Mercato auto Italia, il crollo di giugno: -17,4%. Nel primo semestre la flessione arriva al 3,6%
- Postato il 1 luglio 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il mercato dell’auto in Italia registra a giugno 2025 un brusco arresto: secondo i dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le immatricolazioni sono state 132.191, con un crollo del 17,4% rispetto alle 160.120 dello stesso mese del 2024. Ma quel dato dello scorso anno fu “drogato” dal click day degli incentivi statali all’elettrico, esauriti in meno di 24 ore. Per effetto di questi numeri, il consuntivo del primo semestre dell’anno evidenzia una flessione del 3,6% con 854.690 immatricolazioni rispetto alle 886.467 di gennaio-giugno 2024.
La contrazione odierna non è solo un confronto tecnico sfavorevole: secondo Massimo Artusi, presidente di Federauto, “siamo in presenza di un effetto combinato di incentivi mal gestiti, incertezza normativa e stagnazione strutturale. Il 43% delle immatricolazioni si è concentrato negli ultimi tre giorni del mese, ma non per un’improvvisa corsa all’acquisto: il mercato è debole e i concessionari operano su previsioni virtuali, con stock in aumento e prezzi non più sostenibili per il cliente medio”.
A trainare verso il basso le immatricolazioni è il drastico calo del canale privati, che perde il 29,17% rispetto a giugno 2024 e chiude il semestre a -9,5%. Le imprese, dal canto loro, restano penalizzate dalla nuova normativa sui fringe benefit, che ha compresso la domanda senza stimolare in modo significativo gli acquisti di veicoli elettrici. “Serve – afferma Artusi – una revisione urgente della fiscalità sulle auto aziendali”.
La richiesta di una riforma strutturale arriva anche da Roberto Pietrantonio, presidente dell’UNRAE: “La fiscalità delle flotte aziendali è ferma ai tempi della lira. Occorre modulare la deducibilità dei costi e la detraibilità IVA in base alle emissioni di CO₂. Una fiscalità evoluta genererebbe più entrate per l’erario e un mercato più vitale”.
Ma la crisi del mercato non è un’anomalia italiana. Secondo il Centro Studi Promotor (CSP), guidato da Gian Primo Quagliano, il calo italiano riflette fedelmente l’andamento dell’intera Unione Europea, dove nei primi cinque mesi del 2025 le immatricolazioni sono cresciute di appena lo 0,1%, restando attestate a 5,57 milioni di unità. Una dinamica che, proseguendo, porterebbe a un volume annuo di 12,9 milioni di vetture, ancora inferiore del 18% rispetto ai livelli pre-pandemia. “Le cause – spiega Quagliano – sono strutturali e legate alle scelte politiche europee. L’UE, sola al mondo, ha imposto lo stop ai motori termici dal 2035. Se non l’abbiamo già superato, siamo molto vicini al punto di non ritorno, con gravi conseguenze per l’intera filiera e milioni di posti di lavoro”.
Il CSP evidenzia anche il costante invecchiamento del parco circolante, conseguenza dei prezzi sempre più elevati dei veicoli nuovi: molti automobilisti rinviano l’acquisto o si rivolgono all’usato, con effetti negativi su sicurezza stradale ed emissioni.
A livello di alimentazioni, il mese di giugno ha visto un brusco calo generalizzato per i motori tradizionali: benzina -26,6%, diesel -34,6%, GPL -20%. Il segmento 100% elettrico (BEV) ha subito un crollo del -40,7% in volumi, con una quota di mercato salita lievemente al 6,0%, contro l’8,3% eccezionale di un anno fa, quando erano appena scattati gli incentivi. In netta controtendenza le ibride plug-in (PHEV), che crescono del +70% rispetto a giugno 2024 e conquistano il 7,2% del mercato.
Altro ostacolo alla crescita dell’elettrico è la cronica carenza di colonnine di ricarica. Dei 21.000 punti previsti inizialmente con il PNRR, ne verranno installati solo 12.000, mentre il primo bando per le città ha finanziato appena 1.400 stazioni su oltre 4.700. “Il sistema non funziona – ammonisce Pietrantonio – e senza una rete capillare, l’Italia rischia di restare fanalino di coda in Europa”.
A trainare il comparto delle alimentazioni alternative, sono però soprattutto le ibride tradizionali. Nel dettaglio, le mild hybrid raggiungono il 30,7% del mercato mentre le full hybrid il 12,9%, portando la quota complessiva delle auto ibride senza spina al 43,6% nel solo mese di giugno.
Sotto il profilo dei canali di vendita, a fronte della caduta dei privati, il noleggio registra una buona performance: +9,3% a giugno, trainato soprattutto dal lungo termine. Le autoimmatricolazioni calano dell’11,7%, mentre il canale fleet resta pressoché stabile.
Il consuntivo del primo semestre 2025, come accennato in apertura, conferma la debolezza del mercato: con 854.690 immatricolazioni (-3,6% sul 2024), l’Italia resta ben distante dai livelli pre-pandemia, con un calo del 21,1% rispetto al 2019 e una perdita di oltre 228.000 unità.
In questo scenario, le associazioni di categoria chiedono al Governo interventi immediati, sia sul fronte della fiscalità che su quello degli incentivi e delle infrastrutture. La transizione ecologica, senza basi concrete, rischia di restare solo uno slogan. E il mercato auto, cuore dell’industria manifatturiera europea, di restare in panne.
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