Medicina in cucina: un modo nuovo e bellissimo di fare il medico

  • Postato il 15 giugno 2025
  • Di Panorama
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Viso pulito, inquadratura a mezzo busto, stetoscopio al collo e un semplice camice bianco, quel camice da medico che l’ha accompagnata più volte durante le visite in ospedale. A volte basta davvero poco per riuscire a trasmettere competenza e professionalità. La seconda protagonista della rubrica: “Chiacchierata tra i social” è Giulia Ciccarelli, medico di Medicina Interna, creatrice della pagina Instagram @Medicina_in_cucina, nata nel 2022 e cresciuta a un livello esponenziale, grazie proprio alla serietà e agli ottimi contenuti proposti.

Uno dei motti della dottoressa è : “mangiare bene per vivere felici”, e la sua accezione di mangiare bene, si sposa con il gusto e il piacere del buon cibo. I suoi menù anti infiammatori stagionali, sono attesi pressoché come l’arrivo dei saldi, e ogni volta è capace di regalare ricette e abbinamenti curiosi e squisiti, oltre che, ovviamente, super sani!

Giulia, com’è nato il progetto?

Posso dire che tutto è partito da un’idea di unire le mie due grandi passioni.  Il nome “Medicina in cucina” racchiude, infatti, le due parole chiave della mia vita. Medicina, perché io sono un medico. Ho seguito il percorso classico degli studi di medicina, lavorando poi in ospedale. Cucina, perché sono sempre stata amante dell’arte culinaria. Provengo da una famiglia di origine contadina, ho sempre visto mia mamma e mia nonna dedicare molto tempo a preparare cibo buono e sano. I miei nonni avevano dei campi (a cui oggi si dedicano i miei genitori), quindi abbiamo sempre avuto il ciclo stagionale di verdure  frutta e prodotti genuini, come le uova delle nostre galline.”

“Seppur il cibo abbia sempre occupato una fetta importante della mia vita, in realtà non avevo mai approfondito il tema dell’alimentazione: nel percorso di studi classico di un medico, ad oggi, non ci sono esami dedicati alla nutrizione, per cui  non mi ero mai accorta, di quanto ciò che mangiamo fosse importante per la salute e per la prevenzione delle malattie. Questo fino a qualche anno fa, quando ho iniziato ad approfondire questo legame: da qui è nata l’idea (in realtà è nata a mio marito – lo stratega della nostra squadra di “doppio”) di raccontarlo sui social: i vocaboli Medicina e Cucina sono diventati tutt’uno, confluendo in un profilo Instagram”.

Un profilo tra quelli maturati a un ritmo vertiginoso, grazie anche alla semplicità con cui divulghi concetti importanti, talmente importanti come “curare il proprio corpo, mangiando”.

“Sta sempre più crescendo la consapevolezza di quanto il ruolo dell’alimentazione, sia non solo importante, ma direi fondamentale. Le nostre abitudini alimentari, se negative, possono contribuire allo sviluppo di malattie effettivamente in aumento nella nostra popolazione: malattie su base infiammatoria, autoimmuni, disturbi ormonali, diabete, colesterolo, malattie cardiovascolari. Io stessa me ne sono resa conto “sul campo” all’interno del mio ambito professionale, sia lavorando in ospedale, sia, soprattutto, grazie all’esperienza lavorativa fatta in Africa.”

 Raccontaci di questa esperienza.

“Ho vissuto sei mesi in un villaggio di un altopiano della Tanzania, nella regione di Iringa. Lavoravo come medico in un piccolo ospedale locale, affiancandomi al personale africano. La cosa interessante è stata che, se inizialmente pensavo, come la maggior parte delle persone, che avrei avuto a che fare  con malattie diverse dalle nostre, come la tubercolosi o la malaria, il progetto specifico a cui io ero stata assegnata, riguardava l’avviamento di un ambulatorio dedicato alle nuove malattie croniche emergenti in Africa. Lì, non mancano ovviamente i morbi di tubercolosi, malaria o parassitosi, ma sono in aumento, con un tasso di crescita rapidissimo, malattie come diabete, ipertensione, obesità, malattie cardiovascolari, fegato grasso. Che altro non sono che le nostre malattie occidentali. Il motivo è molto semplice: anche in Africa è  arrivato in maniera prepotente il nostro cibo, il cibo industriale. Le ultime propaggini della distribuzione degli alimenti confezionati, hanno raggiunto anche le zone del più remote. Il consumo di bibite gassate, patatine, merendine, biscotti, snack, lì attecchisce molto facilmente. In un contesto in cui c’è pochissima cultura (soprattutto se parliamo di cultura della nutrizione), e grave precarietà economica, questi prodotti vengono venduti come energizzanti, sazianti ed economici.”

Di questa tua esperienza e dell’importanza dell’alimentazione ne parli nel tuo primo libro, intitolato proprio  “Medicina in Cucina”, scritto in maniera chiara e scorrevole.

“Il messaggio che cerco di far arrivare, sia a chi leggerà il mio libro, sia a chi mi segue dall’altra parte dello schermo, con un approccio positivo e propositivo, è che si può stare meglio. Si può dormire meglio, si possono avere più energie e concentrazione. Si può digerire bene e migliorare i disturbi dell’intestino per chi ne soffre. Tutto questo, seguendo un’alimentazione corretta, che poi non è nulla di strano: io non appoggio protocolli particolari o restrittivi. Semplicemente la mia idea è quella di ritornare al cibo naturale, trattarlo bene, cucinarlo nel giusto modo, seguire la stagionalità di ciò che la natura di meglio ci offre per avere un’alimentazione varia, senza abbandonare il lato gustoso e appagante, ma sana e in armonia con il nostro corpo. Ho inserito una parte a cui tengo molto, quella relativa alla spesa; e come se prendessi per mano il lettore e lo accompagnassi in un viaggio all’interno del supermercato, analizzando i vari settori, capendo cosa e come scegliere, in che modo leggere le etichette. Ci tengo moltissimo a questo aspetto, proprio per riportare il tutto a una realtà concreta.”

Ricevi tantissimi feedback positivi da persone che hanno notevolmente ridotto i loro disturbi, migliorato le loro analisi del sangue, diminuito farmaci.

“Esatto, e di questo sono felicissima. È stata la principale osservazione che  ha fatto capire sia a me che a mio marito che l’idea sarebbe potuta diventare un vero lavoro. Il riscontro è davvero positivo. In teoria sai, sei sicura che sia così, ma vederlo costantemente realizzato è un qualcosa di estremamente appagate. Riporto sempre questi feedback per far capire che mangiar sano non  è un concetto astratto nell’aria, ma è un fattore concreto che si ripercuote sulla nostra vita. Ad esempio, le malattie autoimmuni, in forte aumento, sono quelle che rispondono meglio all’alimentazione. Ho avuto riscontri da persone con le tiroiditi, ragazze con la tiroide di Hashimoto,  che seguendo con costanza i miei menù, sono migliorate nettamente. Così come artriti, fibromialgie, e cefalee. Anche nelle malattie gravi, un’alimentazione corretta aiuta comunque come terapia di supporto al corpo: aiuta a non appesantire gli organi, permettendo loro di funzionare meglio, aiuta il fegato a smaltire i farmaci, scorie e tossine, offrendo un sostegno fondamentale”.

Domanda ovviamente superflua: sei soddisfatta di quello che hai realizzato?

Moltissimo. Non lo avrei mai immaginato. Se qualche anno fa mi avessero detto che questo sarebbe stato il mio modo di fare il medico, non ci avrei minimamente creduto, e invece è un bellissimo modo di fare il medico. Particolare, originale, diverso, ma bellissimo. Grazie ai social puoi interfacciarti con persone che non avresti mai potuto incontrare. Ho persone che mi scrivono dall’Australia, dagli Stati Uniti o dal Canada, tantissimi da Londra. È uno strumento potentissimo per arrivare a un’infinità di persone e per aiutarle a stare meglio nelle loro vite. Un medico super amplificato.”

Autore
Panorama

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