Mistica e geopolitica alle Olimpiadi
- Postato il 27 luglio 2024
- Di Il Foglio
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Mistica e geopolitica alle Olimpiadi
"Come la luce del sole supera ogni cosa per calore e splendore, così non vi è vittoria più nobile di quella di Olimpia”. Sono i versi di Pindaro a ricordarci che è proprio vero, da 2.800 anni a questa parte, non c’è vittoria più nobile, più celebrata, più affascinante e politicamente più impattante, di quella di Olimpia. Tuffiamoci nel tema con due volumi che ricordano l’aspetto mistico, e contemporaneamente il mostruoso impatto geopolitico dell’olimpismo.
Il primo è di Amos Matteucci, Gli sport olimpici nell’antichità. Storia, atleti, personaggi, cultura (Circolo Canottieri Aniene, 2002). Matteucci è stato un giavellottista, campione italiano per otto volte e membro della spedizione olimpica nel 1952 a Helsinki, dove terminò al diciottesimo posto. Se ne è andato nel 2009, a quasi 94 anni, con la lucida percezione e il rimpianto di quanto fosse cambiato lo sport olimpico, faro che aveva illuminato la sua esistenza. Chi lo conosceva riporta una frase di Erodoto che Matteucci aveva fatto stampare sul retro del proprio biglietto da visita, tratta dalle cronache di guerra tra Persiani e Greci: “Aimè, Mardonio, contro quali specie di uomini ci hai mandati a combattere, uomini che non per denaro disputano le loro gare, ma per l’onore!” Nel nome di questo spirito aveva dato alle stampe questo prezioso volume di studi nel quale, per anni, aveva raccolto le più significative testimonianze olimpiche dei maggiori scrittori e cronisti dell’antichità classica e della modernità. Oltre 800 pagine divise in 27 capitoli, una raccolta antologica di centinaia e centinaia di autori il cui sguardo si posa sul mondo dello sport dell’antica Grecia: personaggi, discipline, impianti, cultura, arte, storia, scienza. Uno scrigno prezioso e letteralmente imperdibile per chi ama l’olimpismo.
La seconda proposta ci riporta alla contemporaneità: Aspenia, Giochi di pace e di guerra. Olimpiadi fra miti e realtà. (Il Sole 24 Ore, 2024). Aspenia è la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù. A questo numero hanno contribuito tra gli altri Andrea Goldstein, Antonio Missiroli, Eva Cantarella, Ettore Miraglia, Simon Chadwick, Sushmita Pathak, Silvia Camporesi, Stefano Pontecorvo, Julian Lindley-French, Stefano Stefanini, Carlo Jean, Nathalie Koch, Patrick Clastres, Maria Rita Pierleoni, Daniele Popolizio. Per Aspenia esistono due modi di guardare ai Giochi Olimpici: il primo come puro fatto di geopolitica sportiva, senza dimenticare che i giochi di pace avvengono, oggi, in tempi di guerra. Il secondo è l’economia di un grande evento organizzativo, di straordinario impatto mediatico e con forti implicazioni di business, con tutte le sue complessità. Per quanto si possano amare i Giochi, è chiaro che lo sport non può avere un potere salvifico, né è ragionevole – e forse nemmeno lecito – chiedere allo sport di realizzare ciò che la politica non riesce a ottenere. Insomma, il potente esercizio di soft power, affidato allo sport (e nella fattispecie all’olimpismo) resta una sfida che apre scenari affascinanti che vengono scandagliati, nel dettaglio, in questo saggio. Imperdibile anche questo, così come imperdibili saranno tutte le ore che ci accompagneranno da qui all’11 agosto, quando il fuoco di Olimpia si spegnerà.