Mister "Bosco Verticale" e quelle scorribande nel Pd: tutti i segreti di Stefano Boeri (che rischia l'arresto)
- Postato il 28 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Mister "Bosco Verticale" e quelle scorribande nel Pd: tutti i segreti di Stefano Boeri (che rischia l'arresto)
Tutti lo conoscono per essere il padre del Bosco verticale, il complesso di due palazzi costruiti nel cuore del quartiere Porta Nuova a Milano e ricoperti da alberi e rampicanti che li rendono fra le dimore più ambite in città. Ma Stefano Boeri è tanto altro, sia dal punto di vista professionale che da quello politico. Figlio della designer Cini Boeri, è nato a Milano nel 1956 dove si è laureato in Architettura nel 1980 al Politecnico. Nello stesso ateneo ha poi ricoperto il ruolo di professore ordinario di Progettazione urbanistica. Oltre all'impegno al Politecnico, ha ricoperto il ruolo di visiting professor in varie università tra cui il Berlage Institute di Rotterdam, il Politecnico di Losanna, lo Strelka Institute di Mosca Dal 2018 è anche presidente della Triennale di Milano, incarico che gli è stato rinnovato per un secondo mandato nel 2022.
Oltre al Bosco Verticale, Boeri ha messo la firma su diversi progetti, sia in Italia che nel mondo. Dall'Incubatore per l'Arte di Milano (la famosa Stecca 3), ai progetti per l'Expo meneghino del 2015, fino alla Villa Méditerranée inaugurata nel 2013 a Marsiglia quando la città venne scelta come Capitale europea della cultura. Ma al netto di progetti ed esposizioni di successo, l'archistar ha tentato fortuna anche in politica. La sua “carriera” è iniziata presto, ancora fra i banchi di scuola. Neanche 18enne prese parte al Movimento Studentesco, fra le frange più violente dell'estrema sinistra, nel quale si rese protagonista di diversi scontri contro gruppi neofascisti. Proprio in una di quelle occasioni, in seguito alla morte del giovane Claudio Varalli nel 1975, venne processato per lesioni aggravate, danneggiamenti e porto abusivo di armi improprie. Boeri e compagni vennero poi salvati dall'amnistia approvata nel corso delle indagini.
Archiviato il periodo di lotta, l'architetto ha tentato la scalata al Partito Democratico candidandosi alle primarie per diventare sindaco di Milano nel 2011. Nonostante gli sponsor e la notorietà nel capoluogo lombardo, Boeri venne battuto da Giuliano Pisapia che si impose con il 45.4% dei voti dem contro i 40.2% dell'architetto. Sfuggita la possibilità di diventare primo cittadino, Boeri si candidò in Consiglio comunale nella lista del Pd risultando il primo degli eletti con 13.100 preferenze. Tale risultato, unito al successo di Pisapia, gli valse la nomina ad assessore alla Cultura: rimasto in carica per 18 mesi, si dimise al termine di una serie di frizioni con il sindaco che lo aveva battuto alle primarie e con il quale si era creato una sorta di dualismo troppo ingombrante. Mai uscito del tutto dai radar della politica, il suo nome è tornato più volte fra i possibili successori di Beppe Sala nel centrosinistra. Una suggestione che lo ha sempre solleticato ma che ora, dopo la richiesta degli arresti domiciliari, rischia di venire irrimediabilmente compromessa dall'inchiesta sulla Beic.
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