Milano, con la siringa sulla metro: cerca la vena, passeggeri sconvolti | Immagini forti

  • Postato il 31 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni
Milano, con la siringa sulla metro: cerca la vena, passeggeri sconvolti | Immagini forti

Ore 21.45, non è notte fonda, non è un vicolo buio, non è un angolo dimenticato di una periferia degradata. Siamo sulla metropolitana gialla di Milano, quella che usano impiegati, studenti, famiglie, lavoratori.

Alla stazione di Porta Romana sul vagone diretto verso Duomo sale una donna con in mano una siringa. La tiene come fosse un trofeo e non soffre di diabete. Ha le unghie nere, gli abiti sporchi e il viso segnato. Si siede incurante di tutti e inizia a picchiettare e grattare senza sosta l'avambraccio, asciugandosi il sangue che le cola dalla ferita con la sciarpa appesa al collo. E i passeggeri? Attoniti. O forse semplicemente impauriti. Qualcuno lancia uno sguardo di commiserazione, qualcun altro si sposta più in là, qualcuno filma col cellulare. L'unico gesto di umanità arriva da una donna sudamericana, che prova a regalare alla tossica un sacchetto della spesa. Gesto nobile, ma inutile. Lei rifiuta. Quello che le serve non è pane, ma una dose.



Con la siringa in metropolitana: guarda qui il video

 

Ora, sia chiaro. Non si è bucata, almeno non in quel momento. Forse cercava una vena buona. Forse l'aveva già fatto prima. Ma il punto è un altro: questa Milano “europea, moderna, sicura” è in realtà una città dove i tossici viaggiano con la siringa in mano. Negli anni ‘70 e‘80, la droga spazzava via intere generazioni. Era la piaga della gioventù perduta, della disperazione nascosta nei vicoli e nelle case popolari. Ma almeno la vergogna esisteva ancora. Oggi, invece, si bucano in metro, nei parchi, in pieno centro, davanti a tutti, e nessuno dice nulla.

 

L'eroina è la valvola di sfogo dei nuovi emarginati, di chi ha perso tutto e non ha nulla da perdere. Solo che ora il dramma si consuma alla luce del sole, davanti agli occhi di chi finge di non vedere. E i numeri parlano chiaro. Nel 2022, l'Istat certifica che le attività illegali, inclusa la produzione e il traffico di droga, hanno generato 19,8 miliardi di euro, con un incremento del 6,7% rispetto all'anno precedente. L'eroina, che sembrava relegata ai tossici dimenticati, sta tornando con prepotenza nelle città. E Milano ne è l'epicentro.

 

 

ROGOREDO E SAN DONATO
Le aree di Rogoredo e San Donato sono da tempo hub dello spaccio di eroina. Il famigerato “boschetto di Rogoredo” era stato bonificato tempo fa ma è tornato ad essere una delle più grandi piazze di droga della Lombardia. Qui si spaccia tutto il giorno senza pudore e senza grandi rischi. I pusher? Sempre gli stessi, per lo più nordafricani, che smerciavano già anni fa e che oggi continuano il business indisturbati. I clienti? Un popolo trasversale di ogni età, da 13 ai 70 anni, perché l'eroina non è la sola droga in vendita. Le forze dell'ordine fanno il possibile, ma è come svuotare il mare con un secchiello.

 

Basti pensare che a settembre 2024 la Polizia di Stato ha controllato 1.400 persone nell'area di Rogoredo, arrestato 19 individui e sequestrato ingenti quantità di eroina, cocaina, shaboo e hashish. Nemmeno 24 ore dopo lo spaccio continuava come se nulla fosse. Si paga in contanti, ma c'è chi scambiala dose con oggetti di valore o prestazioni sessuali. Me lo ha raccontato una donna di una famiglia della buona borghesia milanese, una che aveva tutto, che ricopriva un ruolo importante in una società di comunicazione, e che oggi vive in comunità dopo essere passata dall'inferno. «Se ero fortunata, dormivo in qualche casa occupata, se no prendevo i bus notturni. Non avevo soldi ma la droga non si paga solo in contanti: si può barattare con un cellulare rubato, con un paio di scarpe firmate o con il proprio corpo». Lo psichiatra e coordinatore del Tavolo Tecnico Dipendenze della Regione Lombardia, Riccardo Gatti non si sorprende più di tanto.

«Siamo diventati una società di drogati. In questo contesto, anche l'eroina è tornata, inutile girarci intorno. Evidentemente, le istituzioni non fanno abbastanza per aiutare chi è in difficoltà. Ne ho viste di storie complesse, ma il video mi ha colpito. Non possiamo asserire con certezza che si trattasse di eroina, ma quella scena mi ha riportato alla mente un brutto periodo, tra gli Anni 70 e 80, quando le siringhe riempivano i parchi e i ragazzi morivano come mosche», afferma. «Oggi, rispetto ad allora, il mondo è cambiato. Ormai la droga è stata sdoganata e fa parte della vita di tantissime persone», aggiunge. Quanto al fatto che ci siano donne e uomini che scambiano sesso per droga, afferma: «Sarà banale, ma dove c'è una dipendenza, c'è anche prostituzione». Sempre stato così, sempre lo sarà. La dipendenza si paga, e non sempre in contanti.

 

 

Continua a leggere...

Autore
Libero Quotidiano

Potrebbero anche piacerti