Maxi sequestro di opere d’arte del valore di circa 8 milioni di euro all’Antico Caffè Greco a Roma

  • Postato il 25 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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L’amministratore dell’“Antico Caffè Greco srl” è ufficialmente indagato dalla procura di Roma per la rimozione non autorizzata di arredi, dipinti, suppellettili e altri beni mobili dichiarati di interesse culturale. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i circa trecento pezzi – quadri, statue, mobili e reperti di antiquariato di grande pregio – sarebbero stati trasferiti dallo storico locale di via dei Condotti verso due immobili nella disponibilità dell’uomo, situati in via della Mercede e via Otranto.

Il gip Paolo Scotto di Luzio, accogliendo la richiesta della procura, ha disposto il sequestro preventivo degli oggetti, sottolineando che “sul piano del pericolo cautelare va impedita la definitiva dispersione dei beni o che siano possibili attività ulteriori tali da vanificare gli effetti del vincolo posto sui beni”.

L’intervento dei carabinieri

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) insieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Abap) di Roma. Coordinati dalla procura, gli agenti hanno avviato un nuovo censimento degli oggetti sequestrati, trasferendoli in depositi ritenuti sicuri. L’obiettivo è garantire che i beni, simbolo della Roma settecentesca e dello storico valore artistico e culturale del Caffè Greco, possano presto ritornare alla loro collocazione originale, assicurando nuovamente la pubblica fruizione.

Il provvedimento è stato motivato anche dalle risultanze di un’ispezione ministeriale: i funzionari avevano riscontrato che numerosi arredi e opere erano stati rimossi senza alcuna comunicazione preventiva o autorizzazione, nonostante il vincolo culturale che ne protegge l’integrità e la permanenza nello storico caffè.

La difesa e il ricorso annunciato

Dopo il sequestro, il gestore dell’Antico Caffè Greco ha affidato all’Adnkronos la sua versione dei fatti. “Faremo ricorso al Riesame. Abbiamo spostato questi beni per ragioni di sicurezza”, ha dichiarato. Secondo l’uomo, lo spostamento si sarebbe reso necessario a causa di gravi criticità emerse nell’impianto elettrico del locale di via dei Condotti. Gli ingegneri, ha spiegato, avrebbero segnalato rischi legati alla prevenzione incendi che avrebbero potuto compromettere l’incolumità delle opere. “Questi passaggi richiederebbero l’autorizzazione a meno che non ci sia un motivo di urgenza, che in questo caso c’era, e noi lo abbiamo comunicato”, ha aggiunto.

 

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Blitz

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