Messina, catrame sulla piaggia nudista. Pd: “È un atto omofobo”. L’Arcigay: “Denuncia in procura e prefettura”
- Postato il 19 giugno 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Catrame sulla spiaggia della costa messinese per impedirne la fruizione ai naturisti, un “atto intimidatorio e discriminatorio contro la comunità Lgbtq+”, sostiene Rosario Duca, presidente di Arcigay Messina. Succede in un tratto di costa tra i più suggestivi, autorizzato per il naturismo. Ma qualcuno sembra non gradire e ogni anno all’esordio della stagione balneare getta catrame: “Un atto sicuramente omofobo, perché in quella spiaggia non tutti ma gran parte dei fruitori sono membri Lgbtq+”, indica il consigliere comunale del Pd, Alessandro Russo, che all’ennesimo gesto vandalico nel tratto di spiaggia naturista ha scritto un’interrogazione al sindaco Federico Basile, per chiedere “un’azione di pulitura dell’arenile interessato onde evitare inquinamento di più ampia parte della spiaggia” e “di attivare la polizia municipale così da avviare indagini per accertare le responsabilità di questi gravissimi atti, per perseguire e individuare gli ignoti soggetti che, per il terzo anno consecutivo, credono — con questi gesti violenti e inquinanti — di poter decidere della libertà dei cittadini quasi che la spiaggia fosse una cosa loro”.
Ancora una volta, dunque, la spiaggia di capo Rasocolmo a Messina scuote l’opinione pubblica. Si tratta di uno dei luoghi più incontaminati della costa messinese e siciliana, si trova alla fine del villaggio di mare Santo Saba, all’interno del territorio comunale della città dello Stretto. Qui una collina-promontorio in larga parte sabbiosa regala uno spettacolo insolito e una fruizione del mare molto particolare: si può agilmente scalare la montagna sabbiosa per poi ruzzolare fino in acqua. Vengono chiamate “montagne di sabbia”, e sono meta di turismo, sebbene siano in larga parte poco conosciute.
Poco oltre le montagne di sabbia ecco l’area oggetto degli atti vandalici. Una porzione di spiaggia in larga parte isolata. Una spiaggia storicamente fruita da nudisti. Qui nel 2021 furono multati due uomini per nudismo: “Le multe furono poi annullate, per fortuna”, ricorda Rosario Duca, presidente di Arcigay Messina. Da quel momento nacque un forte dibattito in città che nel 2022 portò l’amministrazione comunale, in quel momento guidata da un commissario, ad autorizzare l’area “naturista”. Non senza sollevare qualche commento indignato sui social.
Ma il rifiuto di qualcuno per quell’autorizzazione è andato oltre l’indignazione telematica: “Oltre il catrame ogni anno vengono rimossi i cartelli che indicano la zona Naturista”, spiega Duca. Ma da chi? Questo chiedono di indagare da Pd e Arcigay. Di certo poco prima delle montagne di sabbie, nell’ultimissima parte del villaggio di mare di Santo Saba, insistono alcune abitazioni, in parte date in affitto estivo, in parte vissute tutto l’anno da residenti, che sembra non gradiscano la presenza di nudisti sulla spiaggia: “Non esiste più pudore, né rispetto per nessuno, nemmeno per i bambini. Le persone che ci abitano devono essere prive di accedere in quella spiaggia”, era questo uno dei tanti commenti alla notizia dell’autorizzazione dell’area naturista in quella zona nel 2022.
Poco dopo però, le polemiche andarono scemando, ma “restano gli atti di sabotaggio”, come rimuovere i cartelli e gettare catrame: “Mi limito a rammentare – scrive Russo al sindaco – come annualmente, in concomitanza dell’apertura della stagione balneare, su questo tratto di spiaggia si verifichi sempre questo tipo di azione. Il che porta a pensare che la matrice che anima i terzi ignoti che la compiono sia duplice: innanzitutto, sporcare il litorale per impedirne la fruizione e in secondo luogo, visto che in quel tratto di spiaggia si pratica il naturismo, colpire la comunità di cittadini che lo praticano. Non è neppure il caso di rammentare come la spiaggia sia inoltre frequentata da cittadini, uomini e donne, delle più differenti inclinazioni di genere: il che induce a ritenere come l’atto sia chiaramente qualificabile come direttamente ostile alle diversità di genere che ivi si ritrovano per fruire naturisticamente del mare”. Un atto, in definitiva, “gravissimo sia per l’intento discriminatorio che per il potenziale rischio per la sicurezza dei fruitori del mare: chi si perita annualmente a compiere un tale grave atto di inquinamento e intimidazione, infatti, non si ritiene possa avere scrupoli nel compiere più gravi fatti a danno dei liberi cittadini che usufruiscono di quel tratto di spiaggia”. E mentre Russo si rivolge al sindaco, l’Arcigay ha inoltrato l’ultima denuncia a procura e prefettura: “Non riusciranno nel loro intento: andremo lì sempre più numerosi”, assicura Duca.
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