Meloni e Salvini criminalizzati per aver detto la verità: più clandestini, più violenze
- Postato il 26 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Meloni e Salvini criminalizzati per aver detto la verità: più clandestini, più violenze
Ormai è un format fisso (oltre che fesso): basta che Giorgia Meloni, Matteo Salvini o un altro esponente del centrodestra (era successo nei giorni scorsi al ministro Giuseppe Valditara, mentre altre volte è toccato ad Antonio Tajani) dicano una parola, non importase come in questo caso fondata su dati e cifre, e cinque minuti dopo vengono aggrediti a prescindere. Per carità, anche a destra sono da tutti ben conosciute le regole del gioco (... ) della turbopolitica ipermediatizzata dei nostri anni, in cui può capitare di essere martello oppure di essere incudine. Può succedere l'una o l'al tra cosa. Però nel caso del centrodestra di governo, cioè contro di esso, si registra ormai un sovrappiù di accanimento. Nei giorni pari scatta l'accusa di fascismo, nei giorni dispari quella trumpismo mescolato al muskismo: ogni ragione, soprattutto se farlocca, è buona per criminalizzare-aggredire-mostrificare. E ci sono poi le occasioni speciali, tipo ieri, in cui si tratta di montare per via politico-mediatica un racconto inesistente: quello di una destra che chiude gli occhi davanti alla violenza sulle donne, una destra misogina, una destra negazionista. Parola, quest'ultima, particolarmente indecente, perché in origine indicherebbe gli infami (i veri infami) che negano l'Olocausto.
Ma ora il termine viene scagliato con leggerezza, sempre da sinistra verso destra, contro chiunque osi esprimere opinioni non corrispondenti al catechismo politicamente corretto, alle giaculatorie boldriniane o schleiniane.
RAZZISTA
Cos'hanno mai detto di così terribile Meloni e Salvini? Ecco la premier: «Adesso verrò definita razzista, ma c'è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente. Perché, chiaramente, quando non hai niente, si produce una degenerazione che può portare da ogni parte». Non l'avesse mai detto: massacrata. Quanto a Salvini, per tutta la giornata, è stato pure lui lapidato e sbeffeggiato solo per aver pubblicato sui suoi canali social un elenco di delitti ai danni di donne (donne italiane e non, delitti commessi da uomini italiani e non: quindi il repertorio era tristemente completo), aggiungendo una postilla perfino ovvia che riporto tra virgolette: «A loro e a tutte le vittime innocenti va il nostro pensiero e la nostra preghiera, nella battaglia quotidiana contro la violenza sulle donne che deve unire e aggregare tutti, senza bandiere o ipocrisie. (...) Difendere le ragazze significa però anche riconoscere l'inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un'immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali». Cosa c'è di sbagliato, di provocatorio, di oltraggioso in queste considerazioni? A nostro avviso, proprio nulla. Pura ragionevolezza. E invece Meloni e Salvini sono stati ripagati- come al solito - a pesci in faccia.
FEMMINICIDI
Ma scusate, gentili signori e gentili signore della sinistra. Se è vero (ed è vero) che i dati dei femminicidi commessi da immigrati sono percentualmente omogenei rispetto alla quota di popolazione immigrata in Italia, è altrettanto vero il fatto che, se invece consideriamo i reati a sfondo sessuale, la percentuale dei crimini che vede protagonisti gli immigrati si impenna, e risulta più o meno moltiplicata per cinque rispetto all'8% di popolazione straniera in Italia. Questa elementare verità non si può dire? Va forse nascosta? Citare quella cifra è razzista? È islamofobo? Che facciamo, ci mettiamo a citare solo i numeri e le tabelline utili a confermare il nostro pregiudizio di partenza? Questo modo di fare- parziale e settario - offende l'intelligenza di molti politici e commentatori. I quali hanno mille motivi (alcuni fondati, dal loro punto di vista) per polemizzare verso Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma in questo caso lo hanno fatto in modo sciocco e puerile. E hanno dato la misura di sé (per il passato e per il futuro), proprio mentre pensavano di divertirsi a picchiare i soliti bersagli fissi. Grave autogol. Stavolta infatti anche molti italiani che, su altri temi, non concordano affatto con Meloni e Salvini, hanno capito che ieri erano loro ad avere perfettamente ragione.