Merz vince e invita Netanyahu in Germania. Così ignora il mandato di arresto della Corte penale internazionale
- Postato il 24 febbraio 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 4 Visualizzazioni

Su di lui pende il mandato d’arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra. Ma, nonostante questo, Friedrich Merz, probabile prossimo cancelliere tedesco, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu dopo la vittoria elettorale, anticipandogli che lo inviterà a una visita ufficiale nel Paese, ignorando l’ordine dei giudici dell’Aia. A darne notizia è stato l’ufficio di Netanyahu: l’invito di Merz si traduce anche nella promessa di non attuare il mandato di arresto. “Congratulazioni a Friedrich Merz e alla Cdu/Csu per la loro netta vittoria elettorale di oggi”, ha scritto in un post su X Netanyahu. “Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con il vostro prossimo governo per rafforzare ulteriormente la partnership tra i nostri due Paesi”.
Già il 23 gennaio il leader conservatore aveva dichiarato di impegnarsi a lavorare nell’Ue per garantire che il mandato di arresto, sebbene “probabilmente corretto secondo il diritto internazionale”, non venisse eseguito sul suolo tedesco o dell’Ue. Merz aveva bollato come “inimmaginabile” che un capo di governo israeliano “eletto e democraticamente legittimo” non potesse visitare la Germania. “Ecco perché farò tutto ciò che è in mio potere per garantire che il mandato della Cpi non venga eseguito qui”, aveva affermato. L’attuale governo tedesco non si era impegnato a rispettare la decisione della Corte qualora il premier israeliano si fosse recato in Germania, citando la nota responsabilità storica di Berlino per l’Olocausto. Merz aveva poi aggiunto comunque che se fosse stato eletto avrebbe posto fine a quello che ha definito un “divieto de facto (tedesco) di esportazione di armi” verso Israele. “Ciò di cui Israele ha bisogno per il suo diritto all’autodifesa, lo otterrà”.
Il mandato dei giudici dell’Aia è stato ampiamente dibattuto anche in Italia. Il vicepremier Antonio Tajani, già pochi giorni dopo la sentenza, aveva definito l’arresto “irrealizzabile”, mentre a caldo il governo era andato in ordine sparso. Ma è stato lo stesso esecutivo israeliano a dichiarare di avere ricevuto rassicurazioni rispetto a Palazzo Chigi che il premier israeliano avrebbe goduto dell’immunità se fosse arrivato in Italia. E anche l’Europa non aveva reagito in maniera compatta: se da una parte Madrid e Londra avevano subito assicurato di rispettare la decisione della Corte, Berlino e Parigi si erano mantenute equidistanti rispetto alla delibera, dichiarando di esaminare “i passi da compiere”. Contro la Corte si era invece schierata l’Ungheria di Orban.
L'articolo Merz vince e invita Netanyahu in Germania. Così ignora il mandato di arresto della Corte penale internazionale proviene da Il Fatto Quotidiano.