Mieli-Travaglio, scintille su La7. “Johnson bloccò negoziato tra Mosca e Kiev? Immensa bufala russa”. “Lo dissero gli ucraini”
- Postato il 16 maggio 2025
- La7
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dibattito vivace a Otto e mezzo (La) tra il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il giornalista Paolo Mieli sulle trattative fallite nel 2022 tra Russia e Ucraina.
La miccia è l’intervento del direttore di Limes, Lucio Caracciolo: “Oggi non è da sottovalutare questa ripresa di negoziati, perché è una ripresa in tutti i sensi. Si torna a Istanbul nello stesso palazzo dove si svolsero i negoziati tra fine febbraio e aprile del 2022, quando ucraini e russi non firmarono una bozza di accordo che, fra le altre cose, prevedeva la neutralità della Ucraina e il ritorno dei russi sulle posizioni del 24 febbraio 2022. Sono passati più di tre anni, centinaia di migliaia di morti e si ricomincia da lì – spiega Caracciolo – La vera differenza oggi, rispetto al 2022, è che ci sono gli americani. E bisogna dare atto comunque a Trump di avere smosso le acque dopo che per tre anni non si era combinato nulla. Siamo tornati dopo tutto questo massacro, che non si capisce perché debba ancora durare, esattamente a dove eravamo nell’aprile del 2022, quando l’accordo che stava per essere firmato fu bloccato da Boris Johnson con l’appoggio degli americani”.
“Immensa bufala – afferma Paolo Mieli – Lasciamo agli storici il compito di spiegare come è andata quella trattativa nel 2022 quando uscirà la documentazione vera, perché in realtà ci sono versioni contrapposte. Se ho ascoltato bene Caracciolo, lui dice che i russi erano disposti a ritirarsi dentro i confini e che poi è arrivato Boris Johnson con gli americani a bloccare tutto. Questa è la versione dei russi“.
“Non solo dei russi”, replica Caracciolo.
“No, è la versione degli ucraini – ribatte Travaglio – Ci sono tre interviste dei tre negoziatori ucraini”.
“Sì, lo so – commenta piccato Mieli – Ma lasciamo la spiegazione di tutto agli storici”.
“Gli storici dovranno prendere atto di quello che ci hanno detto i negoziatori ucraini, non russi – rilancia il direttore del Fatto – C’è un negoziatore ucraino che dice che, dopo aver conosciuto le condizioni che ponevano i russi, loro hanno stappato lo champagne. L’hanno detto gli ucraini, non i russi”.
“Ti prego, basta, non ne parliamo – insorge stizzito Mieli – Stiamo parlando dei colloqui di Istanbul di oggi”.
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