Meloni festeggia i record di occupazione: ma aumenta solo tra gli over 50. Se continuiamo così tra poco festeggeremo il record di RSA
- Postato il 24 ottobre 2025
- Economia
- Di Blitz
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Da quando è al governo, c’è un dato che la premier Giorgia Meloni continua a rivendicare: l’aumento degli occupati. Lo scorso anno arrivò persino a dire che in Italia c’è il tasso “più alto da quando Garibaldi ha unificato il Paese”. Primo punto. In Italia stanno aumentando gli occupati? Sì, non c’è dubbio. La Meloni ha detto la verità citando Garibaldi? Sì. Non c’è dubbio neanche qui.
Ma c’è davvero da rivendicare e festeggiare? Vediamo qualche numero. Primo problema. Prendendo come riferimento i dati di luglio (ad agosto la percentuale è diminuita), secondo l’Istat il tasso di occupazione nella fascia tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto il 62,8%. È la percentuale più alta da quando esistono le rilevazioni mensili. Allora perché non c’è da festeggiare?
Perché gli occupati stanno aumentando in tutta Europa. È una tendenza generale. E l’Italia, tra i 27 Paesi dell’Unione europea, ha il tasso di occupazione più basso. La media UE infatti è del 70,6%.
Qual è il secondo problema? Il secondo problema è che la maggior parte dei nuovi occupati sembra essere nella fascia over 50. Questa volta prendiamo come riferimento agosto di quest’anno. Ad agosto, gli occupati over 50 hanno raggiunto quota 10 milioni 252 mila unità, pari al 42,42% degli occupati complessivi. Per gli over 50, racconta l’Istat, si è registrato un aumento di 69 mila unità sul mese e di 514 mila sull’anno. Per i lavoratori under 50, invece, si è registrato un calo di 414 mila unità sull’anno.
Ripetiamo: nell’ultimo anno i lavoratori under 50 sono diminuiti di 414 mila unità. Ospite di DiMartedì, l’altra sera, l’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero spiegava che questo dato è anche da collegare all’aumento dell’età pensionabile. In sintesi: si va al lavoro sempre più tardi, quindi aumentano quelli che ancora lavorano nella fascia over 50. D’altronde la sua legge, la legge Fornero, malgrado le promesse, le magliette e i tour balneari di Matteo Salvini è ancora lì. Anzi, è peggiorata.
E questo dato, quello dell’occupazione giovanile, va poi messo in relazione con altri numeri leggermente… inquietanti.
Per esempio: il crollo, sempre più verticale, del tasso di natalità italiano. Più che crollo, il collasso totale in effetti. È di questi giorni l’ultimo rilevamento: 1,18 nel 2024, il minimo storico. Se continuiamo così, sarà più facile trovare lupi e orsi nella Penisola che esseri umani.
Secondo esempio (numeri sempre Istat): nel 2024 sono emigrati circa 156.000 italiani, in aumento rispetto all’anno precedente, e con la quota maggiore rappresentata da giovani e laureati. Di questi infatti, si stima che oltre 93.000 fossero tra i 18 e i 39 anni. E sempre secondo i dati Istat, tra il 2002 e il 2021 gli italiani che hanno lasciato il Paese per trasferirsi all’estero sono stati circa 1,4 milioni, in media oltre 71 mila all’anno. Ripetiamo anche qui: 71mila all’anno.
Se continuiamo così, in effetti, presto a emigrare e oltrepassare le Alpi saranno anche i lupi e gli orsi. D’altronde, l’aumento dell’inflazione, dei prezzi delle case e degli affitti e i bassi salari sono ormai ostacoli quasi insuperabili per i poveri ragazzi appena usciti da scuola.
Quindi: c’è da festeggiare sul dato degli occupati e sull’andamento dell’economia? Festeggiamo pure. Ma se continuiamo così, l’Istat dovrà aggiungere anche i sassi nei suoi indici per giustificare la propria esistenza.
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