Mondiale per Club, le pagelle della prima Inter di Chivu
- Postato il 18 giugno 2025
- Di Panorama
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Il pareggio nella prima gara del Mondiale per Club contro il Monterrey delude l’Inter, che si è complicata subito il cammino verso la seconda fase del torneo. Un punticino che mette in corsa anche i messicani e obbliga da qui in poi la squadra di Cristian Chivu a non sbagliare più, soprattutto nella sfida con i giapponesi dell’Urawa Red Diamonds che sarà il secondo impegno del calendario nerazzurro.
Il risultato del match del Rose Bowl a Los Angeles non è, però, l’unico parametro per giudicare la prima uscita del tecnico romeno sulla panchina che è stata di Simone Inzaghi. E’ vero che Chivu non ha avuto praticamente tempo di incidere su un gruppo stremato dalle fatiche della stagione, con qualche infortunato, senza Taremi bloccato in Iran e con pochi innesti dal mercato e qualche giovane a completare la rosa. Però, come aveva promesso, alcune cose nuove ha provato già a farle vedere e si può fare un punto su cosa sia andato e cosa no nella sfida con il Monterrey.
Mondiale per Club, cosa va nella prima Inter di Chivu
Prima notizia positiva della serata di Los Angeles, il tentativo di reazione dopo lo choc della finale di Champions League a Monaco di Baviera. Non si piò far finta che non siano passate solo due settimane dalla debacle contro il Psg, però soprattutto nel primo tempo l’Inter ha provato a riannodare il filo con il passato facendo la partita, dettandone i ritmi e alzando la fase di pressione per il recupero palla di qualche metro. Indicazione, questa, dettata proprio da Chivu.
Un abbozzo di identità si è visto, insomma, anche se è durato poco perché progressivamente sono venute meno le energie. In aggiunta, hanno fatto un’ottima impressione Luis Henrique e Sucic, i due nuovi arrivati su cui il club ha investito complessivamente circa 40 milioni di euro. L’esterno a tratti ha rubato gli occhi, il giovane centrocampista croato meno ma si è capito in fretta che consentirà di avere più moduli a disposizione.
Terza nota positiva in pagella: aver mescolato le carte abbandonando con coraggio il vestito del 3-5-2 di Inzaghi. E’ vero che il risultato del campo non è stato positivo, ma iniziando da subito la metamorfosi Chivu sta guadagnando tempo sulla prossima stagione che sarà compressa come lo è stata l’ultima. Quando i suoi giocatori torneranno dalle vacanze, il neo allenatore avrà al massimo tre settimane per preparare l’esordio in campionato: gli esperimenti non sono uno sfizio, sono l’unica strada percorribile per costruire il nuovo progetto.
MONDIALE PER CLUB: LE STATISTICHE SULLE PRESENZE NEGLI STADI
Mondiale per Club, cosa non va nella prima Inter di Chivu
L’altra faccia della medaglia è corposa e non può sorprendere. Intanto la condizione atletica scadente, esattamente come nell’ultima fase della stagione. Era impensabile che un paio di settimane, con in mezzo le nazionali, potessero rigenerare un gruppo esausto e così non è stato: questo Mondiale per Club è un’enorme trappola per i muscoli nerazzurri. Forse legata a questo ci sono stati anche i soliti errori di disattenzione che hanno puntellato tutto il campionato, perso nella volata testa a testa con il Napoli. La rete incassata da Sergio Ramos, ad esempio, nasce da sbagli individuali e di piazzamento, questi ultimi dovuti anche al cambio di sistema di marcatura su palle inattive con la transizione alla zona.
Se è vero che alla fine il Monterrey poteva vincere, inoltre, è innegabile che nel suo momento migliore l’Inter non sia stata capace di tradurre in gol la mole di gioco costruito. Dietro a Lautaro Martinez (stanco) e Thuram (a mezzo servizio) non c’è niente anche per la questione che ha impedito a Taremi di volare negli Stati Uniti. Al netto della buona volontà di Sebastiano Esposito, un gol divorato, e dell’attesa per il ritorno del fratello Pio che è destinato ad andare in prestito in Serie A, è in questo reparto che si devono concentrare gli sforzi di mercato di Oaktree, Marotta e Ausilio.
Alcuni di questi difetti sono fisiologici e riparabili nel corso dell’estate. Altri, invece, necessitano di attenzione perché la chiusura dell’era Inzaghi, con i suoi quattro anni di successi e di bel gioco, innestata sulla delusione della portata storica della delusione della finale della Champions League, rischia di essere una trappola anche per dirigenti esperti come quelli interisti.
La sensazione è che il Mondiale per Club sia un’ottima occasione economica per il club, ma un discreto pericolo per Chivu e per lo strascico che un’eventuale cattiva performance potrebbe lasciare nei prossimi mesi. Quelli in cui non ci sarà spazio per indulgenza negli errori.
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