Minacce alla figlia di Giorgia Meloni, condanna unanime dal Consiglio regionale della Liguria

  • Postato il 3 giugno 2025
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giorgia meloni

Genova. Condannare “gli insulti e le minacce rivolti alla figlia del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla figlia del vicepresidente Matteo Salvini e alle figlie del ministro Matteo Piantedosi”. È quanto prevede un ordine del giorno presentato oggi da Lilli Lauro di Fratelli d’Italia e approvato all’unanimità in consiglio regionale.

Il riferimento principale è al recente caso di Stefano Addeo, professore di tedesco di un liceo nel Napoletano, che su Facebook ha augurato “alla figlia della Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola”, la 14enne Martina Carbonaro uccisa dall’ex fidanzato 19enne Alessio Tucci. Il docente, sospeso in via cautelare dall’Ufficio scolastico regionale, ha chiesto scusa e poi ha tentato il suicidio con un mix di psicofarmaci, affermando di non reggere “l’accanimento mediatico” nei suoi confronti.

Il provvedimento approvato in Regione prevede inoltre di “monitorare con attenzione e costanza lo sviluppo delle indagini in corso, sostenendo ogni misura utile a fare chiarezza e giustizia sugli episodi di violenza verbale nei confronti di tutti i minori”. 

“Quando si arriva ad augurare la morte a una bambina per colpire un leader politico, significa che si è oltrepassata ogni soglia di decenza – commenta la consigliera Lauro -. La Liguria ha voluto rispondere unita, senza distinzioni di schieramento, per affermare un principio semplice ma imprescindibile: i figli non si toccano, mai.

Il documento estende anche agli insulti e alle offese rivolti negli ultimi mesi alle figlie di altri rappresentanti istituzionali, in un clima che, si legge nel documento, “sta degenerando sempre più verso forme di odio personale e ideologico”.

“Non è solo una questione politica – aggiunge Lauro – è una questione di umanità. La violenza verbale, l’intimidazione e la volgarità rivolte contro i figli di chi riveste ruoli pubblici non sono espressioni di dissenso, ma forme di codardia. E la politica, se vuole essere credibile, deve saper dire con chiarezza da che parte sta”.

Autore
Genova24

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