Medici e scienziati contro le nomine “anti-vacciniste” di Schillaci: “Legittima teorie antiscientifiche e offende la memoria dei morti di Covid”
- Postato il 11 agosto 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ordine dei medici, società scientifiche di pediatri e infettivologi, ma anche oltre 14mila cittadini che hanno firmato la petizione lanciata da Patto trasversale per la scienza. Si infittisce la schiera di persone che critica il ministro della Salute, Orazio Schillaci, per le controverse nomine del Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni. A fare più discutere sono i profili del pediatra Eugenio Serravalle e dell’ematologo Paolo Bellavite, che in passato hanno difeso posizioni critiche nei confronti dei vaccini, compresi quelli contro il Covid.
Il Nitag ha il compito di supportare le politiche vaccinali nazionali con raccomandazioni basate su evidenze scientifiche, valutazioni indipendenti e un approccio integrato alle tecnologie sanitarie. Motivo per cui molte società scientifiche hanno trovato incoerente la nomina di Serravalle e Bellavita, come anche quelle di un ortopedico e di un chirurgo in pensione. Personalità poco affini, secondo i critici, al ruolo che dovrebbero ricoprire. Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, parla di “rammarico e sorpresa”: “Ci ha stupito che le indicazioni per la composizione del Nitag da parte del ministero non rispondessero compitamente ai criteri di rappresentatività e talvolta anche di scientificità“, ha scritto sul suo profilo Facebook, ribadendo sentimenti espressi già in una lettera inviata allo stesso Schillaci nei giorni scorsi.
La composizione del Nitag per Anelli, “dovrebbe rispondere – si legge nell’intervista che ha rilasciato a La Stampa – a criteri di inclusione di tante altre figure, che attualmente mancano. Per esempio, chi si occupa degli aspetti deontologici. Mancano i medici di famiglia, i veterinari, tante altre figure che è opportuno che ci siano: è un Comitato che deve dare un indirizzo su come utilizzare al meglio le vaccinazioni”. Per quanto riguarda i due componenti considerati contrari ai vaccini, “nessuno vuole giudicare le persone, il loro vissuto e le loro convinzioni. Però, un organismo tecnico deve rispondere ai bisogni del ministero. E crediamo che siano state fatte scelte che non hanno questo obiettivo. Siamo convinti che i medici debbano orientare il loro operato sulla base di evidenze scientifiche e che i vaccini rappresentino uno strumento straordinario per garantire la salute dei cittadini. Quindi, il consiglio a Schillaci è di rivederne la composizione“.
Assolutamente critica anche la posizione di Rino Agostiniani, il presidente della Sip (Società Italiana di Pediatria): “La presenza di figure note per posizioni anti–vacciniste in un organismo tecnico-scientifico nazionale è inaccettabile. Altrettanto grave è l’assenza della Società Italiana di Pediatria dal Nitag”, ha dichiarato Agostiniani che chiede “una revisione urgente della composizione, con l’esclusione di componenti contrari alle evidenze scientifiche e l’inclusione della Sip quale interlocutore tecnico-scientifico per la pediatria. Inserire membri con orientamenti anti-scientifici – prosegue – rischia di compromettere la credibilità dell’organismo e la fiducia della popolazione nelle strategie di prevenzione”. “Non è una battaglia di bandiera – conclude il presidente -. È una questione di salute pubblica. Siamo pronti a portare le nostre competenze e la nostra esperienza, perché i vaccini salvano vite e meritano decisioni basate solo sulla scienza”.
Ancora più duro l‘Ordine dei medici di Milano, secondo cui le nomine di Schillaci offendono la memoria dei medici morti per il Covid: “Esprimiamo la netta contrarietà alla presenza di due medici noti per le loro posizioni contrarie alle vaccinazioni all’interno del Nitag. Le parole medico e no vax non possono stare insieme. Concordo quindi pienamente con la posizione già espressa a livello nazionale dal presidente della Fnomceo”, dichiara il presidente dell’Ordine dei medici del capoluogo lombardo, Roberto Carlo Rossi. “Questa nomina offende la memoria di chi è morto per il Covid e di tutti i professionisti che hanno combattuto in prima linea. È come nominare un terrapiattista all’Istituto geografico nazionale che si occupa di confezionare le carte geografiche: un paradosso contrario alla logica, all’etica e alla morale”. Il presidente sottolinea anche “l’incomprensibile assenza” della Fnomceo e degli Ordini territoriali nella composizione del Nitag: “Significa non riconoscere il grande lavoro svolto da questi enti per garantire l’adesione alle campagne vaccinali e tutelare la salute pubblica. La mia solidarietà va a Francesca Russo, direttrice della Prevenzione della Regione Veneto, che ha rifiutato la nomina in segno di protesta”.
Intanto, superate le 14mila firme alla petizione lanciata dal Patto trasversale per la Scienza (Pts) sulla piattaforma Change.org per chiedere al ministro della Salute Orazio Schillaci “la revoca immediata delle nomine di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle all’interno del Nitag, alla luce di “posizioni critiche e spesso ideologiche contro i vaccini” da loro “espresse pubblicamente”, scrivono i promotori dell’iniziativa fra cui figurano “professioniste e professionisti della sanità e rappresentanti della società civile, preoccupati per il futuro della salute pubblica in Italia e dell’approccio scientifico alla salute”, si legge. Le sottoscrizioni all’appello sono più che raddoppiate in 48 ore. E fra i sostenitori figura anche il premio Nobel per la fisica 2021, Giorno Parisi, da sempre attento a temi di sanità e tutela della scienza, che ha condiviso il link alla petizione sui suoi canali social. “Queste nomine – argomenta il documento – rappresentano un grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche, che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie e favorire l’esitazione vaccinale, già in crescita in molte fasce della popolazione. Ci opponiamo all’ingresso delle pseudoscienze nelle istituzioni”.
Lo stesso Serravalle ha voluto fare alcune precisazioni rispetto alla sua nomina. Il pediatra si è difeso dall’appellativo di “no vax”, con il quale è stato identificato nei giorni scorsi: “Per la giurisprudenza consolidata si tratta di un insulto e considerato diffamazione. I giornalisti e i giornali facciano attenzione perché ci sono già state onerose condanne per casi analoghi”, ha dichiarato. Inoltre ha difeso la sua preparazione e la sua “lunghissima carriera, con grande soddisfazione di pazienti in salute”. E rispetto al suo essere contrario ai vaccini, si definisce “prudente“: “Applichiamo il principio di precauzione cui si ispira l’ordinamento dell’Unione Europea (in cui per altro non c’è obbligo vaccinale in 14 Paesi) e la deontologia medica che mette al primo posto la salute di ogni singolo assistito. Tutti i farmaci hanno effetti avversi. In particolare, l’emergenza Covid ha prodotto una situazione inedita con la somministrazione di massa obbligatoria di prodotti sperimentali sviluppati in tempi compressi. La scienza non è un dogma. È un metodo che si basa sulla verifica con metodo scientifico di teorie anche contrapposte: alla fine vince chi porta i dati e le prove più valide e forti”, conclude.
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