Miasmi alla Foce, la Procura attiva un tavolo di emergenza sul depuratore: “All’interno aria potenzialmente tossica”

  • Postato il 24 ottobre 2025
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depuratore punta vagno

Genova. La procura di Genova ha attivato un tavolo tecnico di emergenza, per risolvere la criticità dei misteriosi miasmi che ormai da quasi due mesi assediano i residenti della Foce e in parte anche quelli di Albaro. Il tavolo sarà coordinato dal Comune di Genova.

La richiesta è arrivata nel corso di un incontro dedicato che si è tenuto venerdì mattina in Procura, cui hanno partecipato tutti gli enti interessati: Asl3, Arpal, Vigili del fuoco, Polizia locale e Comune di Genova. La Prefettura è stata anch’essa informata: il tema è la tutela della salute pubblica, visto che sulla base delle misurazioni effettuate da Arpal all’interno del depuratore di Punta Vagno dove l’aria è ormai “diventata irrespirabile e potenzialmente tossica” rendendo necessario dotare i lavoratori di presidi di sicurezza.

E anche all’esterno nelle zone limotrofe all’impianto la situazione è molto pesante. All’incontro erano presenti il procuratore di Genova Nicola Piacente, il procuratore aggiunto che coordina il gruppo ambiente Federico Manotti e il sostituto procuratore Andrea Ranalli, titolare dell’indagine aperta. Il fascicolo penale ipotizza profili di responsabilità colpose in materia ambientale, ed è al momento a carico di ignoti.

Per i pubblici ministeri la priorità è risolvere l’emergenza, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori che dovranno recarsi sul depuratore per verificare le cause del problema, oltre che per gli abitanti del quartiere di Punta Vagno.

Il procuratore Piacente ha inoltre spiegato la decisione di non sequestrare l’impianto in questa fase: “Non abbiamo ritenuto di sequestrare l’impianto – ha spiegato il procuratore di Genova Nicola Piacente – perché in questo caso il rimedio sarebbe stato peggiore del male in quanto avrebbe neutralizzato tutti i processi di depurazione della città di Genova.” Il sequestro complicherebbe la neutralizzazione di tutti i processi di depurazione di Genova.

Sopralluogo al depuratore di Punta Vagno per capire l’origine dei miasmi

Il depuratore di Punta Vagno è tornato al centro delle indagini sui miasmi da qualche giorno.

Giovedì pomeriggio, dopo che l’assessora comunale all’Ambiente Silvia Pericu ha chiesto ad Asl di potenziare i controlli, la task force composta da Arpal, Asl stessa e Nucleo Tutela Ambientale della Polizia Locale hanno raggiunto il depuratore, inizialmente escluso dalle cause dei fortissimi e nauseanti odori, per un nuovo sopralluogo. Il depuratore è al centro del progetto di revamping di Iren, e i lavori, iniziati a settembre 2024, dovrebbero durare ancora circa un anno e mezzo.

Da venerdì ci sono di nuovo odori molto forti – conferma la presidente del municipio Medio Levante Anna Palmieri – e ieri in particolare sono stati asfissianti: finestre chiuse anche per noi che abbiamo gli uffici in via Mascherpa. So che c’è un fascicolo aperto dalla procura e nessuno può dire molto allo stato attuale, ma mi è stato chiesto tutto ciò che potrebbe essere utile per individuare la fonte. Io ho spiegato che ogni mattina, dalle 10 alle 11, si sente più forte, forse a causa del giro di venti”.

Il ‘mistero’ dei miasmi alla Foce: “L’odore si spande, più forte la mattina”

Il “mistero” tiene banco ormai dal 2 settembre, quando i miasmi hanno iniziato a farsi sentire con prepotenza. Un odore persistente, continuo, ma che varia di intensità a seconda del momento della giornata e che si sposta. Inizialmente le vie maggiormente interessante erano via Rimassa, via Casaregis, piazza Rossetti e limitrofe, da qualche settimana sono i residenti di Albaro a fare i conti con finestre chiuse e aria irrespirabile: via Nizza, via Trento, via Piave, via Liri. Qualcuno ha denunciato di averlo avvertito anche a Carignano, ma capire da dove provenga esattamente è difficilissimo proprio per la diffusione a macchia d’olio.

“È dal 2 settembre che chiedo chiarimenti, e se inizialmente mi sembrava che la questione fosse presa sottogamba devo dire che negli ultimi tempi ci stanno lavorando molto – dice ancora Palmieri – sono  fiduciosa che si possa trovare una soluzione. Continuo comunque a interessarmi in prima persona, anche se il Municipio non ha il compito di fare le indagini è comunque il presidio più importante per i cittadini. Qualche giorno fa mi sono preoccupata, perché alcuni residenti hanno lamentato bruciori agli occhi e ho temuto problemi di salute pubblica”.

L’assessora Pericu aveva nei giorni scorsi ha chiesto ad Asl di approfondire le verifiche proprio per trovare risposte, e prosegue la raccolta di dati per ottenere segnalazioni precise, con orario e zona in cui si percepiscono i miasmi, così da consentire alla polizia locale di intervenire e mappare.

L’inchiesta della procura e le ipotesi

La speranza è di raccogliere abbastanza dati da vedere una sorta di “schema” e restringere così le aree. Le ipotesi prese in considerazione a oggi per i miasmi sono il depuratore di Punta Vagno, inizialmente escluso, e poi la copertura del Bisagno, visto che già in passato vi si erano accumulati sotto detriti e anche carcasse animali, e ancora i cantieri del Waterfront e di piazzale Kenney con i loro canali e il rio Casaregis. Questi ultimi però sembrano essere stati esclusi, visto che nel periodo del Salone Nautico l’odore non si è avvertito e le verifiche non hanno dato sito.

Autore
Genova24

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