“Meta ha messo ‘Lolita’ in una blacklist e così anche il mio ultimo libro è oscurato perché associato ad abusi sessuali su minori”: la denuncia di Guendalina Middei
- Postato il 17 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Lolita” censurata dall’algoritmo e così anche il libro di Guendalina Middei “sparisce” da Facebook e Instagram. Sembra una storia di censura digitale, quella che sta vivendo la scrittrice. Il suo ultimo libro, ‘Sopravvivere il lunedì mattina con Lolita’, pubblicato da Feltrinelli, è come ‘sparito’ dai social network del gruppo Meta. Cercando il titolo su Facebook e Instagram, infatti, non si trova traccia del romanzo, ma solo riferimenti al celebre film di Kubrick. Colpa di una parola, ‘Lolita’, che fa scattare l’algoritmo di Mark Zuckerberg, evidentemente programmato per bloccare contenuti sensibili o potenzialmente pericolosi. E così, l’autrice si trova a combattere contro un nemico invisibile, ma potente: le restrizioni di Meta.
“Se provo a digitare nelle barre di ricerca di Facebook e Instagram il titolo del mio libro – racconta Middei – un alert avvisa che la ricerca potrebbe essere associata agli abusi sessuali su minori“. Il motivo? Come spiega sul suo profilo Instagram la Middei “Facebook ha oscurato il mio ultimo libro perché ha inserito la parola Lolita in una blacklist”. Lei stessa ha continuato dimostrato che “stavolta la parola che inizia per “L” è stata completamente cancellata“. Il tema del libro, come è facilmente intuibile, ruota attorno al celebre romanzo di Nabokov. Poi ricorda: “Avevano già fatto una cosa simile con la parola Gaza ad esempio, limitando la visibilità dei post che parlavano di ciò che sta accadendo, ma mai avevano adottato una censura così completa, definitiva e totale”.
La risposta di Meta? “Ci dispiace, ma non possiamo fare nulla per risolvere problemi legati all’algoritmo”, spiega la scrittrice. Guendalina, però, non ha alcuna intenzione di arrendersi. Il sostegno dei suoi lettori non le manca, e proprio a loro ha deciso di regalare un estratto del suo libro: “Nessun algoritmo può rubarci le parole. Ed ecco perché avevo dedicato il mio libro proprio a Lolita”. Proprio a gennaio, Mark Zuckerberg ha ribadito il suo sostegno alla libertà di espressione negli Stati Uniti, criticando le normative europee, ritenute troppo restrittive e vicine alla censura. Bruxelles ha risposto precisando di non imporre limiti arbitrari, ma di esigere un’efficace rimozione dei contenuti illegali.
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