Mondiali, Villa guarda al futuro con Venturelli e Frigo. Il medico del Belgio gufa e lancia l'allarme Pogacar

  • Postato il 24 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Ci sarebbe voluto un mezzo miracolo per portare a casa una medaglia, e il miracolo non è successo. Così l’Italia della mixed relay ai mondiali di Kigali s’è sentita un po’ come… Tadej Pogacar: quarto lo sloveno a cronometro, quarte le due formazioni azzurre nella crono staffetta. Certo con stati d’animo un po’ differenti: se lo sloveno ha perso la medaglia per un secondo e mezzo, le coppie azzurre non sono mai state realmente in gioco per il bronzo. Ma erano due formazioni giovani e di prospettiva, orfane dei big conclamati (Ganna e Affini tra gli uomini, Longo Borghini tra le donne), che peraltro avranno modo di rifarsi tra qualche giorno alla mixed dei campionati Europei che si svolgeranno in Francia (in teoria anche con Ganna).

Villa contento: “Abbiamo seminato per il futuro”

Marco Villa, CT azzurro all’esordio in una rassegna iridata, ha voluto però spendere parole d’elogio per le due staffette azzurre. “Su un percorso così duro e selettivo, tutti hanno dato il massimo e tutti meritano di essere elogiati per questo. Abbiamo schierato due formazioni giovani, specialmente tra le donne: Federica Venturelli è ancora Under 23, e anche Monica Trinca Colonel era all’esordio nella specialità.

Marco Frigo ha 25 anni e a sua volta non aveva mai corso una gara di questo tipo: ha fatto decisamente bene, dunque c’è di che essere contenti e fiduciosi per il futuro. Non avevamo Ganna e Affini, il percorso non si addiceva loro, ma queste scelte che abbiamo fatto a mio modo di vedere ci pagheranno in futuro. È un quarto posto che va visto di prospettiva, perché realizzato con tanti giovani”.

Sobrero tra gli uomini e Paladin tra le donne hanno un po’ pagato gli sforzi sulle salite proposte nei 21 km del percorso,ma tutto sommato l’Italia il suo l’ha fatto. E adesso proverà a farlo anche nelle gare conclusive, quelle più rilevanti, con le prove in linea che stuzzicano l’appetito tanto tra le donne (con Elisa Longo Borghini che vuol essere protagonista), quanto tra gli uomini, con Giulio Ciccone capitano unico.

Pogacar, bici speciale e un gregario speciale: Primoz Roglic

La prova in linea elite maschile è quella più attesa di tutte, quantomeno perché Tadej Pogacar è chiamato a un’impresa che non riesce ad alcun corridore dal 2006-2007, quella cioè di vincere per due anni di fila la maglia iridata (l’ultimo fu Paolo Bettini). Per l’occasione lo sloveno potrebbe presentarsi con una bici speciale, dipinta con i colori dell’arcobaleno, che magari nelle intenzioni di Colnago (che fornisce le bici al team sloveno) dovrebbe portarlo a confermare l’iride al centro della maglia.

Primoz Roglic intanto ha ribadito che sarà al fianco di Tadej, capitano unico della Slovenia: “Firmerei per un finale fotocopia a quello del 2024”, ha esclamato il vincitore del Giro d’Italia 2023, chiamato a un compito da gregario per mettere Pogacar nelle condizioni di rivaleggiare meglio con Remco Evenepoel. Che s’è fatto vedere in allenamento con tanti bambini al seguito, felice di essere nel cuore del continente africano e di godersi appieno questa avventura così ardita che l’UCI ha voluto come test per esportare il ciclismo in una terra che sente di poter crescere, e di poterlo fare anche rapidamente.

Il medico del Belgio “gufa” Tadej. Evenepoel pensa al record dell’ora?

A proposito di Evenepoel: il medico della nazionale belga, Kris Van der Mieren, ha esternato un pensiero che ha fatto discutere e non poco tra gli addetti ai lavori. “Forse Pogacar nella cronometro ha sofferto il jet lag”, ha dichiarato al magaine Sporza. “Se in una settimana risolve il problema, questo potrebbe avvantaggiarlo. Se però il punto non è stato il jet lag ma una mancanza di freschezza, credo che anche domenica faticherà molto contro un super Remco Evenepoel. A queste altitudini, se non si è al massimo, si paga lo sforzo dieci volte più del normale: se non sei fresco, hai zero possibilità di vincere”. Parole che potrebbero toccare nell’orgoglio lo sloveno, già ferito dal sorpasso subito domenica scorsa.

Remco però rimane concentrato e anzi prova persino a pensare a un’altra sfida ardita, quella del record dell’ora, il cui detentore è Filippo Ganna: lo ha rivelato il papà Patrick, dicendo che “sebbene Remco non venga dalla pista, non avrebbe molti problemi ad adattarsi. Il record dell’ora è una sfida affascinante, tanto quanto quella di centrare il quarto oro di fila a cronometro nell’edizione 2026 dei mondiali”. Ma prima c’è la gara in linea di Kigali, e chissà cosa salterà fuori dal cilindro…

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Virgilio.it

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