“Mi sento un fallito nonostante tutto. Esiste il circolino dei rapper. Molti frequentano quel tipo di ambiente, anche per instaurare connessioni”: parla Il Tre
- Postato il 5 novembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Mi seguono tanti adolescenti che magari mi vedono come un ‘supereroe’. Cerco di comunicargli che anche io sono stato dalla loro parte. Ho tantissime paure: convivo col timore che questo sogno possa svanire da un giorno all’altro e, nonostante i risultati ottenuti, mi sento un fallito. Ho la concezione di dover fare sempre di più”, ha detto Il Tre in occasione della presentazione del suo prossimo disco, “Anima nera” (“anche nelle anime più pure ci può essere una stanza scura. Ma non è per forza un qualcosa di negativo”), in uscita venerdì 7 novembre. Dopo i progetti “Ali” (certificato Oro) e “Invisibili” (certificato Platino) e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2024 con il brano “Fragili” (disco di Platino con 31,3 milioni di streaming solo su Spotify), Guido Luigi Senia, in arte Il Tre, torna con un disco che, pur essendo prevalentemente pop, mantiene comunque un’anima rap. L’album, composto da undici tracce, presenta una componente cantautorale e, molte melodie, abbracciano anche il country.
“Tutti i contenuti visivi dell’album sono ambientati in Texas, ad Austin,- ha affermato – anche perché ho un immaginario molto americano. A differenza dello scorso disco, ‘Invisibili’, che era più desolato e freddo e quindi ambientato in Islanda, questo album è sia malinconico, anche perché mi piace la musica triste, che solare”. Una contrapposizione che emerge fin dalla prima traccia, “Noveunouno”. Brano dove l’artista dice che “Non è Sanremo a dirmi le cose che merito”, perché “il Festival è stata una parentesi bellissima ma, in quella settimana, ci sono tante persone che giudicano. E molti sentenziano sulla tua carriera da quei tre minuti di canzone. Per molti sono solo uno sconosciuto che è andato a Sanremo a caso. Invece faccio musica da dieci anni e se sono finito là un motivo ci sta”, ha dichiarato Il Tre.
“’Noveunouno’ è uno dei pochi pezzi rap: “Ho da sempre sentito l’esigenza di evolvermi, di sperimentare. Mi è sempre piaciuto cantare. Ho un percorso molto hip hop alle spalle: vengo da mixtape, da album molto più rap e, con quest’ultimo progetto, mi sono concesso il ‘lusso’ di spingermi al di fuori della mia zona di comfort”, ha aggiunto il rapper che, rispetto ad alcuni suoi colleghi, è una mosca bianca. L’ostentazione della ricchezza non è pane per i suoi denti (“Preferisco le fogne delle tartarughe ninja, piuttosto che mangiare le ostriche di questa villa”, rappa in “Litorale”) e, le terminologie usate nei confronti delle donne, sono contenute. Questo perché “per me è la normalità – ha spiegato Il Tre -. Ho rispetto in primis verso mia mamma, con la quale ho un bellissimo rapporto. A volte ci insultiamo, ma tutto nei limiti. Sul resto non metto bocca perché sono abitudini delle quali non faccio parte, non è la mia vita”. E ancora: “Poi c’è chi ha vissuto in contesti differenti ma, soprattutto, è stato ineducato. Neanche maleducato. Vuol dire che c’è un problema alla base. Non mi verrebbe mai in mente di menare una donna. Non sarei in grado di dare uno schiaffo neanche ad una gallina”, ha aggiunto l’artista.
Il disco parla molto di fragilità ed insicurezze. “La mia paura più grande è di non aver mai paura. Se sei spaventato vuol dire che stai facendo qualcosa che ha per te significato. La paura è avere fame. Ho anche paura di rimanere solo. Sono circondato di affetto dai famigliari, fan ed amici. Temo al solo pensiero che un giorno questa cosa potrebbe finire”. Il Tre, come da lui stesso raccontato, ha smesso di incolparsi per la persona che è. “L’importante è sapersi accettare. Anche laddove si hanno delle abitudini che, magari, possono essere sbagliate. Mi sono accorto di voler smettere di sentirmi in colpa dopo aver realizzato chi fossi. Quella scelta mi ha fatto vivere molto meglio, mi ha reso più consapevole”.
In “Anima nera” c’è molta autoanalisi e poca attualità. Il riferimento è anche all’invito di Ghali nello spronare i rapper ad esprimersi sulla Palestina. “Ogni artista vive la musica a modo suo – ha detto Il Tre -. Ho tanta stima per quello che fa Ghali e per chi prende posizione per queste tematiche. Racconto la mia vita, le mie abitudini, quello che ho nella testa. Non riesco a parlare di un argomento che non vivo in prima persona. Certi argomenti li lascio agli altri. Non la vedo come una mancanza di empatia, bensì come sincerità. Parlo di quello che mi compete. Se in futuro ci dovesse essere un tema che mi riguarderà sarei in prima linea a parlarne”.
Feste e release esclusive. Così i rapper (ma non solo) creano connessioni artistiche che, tuttavia, non appartengono troppo a Il Tre. “Oggi c’è il circolino dei rapper, della musica. In molti frequentano quel tipo di ambiente, anche per instaurare ‘connessioni’. Cosa che tra l’altro dovrei fare anche io, se solo ne fossi in grado. Essendo uno un po’ diffidente, che sta sempre con le stesse persone, mi risulta un po’ difficile. Mi piace stare nella mia zona, con la mia gente, stare al bar, giocare a pallone. Mi serve anche per mantenere i piedi per terra e per sentire vicino l’affetto di casa. Non sono famoso per chissà quali featuring ed è una cosa che, magari, più in là vorrei sviluppare. Ho comunque amici all’interno dell’industria: pochi ma buoni”, ha dichiarato il rapper che, dell’esperienza sanremese, conserva un ottimo ricordo. “È stata una piazza che mi ha gasato”.
E, per il futuro, l’artista non ha chiuso le porte ad un eventuale ritorno. Tuttavia, c’è una condizione imprescindibile. “Più che da me dipende dal pezzo giusto. È un terreno che valuterei in futuro. Per un cantante andare a Sanremo è come la Champions League per un calciatore”. Il disco si chiude con “T’immagino”. Brano in cui il rapper si è “chiesto se avrò mai un figlio. Attualmente la vedo dura anche perché manca la materia prima. Con mio papà ho avuto fin da subito un ottimo rapporto e mi son chiesto come potrei essere io da genitore e se mio figlio potrà avere la guerra in testa come l’ho avuta io fin da bambino”. E, tutto sommato, secondo Il Tre, “non è così triste essere triste. Più della metà dei giorni in cui mi alzo sono malinconico. E questo stato d’animo mi porta a scrivere le canzoni”.
Da venerdì 28 novembre partirà dall’Estragon di Bologna il suo Live Tour 2025, che si concluderà a Milano (martedì 16 dicembre 2025, Fabrique) e al Palazzo dello Sport di Roma (giovedì 18 dicembre 2025).
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