Missili da Teheran, Israele avverte: «Risponderemo a ogni violazione della tregua»
- Postato il 24 giugno 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Le sirene d’allarme hanno iniziato a suonare nel nord di Israele poco dopo le 10:30 di martedì mattina, a seguito del lancio di un missile balistico da parte dell’Iran, diretto verso il territorio israeliano. Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno esortato la popolazione a seguire le direttive del Comando del Fronte Interno, precisando che l’Aeronautica (IAF) era in azione per intercettare la minaccia e colpire, se necessario, per neutralizzarla.
Il missile, secondo le prime valutazioni, sarebbe stato abbattuto prima di raggiungere il suolo: non si registrano né feriti né impatti al suolo. L’attacco è avvenuto circa tre ore e mezza dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Iran.
Il ministro della Difesa, Israel Katz , ha condannato l’aggressione, definendola una violazione flagrante dell’intesa raggiunta sotto l’egida degli Stati Uniti. «Alla luce della palese infrazione da parte dell’Iran del cessate il fuoco annunciato dal presidente Trump e del lancio di missili contro Israele – ha dichiarato Katz– e in linea con la politica del governo di rispondere duramente a qualsiasi provocazione, ho ordinato alle IDF, in coordinamento con il Primo Ministro, di proseguire gli attacchi su Teheran, prendendo di mira infrastrutture strategiche del regime e siti legati al terrorismo. Questo fa seguito alle operazioni avviate ieri».
Anche il capo di Stato Maggiore, tenente generale Eyal Zamir, ha tenuto una riunione d’emergenza e ha affermato: «Di fronte alla grave violazione da parte del regime iraniano, reagiremo con determinazione». Sulla stessa linea, il ministro Bezalel Smotrich, leader dei Sionisti Religiosi, ha dichiarato: «Teheran tremerà».
La televisione di Stato iraniana, da parte sua, ha negato che il lancio sia avvenuto dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, accusando Israele di essere responsabile di ogni possibile escalation. Nelle ore precedenti la tregua, l’Iran aveva lanciato sei ondate di missili, per un totale di circa 20 ordigni, verso Israele. Uno di questi ha colpito un edificio residenziale a Be’er Sheva, provocando la morte di quattro civili e il ferimento di decine di persone. Il cessate il fuoco era stato annunciato nella notte dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e confermato successivamente da Israele. Secondo fonti ufficiali, l’intesa sarebbe arrivata in seguito al successo dell’«Operazione Rising Lion», che – secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu – ha distrutto le capacità nucleari e missilistiche iraniane, ottenuto la supremazia aerea su Teheran e colpito strutture chiave del regime. Netanyahu ha definito l’operazione «un risultato storico» che consacra Israele tra le grandi potenze mondiali.
Intanto, il Qatar ha convocato l’ambasciatore iraniano a Doha, Ali Salehabadi, dopo l’attacco missilistico lanciato ieri dall’Iran contro una base militare statunitense presente sul suolo qatariota. In un comunicato ufficiale, il ministero degli Affari Esteri di Doha ha espresso una ferma condanna nei confronti dell’azione contro la base aerea di Al-Udeid, definendola «inaccettabile» e affermando che «lo Stato del Qatar si riserva il diritto di adottare misure di risposta».
Mentre scriviamo, si apprende che un altro scienziato nucleare iraniano è stato ucciso in un raid israeliano condotto nella notte. Lo ha riferito la televisione di Stato di Teheran, che ha identificato la vittima come Mohammad Reza Seddighi Saber. L’uomo si trovava nell’abitazione dei genitori, ad Astaneh-ye Ashrafiyeh, nel nord dell’Iran, al momento dell’attacco. La tv iraniana ha ricordato che pochi giorni fa, in un precedente bombardamento sulla sua residenza a Teheran, era rimasto ucciso anche suo figlio, di 17 anni. Seddighi Saber figurava nella lista delle persone sanzionate dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nel programma nucleare iraniano. A proposito di questo, l’Iran sta valutando i danni alla sua industria nucleare e sono stati presi accordi per il suo ripristino. Lo ha dichiarato il capo del nucleare iraniano, Mohammad Eslami, secondo quanto riportato da Mehr News, dopo che una serie di attacchi israeliani e statunitensi ha preso di mira le principali strutture nucleari dell’Iran. «Il piano è di evitare interruzioni nel processo di produzione e di servizi», ha detto Eslami.