Mercatini di Natale a Rende, tra magia e disagi

  • Postato il 9 dicembre 2025
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Mercatini di Natale a Rende, tra magia e disagi

I mercatini di Natale a Rende sono un mosaico: pezzi bellissimi, pezzi mancanti, pezzi da rimettere insieme. Tra magia e lamentele di artigiani ed espositori.


RENDE (COSENZA) – La prima cosa che si avverte in queste fredde giornate di dicembre è il respiro dell’inverno che si intreccia alla magia del Natale. L’aria frizzante accarezza le guance come un soffio di neve appena caduta, mentre le prime luci festive, tremolanti sulle vetrate del Centro Commerciale Metropolis, si riflettono sull’asfalto umido trasformandolo in un piccolo cielo stellato ai tuoi piedi. È il preludio del Natale, quello che ti avvolge piano, senza annunciare il momento esatto in cui entrerà nel cuore.

Appena varchi la porta scorrevole e raggiungi la piazza, il rosso brillante di palloncini a forma di cuore ti viene incontro come un benvenuto gentile. Sono quelli della Croce Rossa Italiana (CRI), il primo stand che apre il percorso dei mercatini natalizi di Rende. Gli operatori sorridono, stringono mani, offrono un panettone come fosse un abbraccio di zucchero e solidarietà. Il presidente del comitato CRI di Cosenza, Francesco Gentile, ci racconta una storia che profuma di impegno e tradizione: «È la nostra raccolta fondi di Natale. Lidl ci dona panettoni in abbondanza e chi ne acquista uno fa un doppio regalo: a sé stesso e alla Croce Rossa. La risposta delle persone è positiva: ci vedono ovunque, ci conoscono. Ma dalle amministrazioni – che per statuto dovrebbero camminare al nostro fianco – riceviamo meno sostegno di quanto sarebbe necessario».

È un inizio che scalda. Ma basta fare pochi passi per capire che questa magia, pur presente, non è completa. È come un carillon bellissimo, ma con una nota fuori posto. Entriamo in un mondo di artigiani, storie e mani che lavorano: la bellezza che resiste. Ci muoviamo lungo il tappeto rosso che traccia il sentiero dei mercatini. Intorno, casette di legno che raccontano mestieri antichi e nuove creatività: bambole di pezza cucite con precisione, fiocchi portafortuna, gnomi, libri, carillon che tintinnano melodie delicate, oggetti personalizzati che promettono un Natale unico. Ci sono cuscini con attori e calciatori del momento, gadget delle squadre del cuore, tazze fumanti decorate a mano, gioielli di bigiotteria che brillano sotto le luci.

La piccola casa di Babbo Natale

Entriamo poi nella piccola Casa di Babbo Natale: un mondo rosso e bianco in miniatura, dove Santa Claus posa per una foto mentre gli elfi ci raccontano dei laboratori gratuiti per i bambini previsti nel weekend (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19). È qui che la polvere magica — una manciata di brillantini e fantasia — trasforma per un attimo ogni bambino in protagonista di una fiaba vera. Con gli occhi lucidi di meraviglia, credono davvero che tutto sia possibile.

Le casette continuano: addobbi, presepi tradizionali, luci sfavillanti, specialità gastronomiche della tradizione — dai cuddruriaddri ai panzerotti, dalla focaccia ripiena ai panini, dai panettoni alla pitta ’mpigliata. E poi una gemma preziosa: una bancarella arrivata da Caltagirone, con decorazioni natalizie, presepi in miniatura e tanto altro, realizzati con cura, pezzo dopo pezzo. Sono mondi diversi, portati da mani diverse. Mani che credono ancora nel valore di ciò che creano. Ma proprio loro, gli artigiani, raccontano la fatica dietro l’incanto. È la magia che esita a decollare, l’altra faccia dei mercatini. C’è movimento, sì. C’è curiosità. Ma gli acquisti sono pochi. «La gente passeggia, guarda, chiede… poi se ne va», dicono in molti.

La critica più comune? La scarsa pubblicità. «Siamo stati abbandonati a noi stessi. Queste casette ci sono costate tanto, ma senza promozione la gente non arriva». E non mancano disagi più concreti: illuminazione debole, fontana rotta che inonda il pavimento dopo la pioggia, nessuna attrazione promessa, segnaletica insufficiente. C’è chi, armato di una semplice scopa, spinge via l’acqua dal tappeto rosso per far passare i visitatori senza farli inzuppare. Una delle lamentele più frequenti riguarda la disposizione delle casette: tutte rivolte verso i negozi. Chi entra nel centro commerciale viene subito accolto da luci e promozioni, mentre chi esce spesso nemmeno nota il mercatino. «Sarebbe bastato metterle una di fronte all’altra», suggeriscono alcuni, trasformando il tutto in un vero boulevard natalizio. Il confronto con l’interno del Metropolis è inevitabile: lì, calore, musica, gente. Fuori, un flusso più timido, spezzato.

La Casetta delle Buone Azioni

Tra le iniziative più apprezzate spicca la Casetta delle Buone Azioni, messa a disposizione gratuitamente dal Comune tramite bando. A usarla, a rotazione, associazioni come Unicef, Croce Rossa e artigiani del territorio. Un progetto nobile, che però — ancora una volta — soffre per la mancanza di adeguata comunicazione.

Gli artigiani

Gli artigiani resistono, qualcuno è alla sua prima esperienza, qualcuno parla di “fase di rodaggio”. Molti sperano che l’avvicinarsi delle feste porti più movimento, più calore, più acquisti. Perché il loro è un lavoro di passione, ma anche di sopravvivenza. E resteranno lì, sotto le luci un po’ tremanti ma testarde, fino al 6 gennaio. I mercatini di Natale di Rende sono un mosaico: pezzi bellissimi, pezzi mancanti, pezzi da rimettere insieme. Fanno intravedere ciò che potrebbero essere davvero: un percorso che profuma di festa, tradizione e creatività. Forse la magia è ancora troppo timida. Forse ha bisogno di più luce, più cura, più ascolto. Ma una cosa è certa: tra i sorrisi della Croce Rossa, l’ingegno degli artigiani e le speranze degli espositori, il Natale, qui, sta provando davvero a farsi strada.

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