Milano-Cortina, si allunga l’elenco delle ditte non pagate: i debiti sfiorano i due milioni. “Dal governo nessuna risposta”
- Postato il 14 giugno 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Si allunga l’elenco delle imprese che hanno lavorato nel cantiere del parcheggio sotterraneo di Livigno, opera rientrante nell’elenco olimpico di Milano Cortina 2026, ma che non sono state pagate. Da un anno attendono la liquidazione dei crediti per il materiale fornito e per le prestazioni svolte a beneficio delle società consorziate con la vincitrice dell’appalto. Due di queste ultime, infatti, sono state allontanate e sostituite, così una mezza dozzina di fornitrici o subappaltatrici sono rimaste con un pugno di mosche, a valle della catena delle forniture. Hanno chiesto finora inutilmente un intervento di Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), l’azienda pubblica che affida i lavori per i Giochi, e dell’amministratore delegato Fabio Massimo Saldini, diventato da due settimane commissario straordinario di governo proprio per l’appalto del parcheggio del Mottolino. Non hanno neppure ricevuto risposta.
Come già aveva scritto ilfattoquotidiano.it, i titolari di due ditte lombarde avevano rilasciato interviste ai giornali locali, rendendo pubblica la vicenda dei lavori per 700mila euro eseguiti su incarico della società consortile Mottolino 2026 Scarl. Massimiliano Merigo, di Abbadia Lariana, titolare della ditta Maxol Srl con sede operativa a Olginate (in provincia di Lecco), vanta un credito di 500mila euro per la fornitura di pali usati nello scavo del parcheggio. Gianluca Colli, bresciano, titolare con la moglie dell’impresa Pergeo Srl di Remedello, che si è occupata di micropali e tiranti per il sostegno del terreno a monte di uno scavo, avanza 200mila euro.
Nell’elenco dei creditori spuntano adesso Fondamenta spa di Milano (350 mila euro), Tecnoperforazioni di Trento (500 mila euro), Geoalpi di Sellero in provincia di Brescia (90 mila euro), Ca. Ti. Carnica Tiranti di Roveredo in Piano in provincia di Pordenone (30 mila euro), Ga. Pi di Cantù (100 mila euro) e SCS di Trento (100 mila euro). Il calcolo delle fatture da onorare arriva così a sfiorare i due milioni di euro. Le denunce di Maxol e Pergeo sono già state raccolte dalla deputata Silvia Roggiani, segretario regionale del Pd lombardo, e dal consigliere Gianmario Fragomeli, tradotte in un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che controlla Simico. La società pubblica si è limitata a uno stringato comunicato in cui afferma di essere “estranea al rapporto contrattuale tra Maxol e Mottolino 2026 nell’ambito dell’organizzazione dell’appaltatore Ar.Co. Lavori, nonché alle successive vicende processuali intercorse tra le stesse parti avanti al Tribunale di Milano”. Il fatto è che il controllo dell’appalto, che aveva una base d’asta di 24 milioni di euro e un quadro economico totale di 33,8 milioni, spetta a Simico. Lettere e pec inviate anche al responsabile unico del procedimento, dipendente di Simico, non hanno avuto risposta.
L’appalto per il parcheggio di Livigno è stato assegnato nella primavera 2024, il contratto firmato il 29 maggio. Aggiudicataria è risultata Ar. Co. Lavori scc di Ravenna. Tre le consorziate esecutrici: Baronchelli Costruzioni Generali srl di Novate Milanese, C.R.S. Impianti e costruzioni spa di Gorle (Bergamo), C.R.T. Group di Borgomanero (Novara). Baronchelli e Crt si sono consorziate in Mottolino 2026. Nel luglio 2024 però Ar. Co. ha sostituito le consorziate con Livipark, una società consortile composta da Hana e Seli Manutenzioni Generali. A cascata i fornitori non sono stati pagati. L’imprenditore Merigo, titolare della Maxol di Olginate, ricostruisce: “Non è stata data da Ar. Co. comunicazione a fornitori e subappaltatori che avevano instaurato un rapporto con Mottolino 2026. Poi Livipark ha contattato la scrivente, come altri, per instaurare un rapporto commerciale per proseguire nel lavoro, nel mio caso la fornitura di micropali”. Mottolino 2026 non ha pagato quasi nessuno. “Ho fatto un decreto ingiuntivo per circa 500mila euro a Mottolino, poi diventato esecutivo, e ne ho pignorato il conto corrente, chiedendo il pignoramento dei crediti presso terzi, Ar. Co., Baronchelli, Crt… ho constatato con rammarico che alcuni di questi non si sono neppure degnati di dare riscontro, sebbene previsto per legge. Neanche il rup Valeria Cepi, project manager di Simico, mi ha risposto. Così ho segnalato all’Anac“, l’Autorità nazionale anticorruzione, “presunte irregolarità sui conti correnti dedicati in via esclusiva al monitoraggio delle grandi opere”, conclude Merigo.
In Tribunale a Milano è stata presentata un’istanza di fallimento della Mottolino 2026: la partita si sposta ora verso Ar.co e Simico. Tra chi aspetta i propri soldi c’è anche Fondamenta, società di Milano con 330 dipendenti: “Non abbiamo incassato nulla. La capogruppo e anche la stazione appaltante devono vigilare sulla corretta esecuzione dell’appalto”, denuncia l’ingegnere Giulio Borelli. In Trentino avanza una bella somma anche Tecnoperforazioni di Michele De Francesco: “Siamo abituati a lavorare con enti pubblici, ma non mi è mai accaduta una situazione così disastrosa come con Simico. Noi abbiamo fatto posa di pali e tiranti, aspettiamo i soldi e abbiamo fatto un decreto ingiuntivo. Nessuna risposta dal responsabile del procedimento, Simico non fa niente anche se è pienamente informata. Per le Olimpiadi abbiamo lavorato anche sui trampolini di Predazzo”. Altro affondo dalla bresciana Geoalpi, che deve ricevere 90mila euro: “Simico ha l’onere del controllo e quando effettua pagamenti a chi ha in carico l’appalto, come Baronchelli, deve prima verificare che tutte le fatture siano state quietanzate”, dice il responsabile amministrativo Giacomo Murachelli.
L'articolo Milano-Cortina, si allunga l’elenco delle ditte non pagate: i debiti sfiorano i due milioni. “Dal governo nessuna risposta” proviene da Il Fatto Quotidiano.