Mia Martini: trent’anni senza la sua indimenticabile voce
- Postato il 12 maggio 2025
- Di Panorama
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C’è solo un modo per onorare la memoria di Mia Martini e cioè riascoltare la sua voce straordinaria, la sua capacità e di emozionare, di interpretare la musica e le sue vibrazioni. Mia Martini non c’è più da trent’anni dal 12 maggio del 1995 quando venne trovata morta nel suo appartamento di Cardano al Campo. L’autopsia stabilì che il decesso era dovuto ad una overdose di stupefacenti.
Sono stati anni difficili e dolorosi gli ultimi della cantante, inseguita da voci e malignità di ogni tipo, maldicenze secondo cui avrebbe portato sfortuna e che hanno condizionato pesantemente e ingiustamente la sua vita e la sua carriera.
Come dicevamo, il modo migliore per ricordare la sua storia è riascoltarla. E a questo proposito è da poco disponibile Tarab una racconta che tiene insieme brani inediti e interpretazioni alternative dei successi. Quindi molto più di un semplice best of, ma un vero e proprio percorso dentro l’arte e il talento di Mia. Il fatto che si tratti di interpretazioni mai ascoltate prima rende ancora più emozionante ascoltare le canzoni di Tarab.
Il titolo del disco deriva dalla parola araba tarabi, difficilmente traducibile con un solo termine, perché racchiude lo stato di meraviglia che nasce dalla potenza della musica. Prima di tutto c’è il brano che dà il titolo all’album, un pezzo inedito di fine anni Ottanta, tutto basato sui suoi leggendari vocalizzi. A seguire, Madre e Figlia, altro pezzo mai pubblicato prima con testo di Martini e musica di Guido Guglielminetti.
Il fiume dei profumi, venne in origine pubblicato nell’album Lacrime del 1992, ma qui è presente in un’altra versione registrata nello studio casalingo di Biagio Antonacci nel 1991. Tra le chicche, Il Pescatore di Fabrizio De André, riletta magistralmente con un approccio musicale e vocale che la rende qualcosa di molto differente dall’originale . E, poi, un’altra gemma, ovvero il demotape di Almeno tu nell’universo , sicuramente tra i brani più significativi della carriera di Mimì, qui presente nella versione che venne inviata alla giuria che esaminava le canzoni per il festival di Sanremo del 1989.
Il pezzo, scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, è uno dei grandi capolavori della musica italiana. Al Festival ottenne il Premio della Critica ma nella classifica generale si piazzò inspiegabilmente al nono posto.