Missili sui negoziati di pace: Israele attacca Hamas in Qatar, la Russia vuole la capitolazione di Kiev e la pace resta una chimera

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Poche storie: Bibi e lo Zar tirano dritto. Non si fermano. Piovano missili sui negoziati di pace:  Israele bombarda i capi di Hamas in Qatar, la Russia vuole la capitolazione di Kiev e la colpisce al cuore con centinaia di droni. La pace è una chimera, un sogno vano;  al momento una utopia. L’escalation non è più un rischio, è purtroppo una realtà. Come documentato gli ultimi fatti. Vediamo.

Tel Aviv non vuole la tregua

Lo Stato ebraico ha un obiettivo: annientare i miliziani palestinesi. Netanyau non vuole la pace, vuole “neutralizzare” i capi di Hamas ovunque si trovino. Gli Stati Uniti hanno dato l’ok all’attacco a Doha e gli israeliani hanno provveduto. E giù missili durante le trattative per Gaza. A parole Israele è disponibile al “cessate il fuoco” poi nei fatti va avanti per la sua strada. Gli israeliani vogliono prendere ciò che resta della Striscia a tutti i costi.

Certo, adesso possono sorgere forti problemi con il Qatar che è il Paese mediatore del conflitto, anche se ospita l’ala politica di Hamas. È da ricordare anche che in Qatar ci sono basi americane e gli Usa hanno dato l’ok al raid, pur avendo poi avvertito Doha. Inevitabile che la tensione salga in tutta l’area.

L’attacco voluto da Bibi è una violazione del Diritto Internazionale, un atto di guerra sul territorio di uno stato sovrano senza averne avuto l’autorizzazione. Dunque si è tornati ad una fase di stallo. Hamas prepara una reazione. Israele voleva colpire i negoziatori più duri di Hamas per forzare compromessi nei colloqui. Morale: la leadership a Doha non sembra eliminata mentre i negoziati sono rinviati a data da destinarsi.

Droni su Kiev
Missili sui negoziati di pace: Israele attacca Hamas in Qatar, la Russia vuole la capitolazione di Kiev e la pace resta una chimera (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Mosca vuole la capitolazione di Kiev

Che mosca voglia la capitolazione di Kiev lo dice anche Aleksander Baunov, ricercatore russo in esilio a Berlino, autore del libro “La fine del regime” edito da Silvio Berlusconi Editore.

In sintesi: Mosca sta registrando costi eccessivi essendo la prima guerra in cui la Russia paga i suoi soldati, neppure lo Zar lo faceva. Il complesso militare industriale è cresciuto ma i soldati non sono prodotti in fabbrica.

Altro motivo: gli ucraini sono riusciti a fare sentire la guerra ai cittadini russi. Un anno fa l’invasione del Kursk, la prima invasione dopo la guerra Mondiale. Gli attacchi con i droni sulle infrastrutture e le raffinerie nel cuore della Russia e ai quartieri residenziali hanno avuto effetto. In alcune regioni i governatori hanno smantellato le infrastrutture Wifi usate dai droni ucraini e questo ha creato problemi alle imprese e alle persone. A questo punto è difficile sapere quale direzione prenderà il regime con Putin o dopo di lui.

Lo zar ha cambiato tante volte idea, per questo Putin vuole un incontro con Zelensky; incontro che, a suo dire, firmerebbe la capitolazione dell’Ucraina. Prima ci saranno passaggi intermedi. Putin non ha fretta, Trump sì. Mentre a Mosca c’è chi pensa che solo la forza funziona. Un bel pasticcio.

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Autore
Blitz

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