“Mi hanno teso una trappola. Ci attirarono a casa di questa ragazza, lei e la sua amica ci offrirono vino con dentro sostanze e c’era un paparazzo pronto a scattare”: il racconto di Daniel Ducruet

  • Postato il 24 ottobre 2025
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Daniel Ducruet è un nome che sulla fine degli anni ’90 ha tenuto banco sui giornali di gossip di mezzo mondo. Lui, prima guardia del corpo e poi marito di Stephanie di Monaco, la tradì con una spogliarellista, Fili Hauteman. Era l’anno 1996 e il tradimento fece naufragare il matrimonio. Ospite di Caterina Balivo a La Volta Buona nella puntata del 23 ottobre, Ducreut ha raccontato: “Sono stato vittima di una trappola”.

Queste parole non sono una novità, perché Ducruet ha sempre sostenuto di essere stato vittima di un complotto e nel salotto del pomeriggio di RaiUno ha spiegato di non avere “fatto un processo civile, ma penale, perché non ho voluto guadagnare soldi da questa storia”. Il suo obiettivo era appunto rendere conclamato il fatto di essere stato vittima di una trappola. Ma di quale trappola parla? “Il ragazzo che correva nel mio stesso team di auto mi ha detto di stare vicino alla sua fidanzata, che avrebbe mandato nel sud della Francia mentre lui ultimava la separazione. E così ho fatto, sono andato a trovarla in una villa, ma proprio per evitare problemi ho portato con me un amico. Solo che arrivati lì ho trovato questa ragazza in piscina con una sua amica, ci hanno offerto del vino da bere, nel vino c’erano delle sostanze e c’era anche un paparazzo pronto a scattare ed è andata come la gente sa…”.

Poi Ducruet ha spiegato di avere raccontato tutto la sera stessa a Stephanie: “Lei si è messa a piangere ma in quel momento non abbiamo parlato di separazione né di altro. Poi ho ricevuto una telefonata anonima in cui mi hanno detto ‘Ti sei divertito troppo, adesso sei morto’ e così ho capito che c’erano delle foto compromettenti che giravano. Allora ho chiamato un giornale italiano di cui non farò il nome, che sapevo fosse in possesso di quelle immagini e ho proposto loro tanti soldi per recuperarle e farla finire lì, ma loro hanno sempre negato di averle e tre giorni dopo è uscito il giornale con le foto“.

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Il Fatto Quotidiano

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