Maxi traffico di cocaina dal Sud America a Genova gestito dal carcere: per Gabriele Puleo il pm chiede 20 anni

  • Postato il 7 marzo 2025
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telefonini, carcere marassi

Genova. Il sostituto procuratore Marco Zocco ha chiesto complessivamente 140 anni di carcere per 13 imputati,  arrestati nell’aprile del 2024, con l’accusa di detenzione e traffico internazionale di cocaina e armi, anche da guerra. La richiesta più pesante, 20 anni di reclusione, per quello che viene considerato il capo dell’associazione, Gabriele Puleo, che si trovava già in carcere e dalla sua cella gestiva il traffico  utilizzando criptofonini o sistemi artigianali di comunicazione crittografata.

I narcos erano stati arrestati nell’ambito di una vasta operazione condotta dai carabinieri del Ros con il supporto dei militari dell’Arma genovese insieme ai colleghi di Como e Reggio Calabria. Erano state eseguite 22 misure cautelari in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Genova.

Sei degli imputati sono accusati di essere componenti di un’associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, in Colombia e in Venezuela e finalizzata, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a importare dall’America Latina ingenti quantitativi di cocaina. La droga veniva caricata su navi dirette al porto di Genova e, una volta recuperata con l’illecita collaborazione di lavoratori del porto, rivenduta. Il gruppo si occupava anche di recuperare carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, incassando una percentuale intorno al 20% sul carico. 

Gabriele Puleo e il traffico gestito da Marassi grazie ai criptofonini

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros l’associazione era diretta da Gabriele Puleo, attraverso una vasta rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto nel 2015 dopo il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina (quasi 148 chilogrammi) in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco, Puleo comunicava con gli altri complici, tra i quali Marco Cuoco e Vincenzo Puleo (padre di Gabriele), utilizzando da detenuto criptofonini o sistemi artigianali di comunicazione crittografata. In questo modo organizzava e finanziava l’importazione di nuovi carichi di droga provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi e l’aeroporto di Amsterdam.

Le importazioni di droga e le armi sequestrate

Il pagamento della sostanza stupefacente veniva effettuato attraverso un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, attraverso canali extrabancari, con tanto di ricevuta agli acquirenti.

Complessivamente agli imputati la Dda contesta nove episodi di importazione di cocaina da ColombiaRepubblica Dominicana e Panama per un totale di 670 chilogrammi e un valore di circa 25 milioni di euro, ma anche 38 episodi di detenzione e cessione di droga (due dei quali con l’aggravante di cui all’articolo 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ‘ndrangheta Bellocco). Tra i capi d’imputazione la detenzione di varie armi. Due pistole a tamburo Smith & Wesson modello 686 calibro 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava modello M56 calibro 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava modello M70 calibro 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov), pistole semiautomatiche Beretta calibro 9, un revolver Smith & Wesson calibro 38SP, pistole Colt modello 1911 calibro 45, ACP e Beretta modello 70 calibro 7,65. I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale che va da settembre 2014 a dicembre 2022. 

Autore
Genova24

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