Meloni si schiera con Vance: «Sono io il ponte con gli Usa»

  • Postato il 29 marzo 2025
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Meloni si schiera con Vance: «Sono io il ponte con gli Usa»

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La strategia della premier sui rapporti con gli Usa, Giorgia Meloni dà ragione al vice di Trump, Vance sull’Unione Europea


Alla fine ha parlato chiaro: Giorgia Meloni sta con l’America di Donald J. Trump e J.D Vance Lo ha detto al più antico e autorevole quotidiano al mondo, il britannico Financial Times che ieri ha rilanciato l’intervista alla premier italiana con tanto di “esclusiva”, come la “prima intervista ad un giornale straniero da quando guida il governo” e spiegando come la presidente del Consiglio italiano “non vede Trump come un avversario” e che continuerà a rispettarlo come “il primo alleato italiano”. E poi, “io sono conservatrice, lui repubblicano ed è chiaro che vado d’accordo più con lui che con altri”.

I DETTAGLI DELL’INTERVISTA AL FINANCIAL TIMES

A ben leggere il lungo colloquio non si trovano grosse novità. Che la domanda “dover scegliere tra l’Europa e gli Usa” sia “infantile e banale” lo ha già detto al Parlamento italiano la scorsa settimana durante le comunicazioni prima del Consiglio europeo. Che lei sceglie sempre per prima “l’Italia”, anche è cosa già detta e nota. Tanto che le opposizioni, così come hanno fatto ieri, hanno già chiuso l’argomento. “Lei ha già scelto signora Presidente e ha già scelto Trump” le disse il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia.

La notizia, dunque, va oltre quello che dice e riguarda la scelta dell’interlocutore e del momento in cui decide di fare l’intervista: è stata concessa mercoledì sera, prima di partire per Parigi alla riunione dei Volenterosi per l’Ucraina convocati da Macron; è uscita ieri mattina ed è chiaro lo scopo di provare a coprire tutto ciò che arriva dall’asse franco-britannico a cui presto si aggiungerà la Germania e che vede l’Italia in un ruolo, purtroppo e per scelta, secondario; sono anche, quelle di FT le uniche parole virgolettate della premier che, invece, ha affidato il bilancio del vertice parigino ad un comunicato fotocopia di quello del giorno precedente, contraddittorio.

MELONI, VANCE E L’ATTEGGIAMENTO EUROPEO NEI CONFRONTI DEGLI USA

Al di là dei virgolettati, la premier non riesce a nascondere il fastidio per il protagonismo di Parigi-Londra-Berlino (“non mi interessa dire ‘son io quella in mezzo, sono una protagonista’. Non ora, la posta in gioco è troppo alta”) e continua a pensare al ruolo della “pontiera” tra Europa e Stati Uniti. Sembra quasi, l’intervista, un messaggio alla Casa Bianca per accelerare la visita di Stato cui la premier italiana lavora da tempo. Il punto è che quando succederà, quella visita sarà comunque successiva a quella di altri leader europei: Macron, Starmer, l’attuale segretario della Nato ed ex premier olandese Mark Rutte.

L’intervista è nella forma del colloquio e forse, nelle intenzioni della premier, c’era soprattutto l’obiettivo di rilanciare il quinto governo più longevo della storia d’Italia, il suo. Invece il tema è sempre lo stesso: ruolo e posizionamento del governo italiano nel nuovo risiko mondiale. La gestione da parte della premier dello scenario internazionale viene definito da FT, in alcuni passaggi, “più ambigua”. Per esempio, alla domanda se considera la Russia una minaccia a lungo termine, Meloni risponde “credo possa esserlo ma, in ogni caso, credo che dobbiamo trovare un modo per essere pronti a difenderci da ogni tipo di minaccia che possiamo avere”.

LA DISTANZA TRA L’ITALIA E GLI ALTRI GOVERNI EUROPEI

Gli stessi giornalisti notano la distanza con “molti governi europei tra cui la Germania, che stanno avviando piani di riarmo di vasta portata, convinti che, qualunque cosa accada in Ucraina, la Russia sarà il più grande problema di sicurezza dell’Europa” una volta dismesso dell’ombrello americano. Un altro passaggio ritenuto ambiguo è quando la premier considera “una minaccia per Mosca la proposta militare franco-britannica” al pari del fatto che Mosca possa essere una minaccia per la Ue. “Dobbiamo essere prudenti – ha detto Meloni – questa forza può essere vista più come una minaccia”. Ft evidenzia come, a differenza di molti leader europei, la premier italiana sia fiduciosa in merito agli sforzi dell’amministrazione Usa per raggiungere una pace giusta per Kiev “pur sottolineando ripetutamente la necessità di forti garanzie per assicurare che la Russia non riprenda la guerra in futuro”.

MELONI E GLI USA: IL CAPITOLO TRUMP E VANCE

Capitolo Trump. Non è certo un avversario, anzi, “è il primo alleato dell’Italia”: “Io sono conservatrice, Trump è un leader repubblicano. Sicuramente sono più vicina a lui che a molti altri, ma capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali così come io difendo i miei”.
Nonostante le chat rivelate da The Atlantic in cui numero 2 e sottosegretario alla Difesa Usa definiscono gli europei “pidocchiosi parassiti”, Meloni dice di comprendere J.D. Vance: “Devo dire che sono d’accordo, da anni dico che l’Europa si è un po’persa”.

MELONI: «LA CRITICA DI TRUMP ALL’EUROPA ERA ALLA SUA CLASSE DIRIGENTE»

E, comunque, ha spiegato Meloni, “la critica di Trump all’Europa non era rivolta al suo popolo, ma alla sua classe dirigente… e all’idea che invece di leggere la realtà e trovare il modo di dare risposte alla gente, si possa imporre la propria ideologia alla gente”. A proposito dei dazi, Meloni fa notare che “il protezionismo negli Stati Uniti non è stato inventato da Donald Trump?”. In generale, tutto questo caos, è visto come “un’opportunità” dalla premier italiana: “Mi piace pensare che una crisi nasconde sempre un’opportunità”.

Le opposizioni, tutte, leggono l’intervista come una scelta di campo netta da parte di Meloni. La segretaria del Pd Elly Schlein non ha dubbi: “La premier ha scelto di difendere l’interesse americano invece di quello nazionale. questo governo si sta trasformando nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione Europea”. Sarcastico Giuseppe Conte: “La premier – dopo i bacetti da Biden ora manda cuoricini a Trump sperando di farsi ricevere anche lei alla Casa Bianca. Poveri patrioti”. Enrico Borghi (Iv) la vede come “una modesta Orban al femminile”.

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