Meloni ora apre al riconoscimento della Palestina: “Solo se ostaggi liberati e Hamas fuori dal governo”. Conte: “Misero espediente”
- Postato il 23 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
- 4 Visualizzazioni
.png)
Dopo avere espresso più volte la sua contrarietà (definendola una decisione “controproducente”) oggi Giorgia Meloni apre alla possibilità del riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina. Parlando con i giornalisti a margine dell’assemblea generale dell’Onu, la presidente del Consiglio ha annunciato che la maggioranza “presenterà una mozione per il riconoscimento” che sarà però subordinata a due condizioni: “La liberazione degli ostaggi” e “l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina”. Una decisione che potrebbe essere dovuta alla grande partecipazione alle manifestazioni per Gaza di lunedì in tutta Italia (nonostante nelle ore successive la premier abbia concentrato l’attenzione solamente sugli scontri alla stazione Centrale di Milano). Meloni – che lunedì aveva disertato la conferenza di alto livello all’Onu sulla soluzione a due Stati – tiene comunque a precisare che la “pressione politica va fatta nei confronti di Hamas” e non su Israele.
Dopo il riconoscimento della Palestina arrivato da Gran Bretagna, Francia, Australia e Canada qualcosa si muove anche in Italia. Anche Macron ha posto due condizioni (rilascio di “tutti gli ostaggi” da parte di Hamas e a un “cessate il fuoco” a Gaza) ma relativamente all’apertura di un’ambasciata francese nello Stato di Palestina. “Io personalmente – ha spiegato – continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema, non produca risultati tangibili, concreti per i palestinesi. Dopodiché si dice che però il riconoscimento della Palestina può essere un’efficace strumento di pressione politica e va bene, capisco, però dobbiamo anche capire su chi. Io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi”, ha continuato. Per la premier “dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contraria al riconoscimento della Palestina, però dobbiamo darci le priorità giuste”. “Penso che un’iniziativa del genere – ha auspicato – possa trovare anche il consenso dell’opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso”.
Conte: “Ipocrisia oscena del governo” – Ma la proposta della premier incontra subito il giudizio negativo del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. “Il riconoscimento condizionato dello Stato della Palestina, l’ultima ‘trovata’ di Meloni – ha detto -, è un misero espediente che conferma l’ignavia del nostro governo. Il riconoscimento di uno Stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai. Perché l’Italia non può unirsi ad altri 150 e più Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato della Palestina? L’ipocrisia del nostro Governo che continua a stare al fianco di Netanyahu è oscena – ha proseguito Conte -. Se l’Italia non si affretta non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese“.
Il contesto della proposta di Meloni – Le dichiarazioni della premier arrivano pochi minuti dopo il discorso alle Nazioni Unite di Donald Trump: “Ho condiviso molte cose che ha detto in questo intervento, ho condiviso quello che dice sulla migrazione, ho condiviso buona parte di quello che dice sui Green Deal“, ha commentanto la premier. Nel suo discorso Trump ha attaccato le Nazioni Unite e l’Europa e definito il cambiamento climatico “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”.
“Ho condiviso anche alcuni passaggi sul fatto che, e ne farò qualcuno anche nel mio intervento, gli organismi multilaterali per lavorare bene, per recuperare e migliorare il loro ruolo in un contesto come quello nel quale ci troviamo, chiaramente devono sapere anche rivedere quello che non funziona“, ha aggiunto Meloni. “Poi noi sappiamo – ha continuato la premier – che qui ad esempio c’è tutto il tema della riforma delle Nazioni Unite, ma non solamente, c’è un dato oggettivamente di assenza delle volte di capacità di incidere e in questo scenario diventa un problema maggiore, quindi secondo me ci sono stati degli spunti molto interessanti“. Incalzata sull’attacco di Trump al cambiamento climatico, Meloni ha ribadito di essere “d’accordo sul fatto che un certo approccio ideologico al Green Deal abbia finito per non rendersi conto che stava minando la competitività dei nostri sistemi e quindi ci sono dei passaggi che ho assolutamente condiviso”.
Unico appunto riguarda le accuse lanciate da Trump nel suo discorso all’Onu riguardo alle presunte ambiguità europee rispetto al conflitto in Ucraina: “Non credo che l’Europa sia ambigua nei confronti dell’Ucraina, credo che dobbiamo però lavorare insieme come Occidente se vogliamo portare a casa una pace giusta e duratura. È quello che stiamo cercando di fare, c’è bisogno dell’Europa, c’è anche bisogno degli Stati Uniti”, ha detto Meloni. In particolare, il presidente Usa ha accusato l’Europa di continuare ad acquistare petrolio e gas dalla Russia.
L'articolo Meloni ora apre al riconoscimento della Palestina: “Solo se ostaggi liberati e Hamas fuori dal governo”. Conte: “Misero espediente” proviene da Il Fatto Quotidiano.