Montesano: Open Arms, Salvini assolto. Difendere l'Italia non è reato
- Postato il 21 dicembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Montesano: Open Arms, Salvini assolto. Difendere l'Italia non è reato
Sessantaquattro mesi dopo i fatti, ventiquattro udienze, tre anni di processo, 45 testimoni e una ventina di parti civili costituite, arriva la sentenza: Matteo Salvini, imputato davanti al tribunale di Palermo per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per il “caso Open Arms”, è assolto perché «il fatto non sussiste». Le motivazioni saranno pubblicate entro 90 giorni.
Sono da dieci minuti passate le 19,30 - in ritardo di un'ora e mezza rispetto alle previsioni della mattina- quando il presidente della seconda sezione penale del tribunale di Palermo, Roberto Murgia, tra i giudici a latere Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa, legge il dispositivo della sentenza che assolve su tutti i fronti il vicepremier e attuale ministro dei Trasporti.
Salvini rispondeva di atti commessi quando occupava un altro ministero, quello dell'Interno, ai tempi del governo gialloverde Lega-M5S con Giuseppe Conte presidente del Consiglio. Al centro della battaglia giudiziaria che si è conclusa ieri, il ritardo di 19 giorni con il quale avvenne lo sbarco di 147 migranti, tra cui 27 minori, raccolti con tre distinte operazioni di soccorso dalla ong spagnola Open Arms nell'agosto del 2019.
SUCCESSO PIENO
Salvini è stato assolto da entrambi i capi di imputazione. Per i pm di Palermo è una sconfitta su tutta la linea, come sintetizza Giulia Bongiorno: «È stata un'assoluzione piena, e tra le formule assolutorie è stata scelta quella più piena: che non sussiste alcun reato. Non si tratta di un'assoluzione con qualche “ma”, qualche “se” o con qualche “però”. Non è una sentenza contro i migranti, ma contro chi sfrutta e strumentalizza i migranti per fini politici».
In aula, al momento della sentenza, oltre al procuratore aggiunto di Palermo, Marzia Sabella, e ai suoi sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara, era presente anche il procuratore della Repubblica, Maurizio de Lucia, a conferma di quanto la Procura avesse “investito” nel procedimento. Salvini era in questa parte del carcere adibita ad aula giudiziaria insieme alla sua compagna, Francesca Verdini, che lo ha stretto in un lungo abbraccio, e a numerosi dirigenti della Lega.
Dopo la lettura del dispositivo, in aula è scoppiato un applauso liberatorio da parte di amici e parlamentari del Carroccio arrivati a Palermo per sostenere il leader della Lega, all'indirizzo di Salvini. Prima della camera di consiglio, l'udienza nell'aula bunker della casa circondariale “Pagliarelli” è stata dedicata alle repliche finali di accusa e difesa.
A prendere la parola per la procura di Palermo, il procuratore aggiunto Marzia Sabella. La toga ha ribadito la sua richiesta di condannare Salvini a sei anni di reclusione: «Non vi erano ragioni di sicurezza nazionale che impedissero lo sbarco. Di queste peculiarità, e non altro, si deve occupare questo dibattimento». Per Sabella, «i migranti soccorsi da Open Arms non avevano il diritto di scendere perché malati, ma perché uomini liberi. Il problema è la libertà, non la salute». E guai a tirare in ballo la politica, per la procura di Palermo, visto che la concessione del Pos, ovvero il place of safety, il “porto sicuro”, «è un atto amministrativo, e non politico». E il Pos «doveva essere rilasciato senza indugio».
Per la difesa di Salvini, è intervenuto l'avvocato Giulia Bongiorno. A ottobre i legali del vicepremier avevano depositato una memoria di 296 pagine che ieri mattina la penalista, senatore della Lega, ha sintetizzato così: «Dal 15 al 20 agosto, Open Arms aveva tantissime soluzioni di far sbarcare, ma ha scelto volontariamente di non far scendere i migranti pur avendone più possibilità: per loro era una battaglia contro Salvini».
PARTI CIVILI DELUSE
Bongiorno ha ricordato le «giustificazioni» per eludere l'ordine della Spagna di raggiungere «un porto iberico. Open Arms ha disobbedito a Malta, alla Spagna e all'Italia.
Condannare Salvini significa legittimare le consegne concordate in mare dei migranti».
L'avvocato ha ripercorso i movimenti dell'imbarcazione spagnola, che «non si è imbattuta casualmente nel barcone dei migranti, né a indicare alla ong la barca coi profughi fu Alarm Phone. La verità è che ci fu una consegna concordata». Da qui la richiesta di assoluzione per Salvini «perché il fatto non sussiste».
Mastica amaro l'avvocato di parte civile, Michele Calantropo: «Attendiamo di leggere le motivazioni di questa sentenza. Siamo curiosi di capire perchè è decaduto anche il reato di rifiuto d'atti d'ufficio». Il penalista non esclude di ricorrere in appello una volta lette le motivazioni. Gli avvocati di parte civile, nell'udienza del 20 settembre scorso, avevano chiesto una somma complessiva di oltre un milione di euro come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti. Tra questi, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative. Hanno perso anche loro.
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