Meloni indagata per il caso Almasri, Salvini all’attacco: “Vergogna, subito riforma della giustizia”

  • Postato il 28 gennaio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La reazione dei partiti che formano il Governo Meloni è chiara: approfittare dell’inchiesta a carico della premier sul caso Almasri per rilanciare la riforma della Giustizia. Lo si legge nelle parole del vicepremier Matteo Salvini, lo si intuisce nel messaggio dell’altro vicepremier Antonio Tajani. Il leader della Lega, come suo solito, non usa mezze misure: “Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna ” ha scritto su Twitter, aggiungendo che Lo Voi è “lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra”. Soluzione? Per Salvini non ci sono dubbi: “Riforma della Giustizia, subito!”. Più contenuto ma non meno duro il commento del leader di Forza Italia Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri, su X, ha sottolineato di essere “dalla parte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, di Nordio e di Mantovano. Difendo la separazione dei poteri – ha aggiunto – e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia”. Sempre da Forza Italia, da sottolineare la presa di posizione del deputato Enrico Costa: “Con agghiacciante distacco, lo spot più riuscito per la separazione delle carriere”.

Dall’ex terzo polo, da registrare il garantismo di Matteo Renzi, secondo cui comunque “la scelta di rimpatriare il criminale libico è una scelta politicamente sbagliata, compiuta da Giorgia Meloni e da questo governo. Sono stato tra i primi a definirla, in aula, una follia”. Sul punto di vista giudiziario, invece, Renzi ha preferito non esprimersi, ricordando quanto accaduto a lui in passato: “Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista. Quindi non faremo a Giorgia Meloni quello che lei ha fatto a noi e alle nostre famiglie”. Quindi garantismo a prescindere: “Per noi la presidente del Consiglio è innocente come chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato – aggiunge -. Noi non attacchiamo sul piano giudiziario: noi facciamo politica. E ho l’impressione che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia – che è un atto dovuto – per alimentare il suo naturale vittimismo – ha concluso – La gestione della vicenda Almasri per noi non è un crimine: è peggio, è un errore”.

Simile, ma con toni diversi, il parere del leader di Azione Carlo Calenda: “Su Almasri il Governo italiano ha combinato un disastro, raccontando un mare di balle agli italiani – ha detto – Dopodiché che un Presidente del Consiglio venga indagato per un atto che risponde evidentemente ad una ‘ragione di Stato’ (mai ammessa) è surreale e non accadrebbe in nessun altro paese occidentale. Si saldano così due errori e si riacutizza lo scontro tra poteri dello Stato. Non un bello spettacolo”.

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Il Fatto Quotidiano

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