Mea Culpa e attacco al Mic di Ernesto Galli della Loggia. Dimentica di presiedere Commissione in capo al medesimo Ministero della Cultura

  • Postato il 14 luglio 2025
  • Editoriale
  • Di Paese Italia Press
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Roma, 14 luglio 2025 – Ho letto l’editoriale apparso sul Corriere della Sera a firma di Ernesto Galli della Loggia sul Governo Meloni e soprattutto sulle attività culturali connesse. Dalle considerazioni di Della Loggia emergono contestazioni fuori luogo, inesatte e prive di una analisi concreta. Fatto discutibile per chi come Della Loggia che seppur all’interno del Ministero della Cultura Mic presiedendo una importante Commissione dimostrerebbe la mancata conoscenza di determinate problematiche. O forse per voler essere indulgenti, una conoscenza più che simmaria lo avrebbe portato a distorcerne il senso.
Credo, comunque, che un mea culpa per Della Loggia sarebbe davvero d’uopo. Imnanzitutto dovrebbe spiegare tantissimi fattori che lo avrebbero indotto al respingimento di alcune istanze afferenti i Comitati nazionali proposte da Boccaccio o Papini. In proposito ritengo non possa essere accettabile la motivazione sostenuta da Della Loggia circa il mancato accoglimento di istanze fondato sulla modalità di impostazione delle stesse.
E no. Troppo semplicistico. Un paradosso tipico in questi contesti. È venuto allo scoperto. O meglio si è scoperto quanto le proprie valutazioni sostanziate dalla bocciatura delle proposte avanzate dai Comitati su Gentile, Papini, Magli e molti altri siano squisitamente ideologizzate. Ma la domanda che mi corre l’obbligo fare è questa. Come si può ancora consentire la presidenza di una Commissione in capo a Ernesto Galli Della Loggia così ferocemente scagliato non soltanto sul Governo Meloni ma in particolare contro il Mic da cui il proprio incarico emana.
A dimostrazione di un pensiero di sinistra non intellettualmente scevro da condizionamenti. Della Loggia docente universitario emerito nominato all’interno del Mic dal precedente Ministro, risulterebbe nitidamente impigliato in quelle griglie dalla doppia saldatura tipica delle sinistre attuali. Si può ancora pensare possa proseguire una collaborazione con un Ministro con il quale al posto di un armonico dialettico confronto rivolga un’azione permeata da critiche improduttive?
Mi chiedo e ci chiediamo perché resti ancora a presiedere quella tal Commissione, quale sia la ratio del proseguimento dell’incarico?!
Ernesto Galli della Loggia dovrebbe manifestare dignitosamente la volontà di esprimere le proprie dimissioni. Sarebbe consono alle persone ragionevoli e di onestà intellettuale. Modalità in linea a coloro che pongono al centro del pensiero la mistificata Ragione. Non si continui a parlare ancora di fascismo e di mancanza di libertà. Galli della Loggia affermi la propria intellettualità dimettendosi. Non resti all’interno del Mic ponendo in essere sterilmente critiche.
Ma poi criticare cosa? A parte il fatto che il suo articolo sia un frammentato mosaico di pensieri avulso da proposte concrete e contraddittorio dialettico. Dal suo editoriale emerge sostanzialmente un Mea Culpa.
In sostanza sì.
Insomma un pretesto, avendo Ernesto Galli della Loggia ampiamente compreso quanto l’attuale governo Meloni in ambito culturale stia operando efficacemente.

….

Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al  Ministero della Cultura

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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