Milan, il dramma di Serginho: "Mio figlio morto a 19 anni per colpa delle sigarette elettroniche"
- Postato il 8 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Il sorriso di Serginho oggi è spento. L’ex terzino sinistro del Milan vive un dolore che nessun padre dovrebbe conoscere: la perdita di suo figlio Diego, morto a soli 19 anni per complicazioni legate all’uso della sigaretta elettronica. Un dramma che ha cambiato per sempre la sua vita. Tra lacrime, ricordi e riflessioni, il brasiliano – oggi 54enne – parla anche del suo passato glorioso in rossonero e del legame indissolubile con Milano.
- Un dramma che non si può spiegare
- Il Milan nel cuore, tra gloria e sacrificio
- Berlusconi, il maestro inatteso
Un dramma che non si può spiegare
“Non mi abituerò mai a parlare della morte di mio figlio“, racconta Serginho con la voce rotta dal dolore in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Da quando Diego se n’è andato, ogni certezza è crollata. Il ragazzo era un atleta, praticava Jiu-Jitsu e conduceva una vita sana, ma il vizio della sigaretta elettronica lo ha lentamente distrutto. “Passava le giornate a svapare“, spiega l’ex calciatore, convinto che quel fumo dolciastro gli abbia provocato un male improvviso e fatale. “Aveva un dolore alla spalla, ma non capivamo. Era un atleta, faceva Jiu Jitsu. Gli facemmo fare delle analisi, erano perfette. Poi, in un paio di settimane, è peggiorato. Ma quasi improvvisamente. So che la colpa è del fumo: passava tutto il giorno a ‘svapare’ con la sigaretta elettronica. Era diventato un vizio.Vivo per lui, con la speranza di riabbracciarlo un giorno“.
Il Milan nel cuore, tra gloria e sacrificio
Dal Brasile a Milano, la carriera di Serginho è un viaggio pieno di emozioni, non privo di qualche momento complicato. Arrivato in rossonero grazie a Braida, dopo essere stato vicino alla Juventus di Ancelotti, ha vissuto anni irripetibili tra trionfi e momenti difficili. “Con Zaccheroni fu un incubo, ma con Cesare Maldini e Carlo tutto cambiò: mi dissero di pensare solo ad attaccare, e così rinacqui“. In campo, il suo sinistro e le sue galoppate sulla fascia sono rimasti nella memoria dei tifosi, che non lo hanno mai dimenticato.
Berlusconi, il maestro inatteso
Serginho conserva ricordi indelebili del presidente Silvio Berlusconi, uomo capace di unire carisma e passione. “Mi prese da parte per insegnarmi a difendere: usò le sue guardie del corpo come sagome per mostrarmi i movimenti giusti“, racconta sorridendo. Quel Milan era una famiglia, un gruppo di campioni e uomini veri. Anche dopo il ritiro, Serginho ha continuato a collaborare con il club, diventando un ponte tra il Milan e il Brasile e aiutando a scoprire talenti come Thiago Silva. “Questa società mi ha dato tutto — conclude — e io porterò per sempre il suo nome nel cuore“. Nel passato è stato uno dei più grandi estimatori di Theo Hernandez, suo potenziale erede. Col francese, però, la storia è finita male.