno poteva prevedere quando sarebbe caduta), ma probabile (i difetti evidenti e nascosti ne hanno minato nel tempo la stabilità)” e ad Aster viene contestato che soprattuto nell’ultimo periodo il monitoraggio avrebbe dovuto essere più stringente.