Milan, morto Attilio: l'ultimo rimasto dei Maldera dopo Aldo e Luigi: una dinastia rossonera
- Postato il 4 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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“La gloriosa famiglia rossonera dei Maldera ha perso Attilio. Come i suoi fratelli Gino e Aldo, ha amato il Milan per tutta la sua vita. Difensore sul campo, ma anche allenatore delle squadre giovanili milaniste. Di Attilio Maldera tutto il mondo rossonero conserverà un ricordo importante e sincero“. Con questo post sui social il club rossonero ha annunciato la scomparsa di Attilio Maldera, meglio noto come Maldera II, ex difensore passato poi ad allenare nei settori giovanili.
La dinastia dei Maldera
Attilio era il secondogenito. La famiglia Maldera era originaria della Puglia, ma si trasferì in Lombardia (zona Bresso/Milano) dove il padre aprì un’attività di frutta e verdura. In quegli anni, Attilio e i fratelli giocavano su un prato spelacchiato trasformato in un improbabile campo di calcio (“I fratelli con cui giocavo nei campetti erano più che compagni — erano allenatori, avversari, amici. Era lì che imparavi a cadere e a rialzarti”. ) senza bordi né porte ben definite, nella zona sud-est di Brese. Attilio era il “secondo” — da qui il soprannome Maldera II. «Essere Maldera II non era un peso, ma un richiamo costante: dovevo meritarmi quella maglia, quel nome».
La carriera di Attilio
Il più famoso dei fratelli è stato Aldo, ovvero Maldera III, stella di Milan e Roma con 10 presenze anche in Nazionale (morto il 1 agosto del 2012), poi c’è stato Luigi detto Gino o Maldera I (morto a Milano il 5 novembre 2021). Attilio, a differenza dei fratelli, ha vestito la maglia del Milan solo nel settore giovanile: in prima squadra praticamente non giocò: Ha militato in squadre come Cesena. Alessandria e Bari. Di se stesso diceva di essere “un difensore che poteva muoversi in tutti i ruoli della retroguardia”, una flessibilità che però – diceva – «può essere un’arma a doppio taglio» perché ti fa essere utile, ma magari meno identificabile come specialista. Dopo aver smesso di giocare, Attilio si dedicò all’allenamento/settore giovanile: «Allenare ragazzi è stato come restituire quello che il Milan e il calcio mi avevano dato».