Mont Blanc Express in inverno: un viaggio panoramico tra Svizzera e Francia
- Postato il 23 novembre 2025
- Notizie
- Di SiViaggia.it
- 2 Visualizzazioni
L’inverno sulle Alpi arriva in modo quasi cinematografico: fiocchi che scendono lenti, boschi che improvvisamente si fanno silenziosi, montagne che sembrano accendersi di blu e rosa sotto ai timidi raggi del sole. Nel mezzo di questo spettacolo c’è un piccolo protagonista che unisce due mondi, il Mont Blanc Express, il trenino che da oltre cent’anni collega Martigny a Chamonix-Mont-Blanc, attraversando gole, ghiacciai e villaggi che sembrano usciti da un videogioco open-world ambientato in montagna.
È un viaggio breve (circa 90 minuti), però vibrante ed emozionante come un’avventura epica in miniatura. Perfetto quando si vuole vivere l’inverno da protagonisti, ma senza sbattimenti da maratona alpina.
Il viaggio sul Mont Blanc Express: storia e percorso
La linea nasce nel 1906, in piena epoca pionieristica, pensata proprio per il turismo alpino. La sua tecnologia era quasi fantascienza per l’epoca: scartamento ridotto (ovvero binari più stretti per muoversi tra rocce e boschi), tratti a cremagliera per arrampicarsi sulle pendenze più toste e una serie di gallerie e viadotti che oggi sembrano fatti apposta per le foto dal finestrino.
Da Martigny (471 m) il trenino inizia a risalire la Valle del Trient, una specie di canyon naturale incastonato tra foreste, pareti verticali e torrenti che nascono direttamente dai ghiacciai. La salita è rapida: un attimo prima si è tra vigneti e castelli, un attimo dopo ci si ritrova sospesi in un paesaggio super invernale con i primi tetti imbiancati. Il percorso in Svizzera è un continuo alternarsi di ponti, curve strette, pareti di roccia rosa e grigia, tunnel brevi e aperture improvvise verso vallate gigantesche. È come vedere il paesaggio “respirare”, allargarsi e restringersi fino al confine.
Dopo Le Châtelard-Frontière, il trenino entra in Francia e continua verso Vallorcine, Argentière e poi Chamonix (1.042 m), capitale mondiale dell’alpinismo. La vista migliore cambia lato durante il viaggio: nel tratto iniziale conviene guardare a destra, dopo il confine, la parte più scenografica si sposta a sinistra.
Le tappe da conoscere del Mont Blanc Express
Il bello del Mont Blanc Express è che si può scendere e risalire quando si vuole: le tappe lungo la linea sembrano capitoli di un racconto di montagna, ognuna con la sua atmosfera e il suo carattere. Les Marécottes è il primo colpo di scena: un villaggio di legno immerso nella neve, famoso per lo zoo alpino e per quella piscina scavata nella roccia che d’estate è un’altra cosa, certo, ma d’inverno, ghiacciata e silenziosa, sembra un set di un film fantasy. Poco più avanti c’è Finhaut, punto di accesso privilegiato alla diga di Emosson, un luogo quasi alieno dove le montagne virano al rosso e gli strapiombi ricordano quanto l’alta quota sappia essere evocativa. Arrivando a Trient, il paesaggio e il mood cambiano ancora: il borgo rosa, con la sua chiesa color confetto, qui si respira un’atmosfera davvero nordica. Poi ci sono Le Trétien e Les Granges, paesini minuscoli, quasi sospesi tra boschi e pendii.
Intorno alla linea ferroviaria si apre anche una delle zone più versatili delle Alpi svizzere, un’area dove l’inverno non è solo sci ma un vero stato mentale. Champex-Lac, per esempio, è un luogo poetico d’inverno: il lago ghiacciato diventa un grande specchio e la Fondazione Barry organizza passeggiate sulla neve insieme ai San Bernardo, un’esperienza tenera e potentissima allo stesso tempo.

Da Vernayaz, invece, si raggiungono le Gorges du Trient, gole profonde scolpite dall’acqua in migliaia di anni, mentre poco distante la Cascade de Pissevache è una di quelle visioni che restano incise nei ricordi per mesi. Tutta quest’area rientra nel Pays du Saint-Bernard, una regione che riunisce Champex-Lac, La Fouly, Les Marécottes e Vichères-Liddes, un quadrante alpino con 75 chilometri di piste, sentieri infiniti per ciaspole, percorsi di sci alpinismo e villaggi dove la raclette fumante sembra parte del paesaggio. È una montagna autentica, meno glamour rispetto ai grandi resort, ma con un fascino che rimane addosso come il profumo di legna bagnata e neve fresca, perfetto per chi vuole vivere l’inverno in modo genuino e non per forza mainstream.