"Meloni, fischi?". Santanchè a processo, sinistra con la bava alla bocca: a Conte il "premio-sciacallata"

  • Postato il 17 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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"Meloni, fischi?". Santanchè a processo, sinistra con la bava alla bocca: a Conte il "premio-sciacallata"

"È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l'amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l'estraneità della ministra Santanchè alle accuse". E' il commento di Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanchè, al termine dell'udienza preliminare con cui la gup di Milano Anna Magelli ha rinviato a processo, tra gli altri, la ministra del Turismo accusata di falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote.

Il rinvio a giudizio non significa condanna, ma basta alle opposizioni per aprire la caccia alla testa della Santanchè. Il primo a chiederne le dimissioni, tirando in causa la premier Giorgia Meloni, è il deputato di Avs e leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: "Chi rappresenta lo Stato non può stare in una condizione del genere - tuona l'onorevole -. E' da oltre un anno, dopo l'inchiesta di Report e anche di altri media, e da quando arrivò a mentire perfino nell'Aula del Senato che ne chiediamo le dimissioni immediate dal governo Meloni. Su questo abbiamo raccolto oltre 50mila firme di cittadini. È una questione di dignità e rispetto delle Istituzioni. E se Santanchè non ha la sensibilità e la responsabilità di assumere questo gesto a tutela dell'onorabilità dello Stato, tocca alla Presidente del Consiglio Meloni assumersi la responsabilità. Le istituzioni - conclude Fratoianni - non sono il salotto di casa propria e vanno rispettate". 

Dignitoso secondo posto per Elly Schlein: "Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata", sentenzia la segretaria del Pd facendo finta di non sapere che si tratta di un rinvio a giudizio. "Non può più continuare a far finta di niente. Lei, che quando era all'opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni".

 

"Meloni continua a fischiettare?", è invece la sprezzante battuta di Giuseppe Conte. "Noi insistiamo per le dimissioni immediate della ministra, senza volere anticipare l'esito dei processi penali", scrive sui social il presidente del Movimento 5 stelle. "Ma un partito come Fratelli d'Italia - aggiunge - che ogni giorno grida allo scandalo sul periodo Covid e che fa la guerra a persone in difficoltà accusandole di fare i 'furbetti' con i sussidi dello Stato, poi tiene al suo posto una ministra che dalle evidenze sin qui emerse avrebbe fatto la 'furbona' truffando lo Stato con i fondi Covid? È assolutamente indecoroso per le istituzioni di governo che la ministra rimanga lì. Meloni, che in passato chiedevi le dimissioni di tutti i Ministri per molto meno, oggi che fai, continuerai a fischiettare indifferente? Non avverti neppure adesso un sussulto di dignità che ti spinga finalmente a tutelare l'immagine e l'onore delle istituzioni?". 

Stranamente in ritado Angelo Bonelli, sodale di Fratoianni in Avs e leader di Europa verde, bruciato dagli alleati in prontezza: "Può Santanchè ricoprire cariche pubbliche nonostante le numerose inchieste che la coinvolgono? Per onore e dignità delle istituzioni dovrebbe essere la premier Meloni a chiederne le dimissioni: il permanere della Santanchè alla guida del ministero del turismo sarebbe un fatto gravissimo che non può essere nascosto dietro un falso garantismo bensì con la difesa della dignità delle nostre istituzioni". 


 

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Libero Quotidiano

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