“Mi sono reso conto di avere la sindrome di Tourette. I tour? Mi terrorizzano. Maschero tutto, mi mostro pomposo, compiaciuto ma sono olimpionico del ‘masking'”: parla Robbie Williams
- Postato il 2 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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I’m ADHD! No You’re Not è il nome di un podcast condotto da Paul Whitehouse e della dottoressa Mine Conkbayir e in una delle ultime puntate l’ospite è stato Robbie Williams che ha raccontato di avere la sindrome di Tourette. La popstar ha spiegato di avere fatto un test per la diagnosi dell’autismo che è risultato negativo ma che ha rivelato “tratti autistici” e ha poi aggiunto: “Mi sono appena reso conto di avere la Tourette, ma non si manifesta all’esterno. Sono pensieri intrusivi che arrivano: l’altro giorno camminavo per strada e ho realizzato che questi pensieri intrusivi fanno parte della Tourette. Semplicemente, non si vedono”, le parole di Robbie. Sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù si legge: “Per Sindrome di Tourette, nota anche come Sindrome di Gilles de la Tourette, si intende un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato dalla presenza di tic multipli. I tic consistono in suoni e/o movimenti ripetitivi e privi di finalità“.
E ancora: “Si potrebbe pensare che uno stadio pieno di persone che ti dichiarano il loro amore possa servire da distrazione. Ma qualunque cosa io abbia dentro, non riesco ad assorbirlo”. Difficoltà con i live (nonostante ne abbia fatti una marea e tutti bellissimi) sulle quali ha aggiunto: “Ho un rapporto molto complicato con i tour e con le performance dal vivo. La gente dice: ‘Ah, stai andando in tour? Sarai super eccitato’. In realtà no. Sono terrorizzato, ok? Sono terrorizzato. Maschero tutto come un olimpionico del “masking” (mettere la maschera, ndr), perché quello che riesco a fare – a mio discapito, in realtà – è mostrarmi pieno di sicurezza, quasi pomposo, compiaciuto, con grandi gesti. E questo mi ha aiutato, perché il mio volto finisce sui poster e i biglietti continuano a vendere. Ma la verità è che, dentro, io mi sento sempre l’opposto di quello che mostro”. Viva Robbie, la sua schiettezza, il suo essere una superstar senza (più) pose da superstar. Quelli ‘grandi’ per davvero sono così.
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