Messina, i No Ponte condannati a pagare 340mila euro alla società Stretto Spa: partita raccolta fondi

  • Postato il 27 febbraio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Tribunale delle Imprese li ha condannati al pagamento, a favore della Stretto di Messina Spa, della cifra monstre di 340mila euro: per questo ora i ricorrenti contro il progetto del Ponte hanno lanciato una raccolta fondi. Tutto parte dal ricorso presentato al Tribunale di Roma, sezione imprese. Si tratta di un’azione inibitoria collettiva ed è stata presentata da più di 100 persone che hanno chiesto di fermare la programmazione per la realizzazione del Ponte e di fatto annullare il decreto con cui Matteo Salvini ha dato nuova vita al progetto della grande opera tra Sicilia e Calabria. Secondo i ricorrenti, infatti, sarebbe in contrasto con le norme del diritto dell’Unione europea e in contrasto con la Costituzione.

Il decreto n.35 del 2023 ha infatti ripreso integralmente il progetto del 2011 e la relativa concessione, allo stesso tempo tracciando un “percorso accelerato per realizzare l’Opera”, hanno scritto nel ricorso: da un lato un vecchio progetto, dall’altro la speditezza per aggiornare tutto e proseguire verso la realizzazione, elementi che prefigurano un danno ambientale irreversibile. È questa, in sintesi, la motivazione che ha spinto un centinaio di cittadini a chiedere non solo che il decreto venga disapplicato ma anche che venga sollevata la questione di incostituzionalità. Un ricorso, però, che lo scorso 18 dicembre è stato bocciato dai giudici di Roma (presidente Claudia Pedrelli, estensore Luigi d’Alessandro) perché, tra le altre cose, dal momento che l’iter per il ponte non è terminato, non si può ancora parlare di pericolo di danno ambientale, perché non sussiste la potenzialità lesiva del progetto non definitivo. A destare sorpresa però è soprattutto la parte della sentenza che riguarda le spese: i giudici hanno condannato i ricorrenti a pagare 340mila euro (238mila, in realtà, alle quali vanno aggiunte le spese amministrative, tanto da arrivare a 100mila euro in più). Una cifra da liquidare alla Stretto di Messina Spa.

Una sentenza che ha provocato “sgomento” tra gli oppositori al progetto che hanno avviato una raccolta fondi (che si trova a questo link). Per i No Ponte “non c’è stata una spiegazione chiara di come sia stata calcolata questa cifra – hanno scritto, lanciando la raccolta -, nessun dettaglio sui criteri adottati, sul parametro della tariffa o sulle attività legali rimborsabili, per questo è stato proposto appello ma la condanna pesa come un macigno, non solo su chi ha intrapreso questa battaglia legale, ma su tutte e tutti noi che ci opponiamo a un’opera inutile, dannosa e priva di un progetto credibile”. I cento ricorrenti hanno, infatti, presentato l’appello alla sentenza del Tribunale delle Imprese, sottolineando come “l’abnormità della condanna ha come effetto quello di disincentivare i cittadini e soprattutto le classi sociali più deboli nel far ricorso alla giustizia per le conseguenze economiche che ne possano derivare”. Una condanna che è anche, secondo i ricorrenti, “un unicum nell’ordinamento giudiziario italiano”, perché senza precedenti: nei 19 casi simili, 7 volte si è registrata una condanna al pagamento delle spese e “la condanna massima è stato di 16.900 euro”.

Intanto, in attesa dell’esito dell’appello, i No Ponte lanciano la raccolta fondi. Mentre nel prossimo fine settimana sono previste una serie di iniziative: venerdì 28 febbraio, alle 17, presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina si terrà un convegno organizzato dall’Associazione Invece del ponte dal titolo: “Aspetti giuridici, economici ed ambientali del ponte”. Interverranno, tra gli altri, anche i parlamentari Angelo Bonelli (Avs), Barbara Floridia (M5s) e Antonio Nicita (Pd). Lo stesso giorno alle 18 si terrà una riunione a Villa San Giovanni, presso lo Studio Fedele Academy. Il 2 marzo, invece, i No Ponte chiamano a raccolta per un’assemblea cittadina che si terrà al bocciodromo della Bocciofila Le Vittorie, in via Glauco (alle spalle della pizzeria Gitano’s), ovvero lì dove dovrebbe aprirsi il cantiere principale del ponte sullo Stretto lato Sicilia. A muoversi è stata nei giorni scorsi anche la prefetta di Messina, Cosima Stani, che lo scorso 24 febbraio ha convocato il comitato per la sicurezza pubblica. Una riunione alla quale hanno partecipato il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e quello della guardia di finanza, e l’ad della Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci: “Il progetto non è stato approvato, non c’è il decreto di compatibilità ambientale e ha un parere negativo sulla Vinca: quello che ha fatto il prefetto è gravissimo”, ha commentato Bonelli.

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Il Fatto Quotidiano

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