Milan e Bologna, la finale di Coppa Italia vale una stagione
- Postato il 14 maggio 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


Chi per la storia e chi cercando di salvare una stagione il cui giudizio, comunque vada lo scontro finale dello stadio Olimpico di Roma, sarà negativa. Mai come in questa serata di metà maggio la Coppa Italia rappresenta uno spartiacque per le squadre che si sono guadagnate la possibilità di contendersi il trofeo. Da una parte il Milan che convive con l’etichetta di un’annata fallimentare, non emendabile nemmeno aggiungendo un trionfo a quello invernale di Riad in Supercoppa Italiana, dall’altra il Bologna che la coppa l’ha conquistata nell’ormai lontanissimo 1974 come ultimo atto di un’era indimenticabile e mai più tornata.
Chi avrà la motivazione maggiore da mettere in campo? Sergio Conceiçao il cui destino appare segnato, addio a fine anno con o senza coppa in mano, o Vincenzo Italiano che le finali fin qui le ha giocate perdendole sempre? Lui che nel 2023 a Roma ci è arrivato sulla panchina della Fiorentina, dovendo poi cedere il passo all’Inter di Inzaghi nella stagione dell’amarezza in Conference League che si sarebbe poi ripetuta anche un anno dopo. Un predestinato senza palmares, almeno fin qui, il tecnico che ha spinto il Bologna anche a un passo dalla storica qualificazione bis alla Champions League crollando sul più bello proprio contro il Milan.
La sfida dell’Olimpico propone un intreccio di storie che nobilita l’atto conclusivo della Coppa Italia. Da tempo non è più la coppetta che le grandi snobbano, salvo poi riscoprirla a primavera inoltrata in caso di flop in campionato: giocano tutti per andare avanti il più possibile, in palio ci sono milioni e l’Europa che non sarà quella della Champions ma è comunque uno sfogo importante per bilanci, ambizioni e progetti sportivi. Il Milan, ad esempio, ha un disperato bisogno di rientrare dalla finestra dopo aver fallito l’ingresso dalla porta principale: non è solo questione di premi, nettamente inferiori a quelli della super Champions, ma di standing internazionale, visibilità per gli sponsor e ranking europeo. Vorrà pur dire qualcosa se le big inglesi si spremono anche nelle coppe minori, invece di snobbarle come per troppo tempo hanno fatto le italiane.
Vincere a Roma non sposterebbe il giudizio sulla stagione rossonera, deludente e che obbliga a riflessioni profonde su cosa non funzioni nel meccanismo societario, oltre che tecnico. Il casting infinito per la figura del direttore sportivo, che potrebbe anche non arrivare o comunque non in tempi funzionali a firmare il progetto della prossima annata, non è una buona notizia per un popolo disorientato e arrabbiato, costretto a fare i conti anche con l’età dell’oro dei rivali cittadini di sempre. Però vincere significa sempre ottenere qualcosa e, dunque, al dispetto della potenziale convenienza di presentarsi liberi da impegni europei nella prossima stagione è logico che il mondo Milan punti a conquistare questa Coppa Italia.
Il Bologna vive un sogno, ma non ha il privilegio di poterlo fare senza addosso pressioni. La sconfitta di San Siro è stata un colpo duro da digerire perché ha fatto svanire i sogni Champions e messo il tarlo del dubbio nella testa della squadra di Italiano. L’analisi complessiva di questi mesi, però, dice che i felsinei non si possono considerare semplici outsider dentro una finale in cui portano anche l’esperienza maturata nelle otto partite europee giocate in autunno e inverno: male all’inizio, in maniera entusiasmante poi fino all’apice della vittoria contro il Borussia Dortmund. Un pronostico, insomma, è difficile se non impossibile da fare.
Leggi anche: