Milan o Bologna? Cinque domande verso la finale di Coppa Italia

  • Postato il 10 maggio 2025
  • Di Panorama
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L’incrocio di San Siro ha, forse, cancellato le speranze del Bologna di tornare in Champions League condannando i felsinei a una doccia gelata inattesa. Alzi la mano chi, a metà del secondo tempo e con la squadra di Italiano in vantaggio e in apparente controllo, avrebbe mai immaginato possibile l’ennesima rimonta dei rossoneri. Per inciso, con quelli strappati al Bologna sono 22 i punti conquistati dal Milan da situazione di svantaggio in questa disgraziata stagione: un record che significa allo stesso tempo come troppo spesso l’approccio alle gare sia sbagliato, ma anche che Conceicao continua a saper toccare le corde giuste.

Tutto è accaduto a meno di cento ore dalla finale della Coppa Italia che mercoledì 14 maggio metterà di nuovo di fronte Milan e Bologna, questa volta allo stadio Olimpico di Roma. Per mille ragioni, un appuntamento che nessuna delle due contendenti può permettersi di sottovalutare: da una parte la necessità di chiudere in bellezza un’annata orribile (Milan), dall’altra l’incrocio con la storia (Bologna). Come arrivano le duellanti alla finale? Chi sta meglio e chi peggio? Lo scontro di San Siro ha cambiato gli equilibri? Ecco una lettura ragionata della sfida che vale la Coppa Italia attraverso cinque domande e risposte:

Il risultato di San Siro tra Milan e Bologna cambia qualcosa nell’approccio delle due squadre?

La risposta è positiva, nel senso che il contraccolpo di aver visto svanire le chance di qualificazione alla Champions League non potrà non produrre effetti sul Bologna. E, al contrario, la nuova rimonta consoliderà il periodo positivo del Milan che, Coppa Italia compresa, è arrivato a quattro vittorie consecutive: un dato quasi inedito in una stagione di continui alti e bassi. In particolare, qualche strascico può aver lasciato la sensazione dei felsinei di aver gettato al vento un’occasione enorme di dare una spallata quasi decisiva alla corsa per il quarto posto.

In vantaggio grazie ad Orsolini, quasi senza mai rischiare e contro un avversario che apparentemente stava già pensando alla finale, il Bologna si è suicidato sportivamente incassando tre reti in contropiede o su errori singoli e di piazzamento. Il ricordo della notte di San Siro accompagnerà i ragazzi di Italiano fino agli spogliatoi dell’Olimpico e il rischio è che lo faccia anche oltre, condizionando la prestazione nella finale. Il Bologna sa di dover essere perfetto per poter vincere contro il Milan, ma sa anche che l’errore fa parte del suo dna.

Gimenez può restare fuori dalla formazione titolare del Milan?

L’attaccante arrivato in gennaio dal Feyenoord ha vissuto un lungo periodo di appannamento dopo le prime, incoraggianti, prove. Per questo ha perso la titolarità e non parte nell’undici iniziale addirittura dal 15 marzo (Milan-Como 2-1): fanno 8 panchine consecutive più una gara saltata per infortunio. Chi lo ha sostituito, in particolare Jovic, non lo ha fatto rimpiangere. Anzi.

Ora, però, il vento è cambiato e il messicano è tornato a pesare sui risultati del Milan. Nelle ultime tre giornate di campionato, stando in campo solo 65 minuti, ha messo a segno 3 gol e un assist e soprattutto è parso perfettamente integrato nel gioco di Conceicao. Dunque? Che si fa adesso? Parte tra le riserve anche all’Olimpico o le gerarchie sono cambiate? Difficile immaginare il primo scenario, anche perché Conceicao ha dimostrato di essere un allenatore molto flessibile sia nella scelta dei moduli che degli interpreti: gioca chi sta meglio. E in questo momento Gimenez sta molto bene sia di testa che di fisico.

Conceicao si gioca la conferma sulla panchina del Milan?

Furlani ha rivendicato come, in caso di successo all’Olimpico, Sergio Conceicao sarà il primo tecnico del Milan dai tempi di Carlo Ancelotti a conquistare due trofei in una stagione. Dichiarazione che ha fatto arrabbiare una piazza già abbastanza provata dall’andamento di questo 2024/2025 e che non giustifica agli occhi del popolo rossonero nessun ragionamento intorno alla conferma. Il club, però, potrebbe pensarla diversamente e non necessariamente per i risultati.

Non aver riportato il Milan in zona Champions League è considerato un elemento a carico. Aver trovato una quadra tattica e, soprattutto, aver stretto un rapporto nuovo e diverso con lo spogliatoio sono invece argomenti a favore del portoghese che da parte sua sta cercando di rimanere il più lontano possibile dal tema della conferma. Un distacco che può essere interpretato come consapevolezza che a giugno sarà libero di cercarsi una nuova panchina, ma con l’avvicinarsi della finale la situazione complessiva del Milan nella programmazione della prossima stagione non permette di escludere alcuno scenario.

Vincendo la Coppa Italia il Milan salverebbe la stagione?

No. Inutile girarci intorno. Sicuramente sarebbe il modo migliore per mettere in archivio una stagione disastrosa, ma ma la pervicacia con cui si sono commessi errori di programmazione, gestione, tattici e tecnici (dunque a tutti i livelli) non consente redenzione nemmeno accoppiando la Coppa Italia alla Supercoppa italiana conquistata a gennaio in Arabia Saudita.

Conquistando la coppa il Milan ritroverebbe l’Europa attraverso la qualificazione automatica in Europa League, potendosi permettere un progetto un po’ più ambizioso per l’estate anche grazie a qualche ricavo che comunque arriverebbe. L’altra faccia della medaglia sono le fatiche dell’Europa giocata di giovedì quando – lo dimostra l’esempio del Napoli di Conte – stare fuori da tutto con una rosa rivitalizzata può portare vantaggi enormi nell’accorciare i tempi per tornare ad essere competitivi per lo scudetto.

Il Bologna ha finito la benzina?

Se il metro di giudizio sono i risultati, il sospetto è che la stanchezza sia improvvisamente arrivata ad appesantire il Bologna. Nelle ultime tre di campionato due pareggi (Udinese e Juventus) e una sconfitta (Milan). A guardare le partite, però, i ragazzi di Italiano hanno sempre dato la sensazione di avere ancora forza nelle gambe e intensità per praticare almeno per 50-60 minuti il proprio calcio.

Potrebbe trattarsi, semmai, di un po’ di inesperienza e incapacità di gestire la pressione. Non una novità, se è vero che anche l’anno scorso il Bologna fenomenale di Thiago Motta chiuse con due sole vittorie nelle ultime 8 sfide, quelle che avrebbero aperto le porte per una storica qualificazione alla Champions League.

Autore
Panorama

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