Mondiale per Club, squadre europee fermate da caldo e fatica
- Postato il 20 giugno 2025
- Di Panorama
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Nelle prime 14 partite del Mondiale per Club con una squadra europea in campo, solo la metà delle volte chi viene dal Vecchio Continente è uscito vincitore. Spesso per abbandono, nel senso di confronti con avversari non adeguati a una competizione di alto livello, come nel caso del pokerissimo della Juventus contro gli emiratini dell’Al Ain o i 10 gol rifilati dal Bayern Monaco ai dilettanti provenienti da Auckland, Nuova Zelanda.
Un dato parziale e che, quasi certamente, verrà smentito in corso d’opera. Le favorite per portare a casa il maxi premio che può arrivare ad oltre 115 milioni di euro sono sempre le solite e vengono dall’Europa. Non è un caso che per trovare il nome di una extra europea nell’albo d’oro della Coppa del Mondo per Club si debba tornare indietro fino al 2012 (Corinthians contro il Chelsea) e che sia anche l’unica volta che è successo negli ultimi 17 anni: un’eternità.
Ecco perché l’andamento delle prime giornate del Mondiale per Club 2025 allargato a 32 squadre e posizionato in coda alla stagione nel Vecchio Continente, sorprende. Rumore ha fatto la caduta del Psg fresco vincitore della Champions League contro i brasiliani del Botafogo, anche perché la squadra di Luis Enrique era reduce da una prestazione strabiliante contro l’Atletico Madrid. E prima ancora il Real Madrid, pur senza Mbappé, fermato dal primo Al Hilal di Simone Inzaghi.
Mondiale per Club, i risultati delle squadre europee
Non sono due casi isolati. Il Porto, ad esempio, è partito col piede sbagliato facendosi imporre il pareggio dal Palmeiras e poi si è definitivamente complicato la vita perdendo con l’Inter Miami di Leo Messi. Il Brasile è stato fatale anche al Borussia Dortmund, non andato oltre il pari senza gol contro la Fluminense mentre il Benfica ha chiuso dividendo la posta il match contro il Boca Juniors argentino. Club di enorme tradizione, ma anche simbolo di un presente di decadenza come competitività internazionale. A questi si aggiunge l’Inter di Chivu che ha rischiato molto con i messicani del Monterrey.
Ecco i risultati delle squadre europee nelle prime cinque giornate di partite al Mondiale per Club (in grassetto pareggi e sconfitte):
- Bayern Monaco-Auckland 10-0
- Psg-Atletico Madrid 4-0
- Palmeiras-Porto 0-0
- Chelsea-Los Angeles 2-0
- Boca Juniors-Benfica 2-2
- Fluminense-Borussia Dortmund 0-0
- Monterrey-Inter 1-1
- Manchester City-Wydad 2-0
- Real Madrid-Al Hilal 1-1
- Pachuca-Salisburgo 1-2
- Al Ain-Juventus 0-5
- Inter Miami-Porto 2-1
- Seattle Sounders-Atletico Madrid 1-3
- Psg-Botafogo 0-1
Mondiale per Club, caldo e fatica penalizzano le squadre d’Europa
Qual è la ragione di questo avvio con il freno a mano tirato? Intanto la maggior parte dei risultati a sorpresa sono arrivati contro avversari provenienti da Sud America e Centro America. Squadre comunque espressione di un calcio evoluto e organizzato, certamente più fresche rispetto alle europee che sono quasi tutte volate negli Stati Uniti al termine di stagioni massacranti dal punto di vista fisico.
Tradotto: la maggiore qualità del calcio che si gioca in Europa è fuori discussione, ma quando si allarga il gap della condizione atletica a favore del meno forte tutto diventa possibile. In alcuni di questi match la differenza è stata evidente. Il caldo, poi, condiziona notevolmente le performance in campo ed è una situazione cui sono certamente più abituate realtà vicine geograficamente e per clima agli Stati Uniti.
Un esempio la sfida tra Psg e Atletico Madrid disputata al Rose Bowl con orario che consentisse il prime time in Europa: sul termometro 31° con temperatura percepita di 38° e interventi di idratazione e raffrescamento che sono parsi più dei palliativi che risolutori. Luis Enrique, allenatore del Psg: “Impossibile giocare 90 minuti con quel livello di calore”.
Mondiale per Club, le motivazioni delle squadre extra europee
A questa si aggiunge una motivazione non materiale e misurabile, ma che appare evidente. Quello che per molti in Europa è stato quasi un intralcio di fine stagione, il Mondiale per Club allargato a 32 squadre, è per le sudamericane e non solo l’occasione della vita. Un po’ perché si gioca in città dove le comunità d’origine sono presenti in massa, molto perché per tanti giocatori rappresenta la chance di mettersi in mostra con due mesi di mercato a seguire e la prospettiva, facendo bene, di poter strappare un contratto ricco in Europa.
Può essere che avvicinandosi alle partite senza domani, per entrare nella seconda fase o superare i turni, l’urgenza di vincere diventi condivisa anche dalle big d’Europa ma per l’avvio la differenza d’approccio è stata evidente.