Milano-Cortina, Razzoli: io come uno spumante Ferrari, la Goggia un Barolo d'annata, saprà gestire la pressione ESCLUSIVA

  • Postato il 24 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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“Sofia Goggia la paragonerei a un buon Barolo, tannino e “cattivo” al punto giusto, per la Brignone indicherei l’Amarone per la sua sciata più rotonda, Vinatzer lo vedo come un Sangiovese o un Chianti classico. Io? Ero un brunello d’annata o meglio ancora uno spumante Giulio Ferrari, rotondo e ben invecchiato”. Giuliano Razzoli non scia più dal maggio dello scorso anno, tra le sue attività attuali, oltre a quella principale nel centro sportivo dell’Esercito dove si occupa anche di reclutamento, c’è anche quella di dare una mano all’acetaia di famiglia, gestita dalle sorelle, ma la passione per il vino l’ha sempre avuta. Anche se quella per la neve è venuta prima.

Ricorda ancora oggi un trafiletto sul Resto del Carlino dove c’era anche il suo nome, quale vincitore dei campionati provinciali a dieci anni. Tante vittorie in carriera – su tutte l’oro olimpico nello slalom a Vancouver 2010 – tanti infortuni e tanti ritorni come quell’incredibile quinto posto a Campiglio partendo col numero 69, o il podio conquistato a Wengen dopo sei anni di niente, o la medaglia olimpica a Pechino svanita di pochi centesimi. Vero erede di Tomba ha riportato la medaglia più bella in Italia 22 anni dopo l’impresa della “Bomba” a Calgary 1988.

Diciotto stagioni da professionista (la prima nel 2006/2007, con il debutto in Alta Badia nel giorno del 22esimo compleanno) e tante gioie, comprese due vittorie in Coppa del Mondo e gli undici podi. Intervistato in esclusiva da Virgilio Sport “Razzo” si racconta tra ricordi ed aspettative in vista di Milano-Cortina.

Quando pensi a Vancouver 2010, qual è la prima immagine o sensazione che ti viene in mente?
“Una è poco direi, ricordo l’emozione forte, la partenza, il traguardo, la folla, tante foto una dietro l’altra”.

C’è un “dietro le quinte” di Vancouver che pochi conoscono e che ti piace ricordare?
“Nell’attesa della II manche mi misi a seguire le partenze dei primi dal rifugio, all’epoca non avevamo le tv, volevo vedere se c’erano insidie sul percorso…a un certo punto mi si avvicinò Zurbriggen che mi mise sotto pressione..Iniziò a farmi i complimenti, che bella manche che hai fatto, speriamo che ti ripeti..In pratica una gufata, lo capii subito”

Hai mai avuto un rito scaramantico o un gesto portafortuna prima di partire?
“No, mai stato scaramantico”

Cosa rappresenta per te Milano-Cortina, sia come ex atleta che come appassionato di sci?
“Un’opportunità di far avvicinare il pubblico ai valori olimpici e una vetrina di cui il nostro sport ha bisogno”

Ti sarebbe piaciuto avere un ruolo ufficiale in occasione dei Giochi?
“Non avrei accettato ruoli tecnici, in fin dei conti ho smesso da troppo poco, vedremo se ci saranno delle altre opportunità”

Abbiamo speranze di medaglie ai Giochi?

“Direi di sì ma i numeri li vedremo alla fine, anche tra i giovani ci sono delle promesse, come Franzoni nel SuperG. C’è stato un ricambio generazionale, bisogna solo avere un po’ di pazienza”

Troppa responsabilità per Goggia se Brignone dà forfait?
“L’attenzione sarà tutta su Sofia, ma lei è abituata e saprà come gestirla”.

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Virgilio.it

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