Meloni a Washington per l'insediamento di Trump: "Un rapporto molto solido"
- Postato il 19 gennaio 2025
- Di Agi.it
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Meloni a Washington per l'insediamento di Trump: "Un rapporto molto solido"
AGI - "Il viaggio non rituale" in Florida due settimane fa, per incontrare Donald Trump, nei giorni della detenzione di Cecilia Sala in Iran, "era un'idea che è nata durante l'incontro che abbiamo avuto a Parigi", in occasione dell'inaugurazione del restauro di Notre-Dame.
"Era secondo me l'occasione, ed è stata un'occasione, per confermare un rapporto che si annuncia molto solido, non so se posso dire privilegiato, ma sicuramente molto solido". Sono le parole pronunciate da Giorgia Meloni nella conferenza stampa di inizio anno. "Chiaramente", ha precisato il presidente del Consiglio, che domani sarà presente alla cerimonia di insediamento di Trump a Washington, "Italia e Stati Uniti hanno, come ho detto tante volte, rapporti particolarmente saldi e questo indipendentemente dal colore dei governi. Ho avuto un ottimo rapporto anche con l'amministrazione democratica, col Presidente Biden, ma sicuramente uno scenario nel quale a guida delle due nazioni ci sono due leader conservatori può rafforzare ulteriormente una convergenza. E questo penso che eventualmente sarebbe anche un valore aggiunto non solo per l'Italia ma per l'Europa nel suo complesso".
"Durante l'incontro a Mar-a- Lago", ha spiegato ancora Meloni, "noi abbiamo parlato soprattutto del quadro generale senza entrare nello specifico dei singoli dossier, anche perché voi sapete che su questo le regole americane sono abbastanza rigide, il Presidente degli Stati Uniti ad oggi è ancora Joe Biden. Poi chiaramente dopo il 20 entreremo nel merito dei vari dossier. Certamente l'accoglienza è stata al di là delle aspettative".
L'intesa fra i due leader si annuncia ottima, anche per gli elogi di Trump in quell'incontro a Mar-a-Lago: "È molto emozionante, sono qui con una donna fantastica, il primo ministro italiano. Ha davvero preso d'assalto l'Europa", ha affermato rivolgendosi agli ospiti presenti nella villa quella sera e indicando Meloni. Appena tre settimane prima, a margine di una visita alla Borsa di New York, Trump affermò che Meloni è "una leader e una persona fantastica".
Nella conferenza stampa del 9 gennaio, incalzata dalle domande dei giornalisti, Meloni ha anche voluto rassicurare gli italiani sulle dichiarazioni di Trump riguardanti la Groenlandia e Panama: "Mi sento di escludere che gli USA nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori che interessano loro. A differenza di alcune letture che delle volte sento, leggo, ascolto su Donald Trump, noi abbiamo già visto Donald Trump Presidente degli Stati Uniti d'America, quindi siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa, ragionevolmente, la fa per una ragione. Allora interroghiamoci sulla ragione. Io penso che le dichiarazioni di Trump siano più un messaggio ad alcuni grandi player, alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi".
E per quanto concerne l'Ucraina, "sulle condizioni di pace ho già detto che Trump possa essere una persona che su questo può andare avanti nella soluzione? Penso di sì, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l'Ucraina e Trump lo ha già ampiamente dichiarato", ha continuato la premier. Meloni ha anche affrontato il rapporto con Musk, che Trump ha scelto per guidare il Dipartimento per l'efficienza governativa.
La premier ha assicurato che Musk "non è un pericolo per la democrazia", sostenendo invece che ci sono state "ingerenze" in altri casi, ovvero quando "persone facoltose usano le risorse per condizionare scelte ed esponenti politici, come è stato con Soros. Il problema - ha continuato Meloni - è quindi che Musk è influente o ricco o che non è di sinistra?". L'affinità politica e personale tra Meloni e Trump appare dunque robusta. Bisognera' tuttavia vedere come Meloni riuscira' a gestire questa relazione su alcuni dossier delicati come quello delle spese per la difesa: Trump intenderebbe presentarsi al summit Nato di giugno chiedendo che i Paesi membri spendano il 5% del Pil.
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