Miss Italia, il concorso che non vuole morire

  • Postato il 26 febbraio 2025
  • Di Panorama
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Miss Italia, il concorso che non vuole morire



Lo scorso settembre Ofelia Passaponti è stata incoronata Miss Italia, ma l'evento è passato quasi inosservato. Un tempo, però, il concorso era ben più di un semplice appuntamento televisivo: un vero e proprio fenomeno nazionale, al pari del Festival di Sanremo. Le stesse audience, gli stessi super ospiti, persino gli stessi conduttori, da Mike Bongiorno a Carlo Conti. Come ricorda l’attuale patron Patrizia Mirigliani, figlia dello storico fondatore Enzo, «In quegli anni facevamo gli stessi ascolti del Festival di Sanremo», un dato che oggi suona come un'eco lontana. Perché, se Sanremo continua a catalizzare l'attenzione del pubblico, monopolizzando conversazioni e interazioni, Miss Italia è ormai scomparso dai radar, inghiottito dalle critiche.

Oggi, Miss Italia sembra vivere nel limbo della nostalgia. Ed è in questo contesto che approda su Netflix il documentario Miss Italia Non Deve Morire, prodotto da Gabriele Immirzi e Tommaso Bertani, nel quale vengono raccontati ottant’anni di sfilate, sorrisi smaglianti, gambe slanciate, ma anche di lacrime e sogni infranti. Alla fine, però, si giunge alla conclusione che "Miss Italia è stata superata dalla realtà". In effetti, non potrebbe esserci affermazione più vera. I concorsi di bellezza oggi appaiono sorpassati da fenomeni come TikTok e Instagram, che offrono un palcoscenico immediato e globale, ben lontano dai palinsesti televisivi del passato.

Un tempo un sogno, oggi un meme

Nel documentario emerge un contrasto tra visioni divergenti. Da una parte, Patrizia Mirigliani lotta per mantenere vivo il concorso, cercando di adeguarlo ai tempi moderni senza però snaturarne lo spirito. Dall'altra, gli agenti regionali, come il celebre Jerry Stefanelli, continuano a perpetuare un sistema ancorato a criteri che appaiono ormai datati. Questi agenti, restii ad ammettere i cambiamenti sociali e culturali, selezionano le ragazze come se nulla fosse cambiato, parlando ancora di fianchi, gambe e visioni di bellezza che sembrano appartenere a un’epoca passata. Così, mentre la Mirigliani tenta di conciliare la modernità con le tradizioni, i vecchi metodi sembrano voler affermare che, per la bellezza, non ci sono alternative al passato.

Il documentario dipinge un quadro a tratti surreale, con giurati che nel 2023 mettono ancora in discussione l'adeguatezza fisica delle partecipanti, chiedendosi se "hanno gli specchi a casa". Spiegano che “Miss Italia non è volgare, è un concorso muliebre, per la moglie ideale”. Nella complicata era del politicamente corretto cercano ragazze né “sgallettate” né “con le orecchie a sventola”. Di fronte alla richiesta di "bellezza smart", gli agenti regionali continuano a insistere su una formula che sembra non tener conto della realtà che cambia. Ma la vera "rivoluzione" per Miss Italia arriva dal web. Il concorso, che una volta dominava la televisione, oggi è virale grazie a meme e momenti imbarazzanti provenienti dalle selezioni. La corsa alla viralità sui social ha trasformato le sue edizioni più recenti in un contenitore di immagini ridicolizzate, con meme che affollano le piattaforme, segnando il punto più basso della storia del concorso. Un fenomeno che contribuisce ulteriormente alla sua disconnessione dal pubblico di oggi.

L'evoluzione di Miss Italia

Miss Italia, nato nel 1939 da un concorso fotografico sponsorizzato da un dentifricio, si è evoluto solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, diventando una vera e propria sfilata di bellezza per risollevare il morale del Paese distrutto dalla guerra. Nel corso degli anni, sotto la guida di Enzo Mirigliani, il concorso è arrivato in televisione nel 1979, diventando una pietra miliare della cultura popolare italiana. In quegli anni, Miss Italia era più di un concorso, era un simbolo di bellezza, idealizzato come il massimo della perfezione estetica. Durante gli anni ’80 e ’90, la televisione celebrava un modello di bellezza che trovava nei corpi delle partecipanti la sua espressione più pura.

Anche dopo la cancellazione del concorso dalla programmazione Rai nel 2013, Miss Italia ha continuato a sopravvivere, trovando spazio su La7 e tornando brevemente nel 2019 per celebrare gli 80 anni. Ma la crescente disconnessione tra la realtà e il modello di bellezza promossa dal concorso non è passata inosservata. Se oggi Miss Italia sembra una reliquia, non è solo per la perdita di appeal mediatico, ma per il fatto che i concorsi di bellezza non sono più allineati con le sensibilità sociali moderne. Il caso di Victoria’s Secret, annullato nel 2019 sotto le stesse critiche, è emblematico di un fenomeno che sta coinvolgendo i concorsi di bellezza a livello globale.

Un altro tema caldo, affrontato nel documentario, riguarda i criteri di ammissione di Miss Italia, che ancora oggi escludono le donne trans. L’attuale regolamento che prevede "il sesso femminile sin dalla nascita" appare sempre più obsoleto, soprattutto se si considera che Miss Universo ha come proprietaria una donna trans, Anne Jakkaphong Jakrajutatip.

Questo divieto di partecipazione per le donne trans è un altro sintomo di un concorso che fatica ad adattarsi ai cambiamenti culturali. Paradossalmente, la stessa regola permette l’iscrizione di uomini trans, come testimoniato dalla provocatoria iscrizione di alcuni uomini trans alle selezioni del 2023.

La crisi dei concorsi di bellezza

Il declino di Miss Italia non è un fenomeno isolato. In Francia, nel 2021, è stato presentato un ricorso contro i criteri di selezione di Miss Francia, che venivano considerati discriminatori, poiché escludevano donne nubili e alte più di 1,70 metri. Nei Paesi Bassi, dove è stata eletta una regina di bellezza trans, Miss Olanda è stato definitivamente cancellato, sostituito da una piattaforma che promuove la salute mentale e l’espressione di sé. Negli Stati Uniti, sebbene il concorso di Miss Universo continui a essere difeso come un'opportunità di carriera, il pubblico ha smesso di trovarlo interessante, stanco di vedere sempre lo stesso tipo di donna: alta, magra, con i capelli lunghi e un sorriso perfetto.

Nel documentario Netflix, Patrizia Mirigliani lotta per far rivivere Miss Italia, ma la sua sembra una battaglia contro il tempo e contro una realtà che non si può ignorare. La sua convinzione che "il popolo vuole Miss Italia" e che "la corona è il sogno di ogni donna" sembra non fare i conti con il cambiamento dei tempi. Il concorso di bellezza, come lo conosciamo, sta infatti per essere soppiantato da un altro tipo di rappresentazione della bellezza, più inclusiva e meno limitata dai canoni estetici tradizionali.

Il documentario Miss Italia Non Deve Morire racconta non solo la storia di un concorso che fatica a trovare un posto nel mondo contemporaneo, ma anche quella di una famiglia che ha vissuto un'epopea: da Enzo a Patrizia, fino al difficile percorso di Nicola Pisu, figlio di Patrizia, la cui vita segnata da difficoltà e complicazioni personali rispecchia in qualche modo l'inevitabile declino del concorso. Un'eredità che ora sembra troppo pesante da portare. Miss Italia, come concorso, non trova più spazio in un mondo che cambia rapidamente. Se davvero non vuole morire, dovrebbe avere il coraggio di reinventarsi completamente. Ma forse, il destino migliore che possa avere è quello di rimanere un ricordo di un'epoca ormai passata.

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Panorama

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