McLaren, i problemi da non sottovalutare: la preview del Gp d’Australia
- Postato il 12 marzo 2025
- Sport
- Di Virgilio.it
- 1 Visualizzazioni

Il favore del pronostico è sempre vantaggioso? Un quesito che possiamo spendere sulla McLaren, votata da tutti come la vettura più pronta per competere al vertice. Andrea Stella getta acqua sul fuoco. Il “pompiere” ex ferrarista mostra un profilo umile, nel tentativo di spostare la pressione sul resto delle scuderie top. Un giochino assai conosciuto nella massima categoria. Sappiamo che il livello della MCL39 è davvero buono, in questo senso le prove su pista del Bahrain non mentono, se analizzate con precisione.
Tuttavia esistono degli elementi interessanti su cui disquisire. Tratti distintivi che le monoposto color papaya si portano dietro dalla scorsa annata e, proprio nel Gran Premio d’apertura a Melbourne, considerando le caratteristiche del layout semi-cittadino di Albert Park, potrebbero nascondere alcune insidie. Sebbene il team le avrà senza dubbio valutate a dovere, le conferme arriveranno solamente in pista. Un lavoro di messa a punto che potrebbe rivelarsi più difficile di quanto si possa pensare.
Il set-up della MCL39
A differenza di Ferrari, che ha preferito stravolgere il progetto cercando di aprire una nuova strada di sviluppo con l’introduzione dello schema pull-rod, la McLaren ha scelto la via della continuità tecnica nell’ultima annata di regolamento vigente. Una mossa per andare “sul sicuro” e non togliere troppe risorse alla rivoluzione normativa che ci attende per la campagna agonistica 2026. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, però, possiamo argomentare il caso.
Tramite gli esami on-board realizzati nei pre-season test di Sakhir, abbiamo capito che la scuderia britannica utilizzerà lo stesso approccio al weekend della scorsa stagione. Questo significa che il modo di mettere in pista la vettura non cambia e McLaren punterà nuovamente su alcuni tratti distintivi. La continuità suddetta è dettata dalla necessità di fornire ai piloti sensazioni analoghe quando stringono il volante. Parliamo di una tematica cruciale in questa Formula 1.

Lavorare al meglio sulla messa a punto consente di accedere alla finestra di funzionamento ideale dell’auto, un aspetto che ha fatto un’enorme differenza nel 2024. La straordinaria duttilità della McLaren è messa a rischio? È ancora presto per saperlo. Andava corretto l’eccesso di rotazione per evitare un posteriore un po’ troppo leggero, osservato a Sakhir in alcune circostanze. Il target primario è quello di ottimizzare le fasi di carico e stabilizzare la piattaforma nei tratti medio-rapidi, per poi centrare l’equazione meccanica con le sospensioni.
L’azzardo sul pull-rod anteriore
Ed è proprio qui che potrebbe arrivare il primo inghippo. Confermando l’atteggiamento conservativo, a dire la verità esiste una soluzione inedita e rischiosa che riguarda la modifica al cinematismo anteriore della vettura. McLaren segue da diversi campionati la scuola Red Bull, puntando parecchio sullo schema a tirante. Tuttavia, per l’imminente mondiale, i tecnici capeggiati dall’ex ingegnere di pista della Ferrari hanno deciso di estremizzare il concetto sul pull-rod sull’anteriore.
Il grado di anti-dive risulta estremo. Una soluzione radicale per limitare lo squat all’avantreno nelle fasi di frenata e, di conseguenza, cercare di mantenere quanto più stabile possibile la piattaforma aerodinamica della MCL39. Una mossa che può risultare efficiente dove il tracciato mette sotto stress il front-end, mentre, nelle piste come quella australiana, meno severe su questo punto, potrebbe creare qualche grattacapo.
Ci riferiamo alla difficoltà che l’auto inglese potrebbe incontrare nel delicato processo per portare in temperatura le gomme. Non gestire al meglio la deformazione dello pneumatico durante il ciclo di isteresi, infatti, limita l’attivazione delle gomme, che sull’asse anteriore restano al di fuori del range ottimale. Parliamo della tediosa asincronia termica, che riduce il grip su uno dei due assi e compromette la prestazione dell’auto. In Australia le temperature saranno basse, favorendo il graining e accentuando tale problematica.
L’esame su resistenza all’avanzamento e ride height
C’è un altro aspetto che si collega a quanto detto, considerando che, per andare forte in Formula 1, la parola “compromesso” è all’ordine del giorno. In questo caso parliamo dell’asfalto australiano, noto per non essere affatto liscio. La presenza di bump e asperità riduce lo spazio di manovra per le altezze da terra. La maggiore rigidità sospensiva della MCL39 va gestita al meglio dal team, perché essere costretti ad alzare la vettura porterebbe ad alcune perdite di carico sul lavoro dei canali Venturi.
La stabilità verrebbe meno, in pratica, per gestire meglio cordoli e dossi della pista, un elemento centrale del fine settimana di Albert Park. Infine due parole sull’efficienza aerodinamica, uno dei limiti della vettura progenitrice. McLaren ha lavorato duramente per migliorare la penetrazione dell’auto e, sebbene il corpo vettura sia stato snellito, si attendono conferme assenti nei test del Bahrain, in quanto solamente con la massima potenza della power unit si potrà validare questo step prestazionale.