Misteriosi anelli bianchi appaiono nell’oceano: “Generati da barili tossici che si sono fusi col fondale, rimuoverli scatenerà il veleno”. L’allarme dei ricercatori
- Postato il 15 settembre 2025
- World News
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un nuovo inquinante tossico è stato scoperto poco al largo delle coste della California. Il sospetto è nato di recente quando durante una serie di osservazioni subacquee e di segnalazioni di privati cittadini si sono scoperti dei barili di rifiuti tossici sui fondali del Pacifico con degli anelli bianchi sorti attorno alla loro base. La localizzazione precisa riguarda l’arcipelago delle Channel Islands, a nord ovest rispetto alla città di Los Angeles. Le foto diffuse dagli scienziati sono impietose e mostrano un inquinamento marino sconcertante. Anche perché gli anelli bianchi che si sono creati attorno ai barili risultano, come hanno spiegato alcuni ricercatori, duri come il cemento. Il principale colpevole di questa tossica solidificazione parrebbe un minerale noto come brucite anche se quell’area risulta il cimitero da almeno cinquant’anni di sostanze tossiche da far impallidire.
In quello che viene chiamato bacino di San Pedro, a poca distanza dalle Channel Islands nel recente passato è stato consentito ad ogni tipo di industria di gettare in mare rifiuti tossici di ogni tipo: dal DDT ai rifiuti della trivellazione petrolifera, da scorie radioattive a generiche sostanze chimiche da spurgare. Le cifre sono impressionanti: si parla di oltre mezzo milione di barili contenenti residui tossici di ogni sorta che col passere degli anni si disperdono nell’ambiente circostante dei fondali. Per quanto riguarda invece la brucite, la scoperta è avvenuta grazie alla ricerca effettuata da un team coordinato da Johanna Gutleben e Paul Jensen del Centro per la biotecnologia e la biomedicina marina presso lo Scripps.
Le spedizioni marine sono avvenute tra il 2021 e il 2023 utilizzando la nave da ricerca Falkor dello Schmidt Ocean Institute che possiede un rover sottomarino controllato da remoto (ROV), il SuBastian. A quanto pare è stato molto complicato per il rover recuperare brandelli di fondale attorno ai succitati barili in quanto gli aloni bianchi sono risultati duri come il cemento. Dai risultati dei campioni i rifiuti sono alcalini e caustici, con un pH di 12 (il DDT di contro è molto acido e con un pH inferiore a 7). È qui che ha fatto la sua apparizione la brucite, un minerale che a contatto con le sostanze tossiche ha reagito provocando la cementificazione del fondale. Last but not least: sarà complicatissimo per i ricercatori rimuovere barili e sedimenti oramai altri più di 5 centimetri. Se si tentasse una rimozione di forza dei barili si rischierebbe di liberare nell’acqua ulteriori dosi di sostanze tossiche ora “in sonno” cementificate sul fondo.
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