Metropolitana, prolungamenti fermi al palo: due anni di ritardo per Canepari, rotta a Martinez al 10%
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Due anni di ritardo per raggiungere Canepari e lavori fermi al 10% sul fronte Martinez, con l’orizzonte finale che potrebbe spostarsi anche oltre il 2027. Sono gli ultimi aggiornamenti che arrivano da Tursi per il doppio prolungamento della metropolitana in Valpolcevera e a San Fruttuoso, appalto unico aggiudicato al consorzio Conpat-Research nel 2020 per oltre 47 milioni di euro, con costi che nel frattempo sono esplosi a quasi 100 milioni.
“È l’ennesima doccia fredda che contrasta con una narrazione in cui sembrava tutto meraviglioso – tuona Massimo Ferrante, assessore alle Infrastrutture strategiche della giunta Salis -. La metropolitana genovese avanza a marce ridottissime, per non dire che è paralizzata. È un bagno di realtà, noi possiamo solo chiedere alla nostra struttura di rimettere in sesto le cose, questo è ciò che fa un assessore serio”.
I guai sarebbero da imputare alle difficoltà dell’impresa Manelli, parte del consorzio Conpat, la stessa che segue la realizzazione dello scolmatore del Bisagno, altro cantiere estremamente complesso su cui si temono nuovi ritardi. Gli aumenti di costi avrebbero spinto l’azienda a chiedere altri soldi dopo quelli già concessi, ma il Comune avrebbe rifiutato. “La struttura che fa capo all’ingegnera Manuela Sciutto sta valutando tutte le misure contrattuali previste – spiega Ferrante -. Ci sono ritardi abbondanti non giustificati, a maggio è stato fatto un richiamo e adesso si provvederà a fare un altro richiamo. Dopo un po’ di richiami si applicano le penali, questo è quello che prevede la legge. Lasciamo che la direzione faccia il suo lavoro, io ho chiesto di sollecitare e ci auguriamo che, dopo questa fase di pausa, i lavori possano riprendere a breve”.
Di certo gli ostacoli sul cammino della metropolitana non nascono oggi. Tra Certosa e Canepari si è accumulato oltre un anno di ritardi “giustificati”, secondo il Comune, per il ritrovamento dell’antica fornace romana a Certosa nel febbraio 2023 e per la contaminazione da idrocarburi pesanti nell’area di piazzale Palli che ha fatto scattare la messa in sicurezza di emergenza. Le scadenze contrattuali sono state più volte riviste, così come il progetto esecutivo, con l’ultima previsione, definita “sfidante” dall’ex assessore Ferdinando De Fornari, di aggiungere la nuova stazione alla fine del 2025. Ma lo stato di avanzamento, secondo gli ultimi rilievi di Tursi, è fermo al 50%: facendo qualche calcolo a mente, anche il 2026 appare un obiettivo irrealistico.
Ancora più arretrata la realizzazione del ramo di levante, che pure dovrebbe avere meno complicazioni tecniche trattandosi di 700 metri in piano senza scavi e senza strutture sopraelevate. L’ultimo aggiornamento lo aveva dato l’ex reggente Piciocchi a gennaio: raggiunto dopo cinque anni il cosiddetto punto zero, cioè l’ampliamento dell’impalcato di via Archimede, il cantiere sarebbe partito ad aprile con 24 mesi di lavori. Le attività risultano in corso, ma non c’è alcuna speranza di recuperare sulla tabella di marcia. Anche in questo caso non sono mancati gli intoppi, dovuti principalmente alle interferenze con le officine ferroviarie di piazza Giusti (l’area che il centrodestra voleva destinare al nuovo istituto Firpo, abbattendo quello attuale per lo Skymetro) che Trenitalia avrebbe dovuto dismettere già da anni. Ma il termine, anche per le proteste dei sindacati, è stato continuamente rinviato. E così, per far convivere i binari di servizio con quelli della metropolitana, è stato necessario prima acquisire le aree mancanti e poi approvare nel 2024 una variante con lo spostamento della stazione Martinez di 95 metri verso ponente. Del resto nella prima versione del progetto definitivo si parlava del 2026 per l’entrata in funzione del prolungamento, data smentita categoricamente dall’allora assessore Matteo Campora che promise il 2022.
Magra consolazione, il completamento della stazione di Corvetto dovrebbe rispettare la scadenza del 2026, anche perché è finanziata con 50,8 milioni del Pnrr. “È l’unica che non va drammaticamente a rilento, a differenza di tutto il resto”, conferma l’assessore Ferrante. A maggio il cantiere era stato teatro di un grave incidente sul lavoro. La fermata, già pronta allo stato grezzo dal 2012, era rimasta incompiuta perché l’allora giunta Vincenzi decise di usare le risorse per aprire quella di Brignole. I lavori erano partiti nel 2023. Secondo le previsioni della giunta Bucci, nonostante la vicinanza a De Ferrari sarà usata da 1,4 milioni di passeggeri all’anno.