Meglio la dieta o il digiuno intermittente? La scienza dice quale fa dimagrire di più
- Postato il 21 giugno 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
- 1 Visualizzazioni

Tra le tendenze per dimagrire più discusse degli ultimi anni spicca il digiuno intermittente. Spesso presentato come una soluzione innovativa per perdere peso e migliorare la salute, è diventato un vero e proprio fenomeno globale. Ma funziona davvero? E, soprattutto, è più efficace delle diete tradizionali?
A fare chiarezza ci ha pensato una nuova e autorevole ricerca condotta dall’Università di Toronto, pubblicata sul British Medical Journal, che ha analizzato quasi 100 studi internazionali sul tema. I risultati confermano che il digiuno intermittente funziona per il dimagrimento, ma non più di una dieta classica a restrizione calorica continua. Tuttavia, c’è una variante che sembra dare risultati leggermente migliori: il digiuno a giorni alterni.
Un’informazione importante che aiuta a sfatare i falsi miti e offre una visione più realistica di cosa aspettarsi da questo approccio alimentare.
Cos’è il digiuno intermittente: più di una moda
Il digiuno intermittente non è una dieta nel senso classico del termine, ma un modello alimentare basato sull’alternanza di periodi in cui si mangia normalmente e altri in cui si limita fortemente o si azzera l’assunzione calorica.
Non esiste un solo modo per praticarlo: alcune persone scelgono di saltare i pasti per una parte della giornata, seguendo protocolli come il 16:8 (16 ore di digiuno e 8 ore in cui si può mangiare), mentre altre optano per giorni interi di restrizione, ad esempio il 5:2 (due giorni non consecutivi a settimana con drastica riduzione delle calorie).
Ma tra tutte le versioni possibili, quella che lo studio identifica come più promettente dal punto di vista della perdita di peso è il cosiddetto digiuno a giorni alterni, in cui si alternano giornate di alimentazione normale a giornate di digiuno completo o quasi totale.
Cosa dice la scienza: risultati dello studio
Il team dell’Università di Toronto ha analizzato ben 99 studi clinici, coinvolgendo un totale di 6.582 partecipanti. Si tratta, quindi, di una meta-analisi molto solida, che mette a confronto gli effetti del digiuno intermittente con quelli di diete tradizionali basate su una costante riduzione dell’apporto calorico.
Le conclusioni principali parlano chiaro: il digiuno intermittente fa dimagrire, ma non è significativamente più efficace rispetto ad altri metodi. L’unica eccezione riguarda il digiuno a giorni alterni, che ha mostrato una perdita media di 1,6 kg in più rispetto alla dieta classica, e 1 kg in più rispetto alle altre varianti del digiuno intermittente.
Dal punto di vista del colesterolo e di altri indicatori metabolici, invece, non sono emerse differenze significative: le due strategie si equivalgono o, in alcuni casi, la dieta tradizionale ha mostrato vantaggi leggermente maggiori.
Perché il digiuno intermittente attira così tanta attenzione?
L’interesse verso il digiuno intermittente è esploso anche grazie alla promessa di risultati senza l’obbligo di contare le calorie ogni giorno. Per molti, non dover pesare il cibo o seguire schemi rigidi rappresenta un vantaggio psicologico.
Inoltre, alcune ricerche preliminari avevano suggerito che il digiuno potesse favorire anche processi cellulari positivi, come l’autofagia – un meccanismo attraverso il quale le cellule si “ripuliscono” – e il miglioramento della sensibilità insulinica.
Tuttavia, la nuova revisione sistematica mette le cose nella giusta prospettiva: la perdita di peso avviene perché, in media, si assumono meno calorie. E questo accade anche con le diete tradizionali, se seguite con costanza.
Il vantaggio del digiuno a giorni alterni

Se tutti i protocolli si equivalgono, perché il digiuno a giorni alterni ottiene risultati leggermente migliori? La risposta potrebbe stare nella maggiore restrizione calorica totale a lungo termine.
Alternando giorni normali a giorni in cui si consumano poche o nessuna caloria, si crea un deficit energetico più marcato, senza che la persona percepisca di “stare sempre a dieta”. Questo meccanismo può rendere il protocollo più tollerabile per alcune persone, anche se resta impegnativo sul piano psicologico e sociale.
Un modello unico non va bene per tutti
L’editoriale che accompagna la pubblicazione dello studio lo sottolinea chiaramente: non esiste una dieta perfetta valida per tutti. Ogni persona ha una storia clinica, abitudini, preferenze e contesto sociale diversi, che vanno tenuti in considerazione prima di intraprendere qualsiasi regime alimentare.
L’importanza della personalizzazione è dunque centrale: ciò che funziona per un individuo può non essere sostenibile per un altro. Alcuni possono trovare il digiuno semplice da seguire e motivante, altri potrebbero sperimentare fame e disagio, rischiando di abbandonarlo presto.
Inoltre, chi ha patologie metaboliche, disturbi del comportamento alimentare o condizioni mediche specifichedovrebbe sempre consultare un professionista prima di iniziare il digiuno intermittente.
Digiuno intermittente e salute: oltre il peso
È importante ricordare che dimagrire non è l’unico obiettivo di un regime alimentare sano. Anche se il digiuno intermittente ha mostrato benefici in termini di glicemia, pressione arteriosa e infiammazione, queste evidenze variano molto da studio a studio e non sono ancora definitive.
Lo stesso vale per i suoi presunti effetti sull’invecchiamento cellulare: gli studi sugli animali hanno dato risultati promettenti, ma servono più dati sull’uomo prima di trarre conclusioni.
Cosa considerare prima di iniziare il digiuno intermittente
Chi è interessato a sperimentare il digiuno intermittente dovrebbe porsi alcune domande chiave:
-
È compatibile con la mia routine quotidiana e i miei orari di lavoro?
-
Sono incline a spuntini serali o a fame compulsiva?
-
Sto assumendo farmaci che richiedono pasti regolari?
-
Voglio davvero cambiare stile di vita, o cerco solo una soluzione veloce?
Queste riflessioni aiutano a capire se questo approccio può essere sostenibile nel lungo periodo, che è la vera chiave del successo in ogni percorso alimentare.
Digiuno intermittente: utile, ma non miracoloso
La conclusione dello studio dell’Università di Toronto è semplice ma potente: il digiuno intermittente è efficace, ma non è magicamente superiore ad altri metodi di dimagrimento.
L’aspetto più rilevante è la possibilità di scelta. Per alcune persone può rappresentare un’alternativa interessante, per altri può risultare troppo restrittivo o difficile da mantenere. Non esiste la formula perfetta, ma esiste un modo giusto per ciascuno, e passa sempre per una valutazione attenta con un professionista della nutrizione.
L'articolo Meglio la dieta o il digiuno intermittente? La scienza dice quale fa dimagrire di più proviene da Blitz quotidiano.