Messina di nuovo senz’acqua: 15mila abitanti a secco. Rimpallo di colpe tra Enel e l’azienda del servizio idrico

  • Postato il 15 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Primi giorni di caldo intenso, primi disagi nell’erogazione dell’acqua a Messina. Nei giorni scorsi la fornitura si è interrotta in alcune zone della città dello Stretto, ripiombate nell’incubo della mancanza d’acqua proprio all’inizio della stagione estiva. Le aree più colpite sono Faro e Ganzirri, quelle dove dovrebbe sorgere il Ponte, oltre ad altri quartieri del nord cittadino, per un totale di 15mila abitanti rimasti a secco. La situazione ha infiammato la protesta del comitato “Vogliamo l’acqua dai rubinetti”, che ha convocato un sit-in per lunedì 16 giugno di fronte alla sede della Provincia. L’obiettivo principale della contestazione è “la procedura di privatizzazione avviata dalla commissaria dell’Assemblea territoriale idrica nominata dalla Regione Siciliana”, ma adesso, con l’interruzione più recente, la protesta si è allargata. “Si invitano a partecipare tutti i sindaci del Messinese, le forze politiche e sociali e in primo luogo la popolazione, per difendere la gestione pubblica dell’acqua e chiederne una gestione più efficace e trasparente”, scrive il comitato, nato spontaneamente proprio per organizzarsi contro i gravi disagi da sempre patiti dai messinesi.
La “gestione più efficace e trasparente” è richiesta all’Amam, l’azienda partecipata del Comune di Messina che gestisce il servizio idrico. Nei giorni scorsi, Amam ha addossato la responsabilità delle interruzioni del servizio a E-distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce la rete elettrica dell’acquedotto: in una nota, l’azienda ha parlato di “ripetuti distacchi di energia elettrica”. Da parte sua, E-distribuzione ha definito i disservizi una “diretta conseguenza delle elevate temperature registrate, che hanno generato alcune brevi e temporanee interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica”. Tutta colpa del caldo, dunque, che però in Sicilia a giugno non è esattamente una sorpresa. E infatti la società ventila una responsabilità della partecipata: “Queste interruzioni non dovrebbero causare malfunzionamenti alle pompe degli impianti idrici gestiti da Amam, salvo in assenza delle protezioni tecniche comunemente disponibili per prevenirli”.

Un rimpallo di colpe, dunque, su cui interviene anche il Pd: “Ci chiediamo come mai i vertici di Amam e il sindaco di Messina non abbiano attivato generatori di corrente o gruppi elettrogeni per far fronte immediato a questo gravissimo e improvviso distacco energetico”, incalzano i consiglieri comunali dem Antonella Russo, Felice Calabrò e Alessandro Russo. “Che fine hanno fatto”, chiedono, “i due gruppi elettrogeni, che già nel 2023 l’amministrazione comunale aveva dichiarato di aver acquistato, per un costo di 430mila euro?”.

Intanto il presidente dell’Amam Paolo Alibrandi cerca di placare gli animi: “Abbiamo avuto interlocuzioni con E-distribuzione che è al lavoro sulla loro linea. Abbiamo fatto i sopralluoghi e riteniamo che le criticità possano essere superate senza ulteriori disservizi”. Ma sui quesiti posti dai consiglieri del Pd non vuole rispondere: “Riferirò in commissione”, risponde a ilfattoquotidiano.it.

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Il Fatto Quotidiano

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