Milan fuori dalla Champions: fallimento

Milan fuori dalla Champions: fallimento



Il Milan esce dalla Champions League, eliminato da una squadra più debole, privata del suo centravanti trascinatore - finito proprio in maglia rossonera -, senza portiere titolare, difensore centrale e capitano. Un'eliminazione che si può definire in un solo modo: fallimento. Non c'era alcuna ragione perché il Feyenoord riuscisse a prendersi il pass per gli ottavi di finale e, invece, lo sviluppo delle due partite lo ha prodotto come effetto ultimo di una serie di errori.

Fuori dalla Champions League in un playoff cui il Milan non doveva nemmeno partecipare se avesse fatto il suo dovere a Zagabria nell'ultimo turno della prima fase. Il protagonista negativo assoluto della serata di San Siro ha il nome di Theo Hernandez, scellerato nel prendere due ammonizioni inutili, la seconda cercando di ingannare l'arbitro Marciniak con una simulazione senza alcun senso. Inferiorità numerica per 40 minuti, partita girata visto che fino a lì era stato un assolo rossonero premiato subito in apertura da Gimenez.

Il secondo colpevole porta il nome di Sergio Conceicao. Ha sbagliato la squadra dell'andata a Rotterdam, sbilanciandola con i Fab Four anche se con l'alibi delle troppe assenze a centrocampo, non ha convinto nei cambi a San Siro una volta rimasto in inferiorità numerica: ad Empoli aveva inserito giocatori offensivi, trasmettendo ai suoi mentalità vincente, contro un Feyenoord modesto ha tirato fuori prima Pulisic e poi lo stesso Gimenez. Ha spiegato che il nuovo bomber giocava rischiando di farsi male, ma in campo era l'unico pericoloso tra quelli offensivi.

Non ha pagato insistere a prescindere su Joao Felix, irritante. Il Milan è stato tradito dai suoi uomini più importanti così come era accaduto in Olanda quando era stata una papera di Maignan a indirizzare la sfida. Punto. L'uscita dalla Champions League vira in negativo una stagione che a fatica Conceicao stava cercando di rialzare, apre dubbi sul futuro e crea anche un danno collaterale non insignificante: l'Italia perde una squadra prematuramente, lascia sul campo il bonus ottavi di finale e rende una salita quasi impossibile l'inseguimento al secondo posto che vale uno slot in più per la prossima Champions League che servirebbe come il pane proprio ai rossoneri.

"Siamo delusi e arrabbiati. Penso che è mancata maturità" ha ringhiato Ibrahimovic, anche lui sotto osservazione perché il flop europeo ha effetti immediati anche sul bilancio, tema sensibilissimo per Cardinale. Più articolata la lettura di Conceicao: "Sono arrivato un mese e mezzo fa, ma mi fanno paragoni con allenatori che erano qui da anni. Non si è lavorato con i titolari, si lavora in pochi con chi fa cose diverse. Abbiamo vinto l'unico trofeo che potevamo vincere, siamo in semifinale di Coppa Italia e in campionato, da quando sono arrivato io, abbiamo fatto 14 punti e il Napoli 15". Tutto giusto, ma tutto con il sapore della ricerca di alibi. Chi vince gode, chi perde spiega. Il resto della stagione sarà un duro esame di coscienza per il Milan, a tutti i livelli.

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Panorama

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