Migranti, il rinnovo del Memorandum con la Libia divide Schlein e Conte. “Sospenderlo”. “No, rinegoziarlo”

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Le violazioni denunciate dagli organismi internazionali, i mandati dell’Aia, i lager, le motovedette donate dall’Italia che attaccano le navi umanitarie, i migranti feriti dalla cosiddetta guardia costiera libica, come i tre sbarcati ieri a Pozzallo, uno dei quali in coma. “Insieme ad Alarm Phone – ha raccontato la ong Mediterranea – avevamo avvisato le autorità italiane fin dal pomeriggio di ieri, ma solo oggi (13 ottobre, ndr), con ventiquattr’ore di ritardo dalla tragica sparatoria, sono partiti i soccorsi. La persona ora in fin di vita poteva essere raggiunta subito da un elicottero maltese o italiano ieri. Ci auguriamo riesca a sopravvivere”. Insomma, sul Memorandum d’intesa siglato nel 2017 dall’allora governo Gentiloni per la regia di Marco Minniti, la misura è colma. Non per Giorgia Meloni e soci, che si sono appena auto assolti in Parlamento per aver liberato il generale libico Almasri, rimandato a casa in fretta e furia con un volo di stato infischiandosene del mandato di cattura della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro l’umanità per le sevizie nelle carceri di Tripoli. Già prorogato nel 2020 e nel 2023, l’accordo con l’allora governo provvisorio di Tripoli scadrà il prossimo 2 novembre e alla Camera le opposizioni hanno iniziato a discuterne, pur consapevoli che il Parlamento “non può esprimere alcun voto perché tutto viene gestito da Palazzo Chigi”, ha ricordato in Aula la deputata di Avs Francesca Ghirra. Il governo non ha motivo per non tirare dritto, coerentemente col suo apprezzamento per il contrasto all’immigrazione irregolare: 20.017 i migranti intercettati in mare e riportati indietro dai libici nei primi nove mesi del 2025, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (Oim), comprese 1.779 donne e 718 minori.

Complice il rumore sul caso Almasri che ha costretto Palazzo Chigi e i ministri di Meloni a inedite capriole prima del colpo di spugna in Aula per negare l’autorizzazione a procedere su Nordio, Piantedosi e Mantovano, le opposizioni hanno deciso di battere un colpo. O meglio, due. Da un lato Pd, Avs, +Europa e Italia Viva, che hanno presentato una mozione parlamentare (1-00498) che chiede al governo di non procedere al rinnovo automatico del Memorandum e vede la segretaria dem Elly Schlein prima firmataria e a seguire Fratoianni e Bonelli di Avs, Riccardo Magi di +Europa e Maria Elena Boschi di Iv. La mozione dice che il Memorandum è in aperta contraddizione con numerosi principi di diritto internazionale e sottolinea le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, citando le prove documentate di torture, schiavitù, violenze sessuali e detenzioni arbitrarie contro migranti e rifugiati; i riscontri Onu sui crimini contro l’umanità; il riconoscimento del fatto che la Libia non è un luogo sicuro da parte di Nazioni Unite, Corte di Cassazione italiana e Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU); le collusioni delle autorità libiche, compresa la guardia costiera, con milizie e trafficanti scoperte dalla Missione d’inchiesta Onu. Senza contare che lo stesso Memorandum “prevede all’articolo 5 che la sua interpretazione e applicazione avvengano «nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte»”. Per questo, è scritto nella mozione, “si impegna il governo a non procedere al rinnovo automatico” e a sospendere ogni forma di cooperazione che porti al ritorno forzato di persone in territorio libico. Inoltre si chiede la revisione integrale degli accordi bilaterali e la promozione a livello europeo di una missione civile di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, garantendo massima trasparenza sulla spesa e sul monitoraggio degli aiuti.

“Questo rapporto va interrotto, bisogna rendersi conto nel governo e nel Parlamento che questo accordo porta con sé costi elevatissimi, scarsa trasparenza e la violazione sistematica dei diritti umani, della legge europea, dei diritto internazionale”, ha detto alla Camera la deputata del Pd Ouidad Bakkali illustrando la mozione Schlein. Per la “revoca” del Memorandum si è espressa in aula anche Allenaza Verdi e Sinistra. “Noi siamo sempre stati assolutamente contrari al Memorandum Italia Libia”, ha detto Ghirra, “ma oggi che gli abusi, le violenze e le violazioni dei diritti umani da parte della Guardia costiera libica sono sotto gli occhi di tutte e tutti – lo siamo ancora di più”. Tra i firmatari della mozione mancano però i parlamentari del M5s. “Non sospendere ma rinegoziare il Trattato”, questa la posizione del Movimento di Giuseppe Conte, espressa in aula dalla deputata Ida Carmina e dal capogruppo in Commissione Esteri a Montecitorio, Francesco Silvestri. “Siamo contrari all’approccio securitario della destra di governo ma neppure crediamo si possa eliminare improvvisamente questo memorandum, perché si creerebbero ulteriori problemi con una elefantiasi di tentativi di solcare il mare con disperati fuori controllo. La nostra è la terza via, non la chiusura cieca della destra ma nemmeno una apertura indiscriminata che è contraria agli interessi dei migranti”. E Silvestri, che rilancia sulla necessità di rivedere le condizioni: “Vogliamo conoscere le spese, le clausole e soprattutto i risultati di questo memorandum”. E chiede l’apertura di corridoi umanitari per chi fugge dalle guerre per togliere la domanda ai trafficanti che vanno colpiti economicamente mentre oggi agiscono indisturbati – altro che la caccia meloniana su tutto il globo terracqueo”.

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Il Fatto Quotidiano

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